La destinazione a zona agricola può avvenire a fini conservativi
Il T.A.R. afferma che la zonizzazione agricola può essere imposta dall’ente anche per finalità conservative del territorio.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Il T.A.R. afferma che la zonizzazione agricola può essere imposta dall’ente anche per finalità conservative del territorio.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Lo chiarisce una sentenza del TAR Veneto.
Post di Dario Meneguzzo - avvocato
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Il TAR Palermo ha offerto un’interpretazione dell’art. 53 d.lgs. 50/2016: il ricorrente ha diritto al cd. accesso difensivo nei confronti dei documenti di gara dell’impresa controinteressata, solo ove strettamente indispensabile e strumentale a supportare le censure articolate in ricorso.
Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza
Nel caso di specie, il ricorrente sosteneva che il bando di gara fosse illegittimo, poiché era talmente specifico nell’indicare i requisiti di valutazione dell’offerta tecnica, da azzerare la discrezionalità in capo alla Commissione di gara. A seguire, lamentava che la Commissione stessa avrebbe illegittimamente introdotto dei sub-criteri di valutazione.
Il TAR Palermo, dopo aver rilevato che è contraddittorio affermare che la Commissione è stata privata della sua discrezionalità , se però ha potuto fissare i sub-criteri di valutazione, ha affermato che il bando di gara ha il precipuo scopo di evitare l’eccessiva discrezionalità in capo alla Commissione stessa.
Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza
La Commissione Europea ha formalmente avviato la procedura di infrazione per la mancata conformità del Codice dei Contratti Pubblici alle direttive in materia di appalti, accendendo le luci dei riflettori su alcuni istituti, talvolta già  oggetto di rimessione da parte dei Giudici nazionali alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Il Convegno si propone di fare il punto sullo stato dell’arte, andando ad analizzare i diversi istituti “sotto esame”.
Interventi di LUIGI SCHIAVO, Presidente Sezione Costruttori Edili e Impianti Confindustria Vicenza, STEFANO BIGOLARO, Avvocato del Foro di Padova, MATTEO ACQUASALIENTE, Avvocato del Foro di Vicenza, LUCIA DE SALVIA, Avvocato del Foro di Padova, ANGELO FRIGO, Avvocato del Foro di Vicenza, STEFANIA DI CINDIO, Segretario generale del Comune di Vicenza e ROBERTO TRAVAGLINI, Dirigente Confindustria Vicenza.Â
Modera: DARIO MENEGUZZO, Avvocato del Foro di Vicenza e curatore di Italiaius
L’iscrizione dovrà avvenire entro venerdì 5 aprile 2019 compilando la scheda di adesione on line, disponibile sul sito www.confindustria.vicenza.it.
La partecipazione è gratuita.
Le richieste verranno accettate in ordine cronologico di ricezione fino ad esaurimento dei posti disponibili.
L’Ordine degli Avvocati di Vicenza riconosce 4 crediti formativi.
La Corte costituzionale ha ritenuto pienamente costituzionali le norme di una legge regionale dell’Umbria, laddove prevedono che, con riguardo agli interventi nelle zone con vincolo paesaggistico, il Comune debba richiedere alla Soprintendenza:
La Corte ha affermato che questa consultazione “in due tempi” della Soprintendenza è conforme al sistema di tutela del paesaggio delineato dagli artt. 145-146 d.lgs. 42/2004, i quali costituiscono un punto di bilanciamento tra la competenza concorrente tra Stato e Regioni del “governo del territorio” (art. 117, co. 2 Cost.) e la competenza esclusiva statale della “tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali” (art. 117, co. 1, lett. s Cost.).
Tale sistema di tutela prevede: un primo parere inerente alla generale compatibilità paesaggistica dell’insieme degli interventi urbanistici ed edilizi rilevanti programmati; un secondo relativo alle concrete caratteristiche del singolo intervento e alle modalità esecutive dello stesso e alla loro coerenza con i valori paesaggistici dell’area.
Ulteriori statuizioni di questa sentenza della Corte costituzionale sono state evidenziate nel post del 9 aprile 2018, al quale si rimanda.
Post di Daniele Iselle – funzionario comunale
Segnaliamo sulla questione una sentenza del TAR Veneto.
Post di Dario Meneguzzo - avvocato
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Il T.A.R. Brescia fa il punto sulla normativa che disciplina il termine per impugnare l’illegittima ammissione altrui.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha offerto un’ampia disamina dei presupposti necessari affinché il privato possa ottenere il risarcimento del cd. danno da ritardo della P.A.
Vi è da dire che i Giudici interpretano questi requisiti in modo assai restrittivo: raramente i privati trovano ristoro dall’inerzia dell’Amministrazione.
Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza
Nel caso di specie, il decreto di esproprio impugnato innanzi al TAR veniva parzialmente annullato in autotutela dalla P.A., la quale procedeva poi ad emanarne uno nuovo.
Il ricorrente e anche il controinteressato chiedevano al TAR di dichiarare la cessazione della materia del contendere.
Il TAR ha invece pronunciato l’improcedibilità della domanda di annullamento, poiché la cessazione della materia del contendere presuppone: 1) la rimozione del provvedimento impugnato; 2) la soddisfazione dell’interesse morale o risarcitorio del ricorrente.
Quest’ultimo requisito non era soddisfatto nel caso specifico.
Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza
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