Quando un fosso è “torrente” o “corso d’acqua” ai fini del vincolo paesaggistico
Il TAR Molise, dovendo decidere se un'area sia soggetta al vincolo paesaggistico per la presenza di un fosso, nomina un CTU, il quale giunge alla conclusione che, anche se non si tratta di un torrente, il fosse in questione va qualificato come "corso d'acqua".
Il TAR, peraltro, non risolve il seguente problema, che era stato sollevato dal CTU: "Del resto lo stesso CTU ha prospettato, sebbene in chiave problematica, la possibilità di una qualificazione dei fatti in contestazione in chiave evolutiva, tenuto conto che la natura pubblica di tutte le acque, superficiali e sotterranee, affermata dalla legislazione successiva (art. 1 della legge n. 36 del 1994 e art. 144 del d. lgs. n. 152/2006), rende sostanzialmente obsolete le classificazioni dei corsi d’acqua contenute nella previgente normativa, operandosi una presunzione generalizzata di rilevanza delle acque pubbliche anche a fini di tutela paesaggistica, nei limiti della fascia di rispetto, dimodochè, in applicazione dell’art. 142, comma 3, del d. lgs. n. 42 del 2004, dovrebbero essere le Regioni a censire i corsi d’acqua minori da escludere dal regime della tutela (in tal senso cita l’esperienza dell’Emilia Romagna): in mancanza di una tale esclusione per tutti i corsi d’acqua dovrebbe valere il regime vincolistico, in forza di una presunzione legale di generalizzata rilevanza a fini paesaggistici, tesi peraltro sostenuta anche dalla difesa erariale".
Post di Dario Meneguzzo - avvocato
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