Se un fondo ha esaurito la volumetria assentibile, frazionarlo non serve a “recuperare” cubatura
Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha ricordato che la costruzione eseguita su un’area che venga poi frazionata in più particelle catastali, esaurisce la potenzialità edificatoria anche delle particelle successivamente “staccate”.
Altrimenti, si potrebbe aggirare la normativa sugli indici di edificabilità con una continua operazione di: costruzione ai margini del fondo – frazionamento – richiesta di PdC sull’area “staccata” e inedificata.
Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza
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Buon giorno a parte, che se rimane volume disponibile, l’operazione del frazionamento la posso fare tenendo conto delle superficie fondiaria corrispondente agli edifici esistenti sino al conseguimento degli indici. Caso diverso è invece quello in cui non ho più possibilità di tale volume residuo sul lotto, e già Il comune dovrebbe bloccare il frazionamento visto che non c è conformità urbanistica sulla parte che rimane, volume > rispetto al lotto residuo; altra strada è quella di inserire nelle norme che i frazionamenti successivi ad una certa data, tipo adozione del PAT, non generano altro possibilità edificatoria, ma in questo caso si andrebbe in futuro se cambia il Piano a legittimare tale operazione, quindi la strada maestra rimane quella del non frazionare quei lotti, in cui tenuto conto dei fabbricati esistenti non vi sia conseguimento degli indici corrispondenti alla estensione omogenea sulle aree scoperte.
altro caso: La saturazione degli indici di edificabilità territoriale (I.t.) e fondiaria (I.f.) relativi ad una
determinata superficie, esclude ogni possibilità di ulteriori interventi edificatori sulla
superficie medesima, salvo il caso di ricostruzione e ciò indipendentemente da qualsiasi
frazionamento o passaggio di proprietà.
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