Lo spunto del sabato: Legalità senza giustizia?

06 Set 2014
6 Settembre 2014

Gesù Cristo fu messo in croce in modo legale e normale, perché secondo la legge ebraica aveva bestemmiato, dichiarandosi figlio di Dio. Ma fu giusto farlo?

Durante il nazismo in Germania era legale e normale mandare nelle camere a gas gli ebrei. Ma era giusto?

Fino a qualche anno fa in Sudafrica era legale e normale l’apartheid. Ma era giusto?

In alcuni paese è legale e normale mettere a morte o in carcere o in un ospedale psichiatrico le persone omosessuali. Ma è giusto?

Per la maggior parte delle religioni è legale e normale discriminare le persone omosessuali. Ma è giusto?

Per alcuni religiosi è legale e normale uccidere un essere umano in nome di Dio. Ma è giusto?

Per lo Stato italiano è legale e normale sottrarre a una persona con le imposte anche il 70% del suo reddito. Ma è giusto?

Per lo Stato italiano è legale e normale che un’area industriale dismessa di vaste dimensioni, che non procura alcuna entrata al suo proprietario, perché è inutilizzata, e che dal punto di vista urbanistico deve essere riconvertita (anche se nessuno vuole comprarla), debba pagare un’IMU di circa  100.000 euro all’anno. Ma è giusto?

Per lo Stato italiano (compresa la Corte Costituzionale) è legale e normale una imposta di nome IRAP, che grava sulle imprese e sui professionisti, che colpisce il fatturato e non l’utile. Ma è giusto?

Per il tribunale di Vicenza è legale e normale che una causa civile duri, solo per il primo grado, da 7 a 10 anni. Ma è giusto?

Per lo Stato Italiano è legale e normale che chi chiede giustizia al TAR paghi un salatissimo contributo unificato (che è sempre più salato e, quindi, tale da scoraggiare le persone a ricorrere). Ma è giusto?

Per i giudici penali italiani è legale e normale che una persona venga posta in custodia cautelare in carcere, senza un processo, motivandolo con il pericolo di fuga o di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato, magari dopo mesi o anni che i giornali parlano dell’inchiesta e dicono che quella persona è sottoposta a indagini. Ma è giusto?

A corollario di quanto precede, per i giudici penali italiani è legale e normale che una persona sia posta in custodia cautelare in carcere senza averla mai prima interrogata per spiegargli le accuse e sentire la versione dell’accusato.  Ma è giusto?

A ulteriore corollario, per i giudici penali italiani è legale e normale che la persona che viene posta in custodia cautelare in carcere, dopo l’arresto,  sia interrogata per delega da un G.I.P. diverso da quello che ha firmato l’ordinanza che dispone l’arresto e che non conosce niente del caso, perché non si è neppure letto il fascicolo. Ma è giusto?

In alcuni luoghi e in certi momenti storici sono legali e normali regole delle quali poi ci si deve vergognare per i secoli a venire.

Quando il Presidente della Repubblica o i magistrati o i religiosi predicano che la Legalità è un valore, quale Legalità hanno in mente, quella assoluta e fine a se stessa, che prescinde dalla Giustizia, oppure una legalità imbevuta di Giustizia?

In verità, la Legalità che prescinde dalla Giustizia è solamente la copertura ideologica usata da chi detiene il Potere, qualsiasi potere (politico, giudiziario, religioso), per pretendere che il popolo gli obbedisca, qualsiasi cosa egli voglia, decida e imponga.    

Tu questa puoi anche chiamarla Legalità e dire che è un valore, se ti piace giocare con le parole, ma è solamente arroganza del Potere.

In questo tempo della nostra vita recente stiamo tutti sperimentando in Italia una Legalità che si presenta come una proliferazione metastatica di parole, per lo più di incomprensibile significato, che soffocano il paese in un coarcevo di regole e regolette talmente mal fatte che attribuiscono di fatto a chi ha il potere giuridico di interpretarle (alcuni funzionari pubblici e i magistrati) l’immenso potere di dire e di fare quello che vuole.

Non sarà certamente continuando a produrre in modo tumultuoso regole, una più insulsa e stupida dell’altra, che l’Italia uscirà dal pantano e dal vicolo cieco in cui è finita.

E’ necessario abbandonare l’ideologia giuridica che pretende di disciplinare con un labirinto di parole ogni aspetto della vita,  con regole cavillose e sempre più confusamente dettagliate, assistite da stratosferiche sanzioni di ogni tipo: in questo modo si  toglie alle persone la responsabilità di usare il buon senso e la buona fede per affrontare la vita quotidiana.

A noi non va bene questa Legalità: non sappiamo più cosa farcene.

A noi non va bene che qualcuno pretenda che chiamiamo Giustizia la  Legalità e, in particolare,  questa Legalità.

Che questa legalità sia ingiusta lo si sente “di pancia”, anche senza possedere una sistemazione filosofica dell’universo e dell’intera esperienza umana e sociale.

E cosa è la Giustizia? Non ho la presunzione di fornire una risposta originale. Mi accontento di proporre di meditare sulla questione. Per le mie personali riflessioni, molto mi è giovato ascoltare e leggere gli interventi di un noto esegeta del Vangelo, padre Alberto Maggi, che sta a Montefano nelle Marche. La giustizia degli evangelisti è l’idea divina che l’unico modo possibile che hanno gli uomini per vivere insieme senza farsi male a vicenda sia quello di lavorare per il bene dell’essere umano, per quell’essere umano concreto che sta lì davanti, con le sue caratteristiche peculiari e i suoi bisogni,  e non per un essere umano astratto e figlio di una ideologia. Un essere umano da amare, dicono gli evangelisti, e non da sottoporre a continui comandi e sfruttamenti (come fanno ora i padroni della Legalità).  E si può leggere il Vangelo e trovarne interessanti le sue proposte anche senza aderire a una qualsiasi religione. Mi rendo, peraltro, conto che purtroppo spesso sono proprio le religioni cristiane a rappresentare per molte persone un ostacolo insormontabile a prendere in considerazione la lettura del Vangelo (magari con l’aiuto di un esegeta come Alberto Maggi). Ma sono sicuro che ci sono altri punti di vista utili razionali e filosofici per dare un contenuto concreto al concetto di Giustizia. Basta che non continuino a riproporci la perversa idea hegeliana di Stato Etico, perchè così si ritorna alla Legalità di cui sopra. 

A che cosa a chi serve, infatti, costruire una società complicatissima, se poi gli esseri umani che in essa vivono soffrono e stanno male?

Noi sogniamo un nuovo umanesimo, sostenibile e solidale.  

Noi sogniamo esseri umani maturi e responsabili e non mediocri servi dei Potenti. 

La legalità connessa con la giustizia è un valore.

Dedicato a chi soffre a causa dei padroni della Legalità.

Dario Meneguzzo - uno che sogna?

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4 replies
  1. l'agricolo says:

    Condivido appieno e sottoscrivo. Credo che i dieci comandamenti potrebbero bastare, se puntualmente seguiti, a permettere una società giusta, ma siamo purtroppo un popolo egocentrico, ignorante, avido ed in piena decadenza, quindi questa è la naturale conseguenza del nostro agire. Abbiamo l’Italia che ci meritiamo!!!! La democrazia è per i popoli illuminati e noi non lo siamo.
    Forse se ogniuno di noi ponesse al centro del proprio agire il famoso principio: “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te”, le cose migliorerebbero pian piano, ma i signori della giustizia e del potere questo non lo vogliono. Io però ci provo lo stesso.

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  2. Dario Meneguzzo says:

    Caro Roberto, io provo a fare la mia piccola parte, rendendo testimonianza su quello che vedo e che so. Forse però siamo ancora nella condizione dei quattro amici al bar della simpatica canzone di Gino Paoli.

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  3. Roberto Girardello says:

    Tutto non solo giusto e condivisibile, ma anche scritto bene….
    Aggiungerei inoltre che tanto più le sanzioni sono stratosferiche, tanto meno si spinge per il controllo del rispetto delle norme che le generano, innescando un circolo vizioso…
    Basterebbero poche norme, sanzioni giuste e controlli certi. Questa sarebbe una vera semplificazione (o almeno il primo passo).

    Ma come andare oltre l’indignazione e la denuncia?
    Chi può fare qualcosa?

    O si risponde a quest’ultime due domande o rimangono tutte vane parole…

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  4. Antonio says:

    Buongiorno.
    Hai ragione perfetamente.
    Io sostengo da tempo che in Italia la “giustizia” non esite.

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