La tumulazione di salme
Nel caso di specie il Comune, ai sensi dell’art. 92, co. 2 d.P.R. 285/1990, disponeva la revoca della concessione cimiteriale per sepoltura gentilizia di un privato, poiché a suo dire nel loculo in questione non sarebbero avvenute tumulazioni di salme da più di 50 anni.
Il privato obiettava che medio tempore aveva ivi attuato l’immissione di una cassetta con i resti della salma della madre, proveniente da un’altra sepoltura.
Il Comune riteneva che la parola “tumulazione”, idonea ad interrompere il surriferito termine cinquantennale, si associ in via esclusiva a quello di “cadavere”, considerando così “fantasiosa ed infondata ogni equiparazione fra i termini “salma” e “resti””.
Il Consiglio di Giustizia amministrativa per la Regione siciliana, confermando sul punto la sentenza di primo grado del TAR Palermo, ha invece accolto la tesi del privato.
Post di Alberto Antico – avvocato
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