Un immobile privo di agibilità per mancanza della compatibilità sismica può essere oggetto di interventi successivi?
Nel caso di specie il Consiglio di Stato ha riformato una sentenza del TAR Friuli–Venezia Giulia, in cui era stato ritenuto che un intervento edilizio, attuato mediante SCIA, non necessitasse del previo accertamento della compatibilità sismica in quanto tale intervento non aveva carattere strutturale.
Il Consiglio di Stato, al contrario, ha dichiarato che, poiché era stata citata la disciplina regionale sull’edificazione in zona sismica, e poiché in sede di integrazione documentale era stato richiesto il deposito del collaudo statico (dovuto ai fini della concessione dell’agibilità ma mai presentato al Comune, che dunque non l’aveva mai a suo tempo rilasciata), il privato non avrebbe potuto prescindere da tale integrazione. Ragioni di prudenza portano infatti ad evitare di consentire interventi su immobili e strutture che non risultano ancora agibili, specie da un punto di vista statico.
Ringraziamo sentitamente l’ing. Mauro Federici per la segnalazione.
Post di Alessandra Piola – avvocato
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