Parere della Commissione VIA del Veneto su Verifica Facilitata di Sostenibilità Ambientale (V.F.S.A.) e varianti al PAT/PI escluse dalle verifiche VAS
La Commissione VAS del Veneto in data 14 ottobre 2021 ha emanato alcuni indirizzi operativi:
- l'incompleta o imprecisa compilazione della "Scheda V.F.S.A." implica l'impossibilità di istruire e quindi di valutare i contenuti in essa proposti e, quindi, anche l'impossibilità di espressione con parere motivato entro i 45 giorni previsti dalla Legge, decorrenti dalla data di ultima acquisizione della documentazione completa;
- ci sono alcune varianti al PAT/PATI e PI escluse da tutte le verifiche: a) quelle conseguenti all'adeguamento a norme e/o piani sovraordinati, in caso di esclusivo recepimento di indicazioni normative, comprese varianti per REC, RECRED e UNESCO; b) quelle conseguenti all'approvazione di opere pubbliche e di impianti di interesse pubblico oppure per il recupero funzionale di ambiti o complessi immobiliari dismessi dal Ministero della Difesa; c) varianti verdi; d) per la modificazione d'uso di singoli edifici esistenti.
- in concreto c'è una certa riduzione delle questioni di cui deve occuparsi la Commissione VAS (che è abbastanza intasata);
- nota commissione vas
Da un lato potremmo dire: “Che bello, tutto più semplice, per le opere pubbliche ora non abbiamo più neppure la vas facilitata! Tutto più semplice, rapido e veloce!”
Ma se razionalizzo e penso che un’opera pubblica, per definizione, non sia soggetta a vas o “vas facilitata”, trovo la cosa quanto meno scorretta (se non forse illegittima) … Ricordate, accadeva già un po’ di tempo fa quando sono state escluse dalla vas determinate categorie/opere in relazione al loro procedimento approvativo (suap…per esempio) indipendentemente dall’entità degli interventi previsti e dagli effetti che tali trasformazioni avrebbero potuto determinare [come se un modesto ampliamento fosse comparabile con la realizzazione di un nuovo supermercato!] Come spesso ci diciamo quando ci confrontiamo su questi temi, è proprio un fatto culturale. In ogni caso, non trovo neppure corretto che alle opere pubbliche debba sempre applicarsi una “normativa preferenziale”. Le opere pubbliche, storicamente, hanno sempre potuto derogare a previsioni urbanistiche, limitazioni nel consumo di suolo e ora anche alla vas. Penso sia venuto il tempo di porre fine a questo regime derogatorio e che, al contrario, si debba fare in modo che anche e soprattutto la progettazione dell’opere pubblica debba rappresentare l’esempio di una buona e virtuosa trasformazione del territorio ispirata a principi di sostenibilità ambientale, non incremento del consumo di suolo, ecc. ecc.
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