Appalti e prova di resistenza
Il T.A.R. ricorda che un ricorso verrà dichiarato inammissibile se non supera la c.d. prova di resistenza.
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Il T.A.R. ricorda che un ricorso verrà dichiarato inammissibile se non supera la c.d. prova di resistenza.
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Il Consiglio di Stato in una recente sentenza ha evidenziato che il possesso di un reddito minimo - idoneo al sostentamento dello straniero e del suo nucleo familiare – costituisce un requisito soggettivo non eludibile ai fini del rilascio e del rinnovo del permesso di soggiorno, in quanto attinente alla sostenibilità dell'ingresso dello straniero nella comunità nazionale, al suo inserimento nel contesto lavorativo e alla capacità di contribuire con il proprio impegno allo sviluppo economico e sociale del paese. Tuttavia, la mancanza di reddito nella misura richiesta non rappresenta una causa automaticamente ostativa alla permanenza in Italia, tanto che minimi scostamenti dal livello di richiesto reddito minimo necessario sono stati ritenuti non ostativi ad un atto favorevole dell’Amministrazione. Il Consiglio di Stato ha ritenuto che sia necessario un bilanciamento ragionevole e proporzionato tra l’esigenza, da un lato, di salvaguardare l’ordine e la sicurezza pubblica e di regolare i flussi migratori e, dall’altro, l’esigenza di salvaguardare i diritti riconosciuti dagli artt. 29 e segg. della Costituzione, senza discriminazione alcuna.
Post di Gianmartino Fontana - avvocato Read more →
Se il Comune ha avviato un’azione in sede civile per ottenere il rilascio dell’immobile, ciò non gli precludeva in assoluto la possibilità di utilizzare gli strumenti pubblicistici di cui dispone, a condizione, ovviamente, che sussistestano i presupposti per l’adozione di un provvedimento contingibile ed urgente.
E’ quanto ha sentenziato il T.A.R. Marche in una recente sentenza.
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Il T.A.R. Bolzano afferma che per impugnare uno strumento urbanistico - una variane nel caso di specie – non è sufficiente la c.d mera vicinistas, in quanto bisogna dimostrare il pregiudizio concreto ed effettivo subito.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato Read more →
Il T.A.R. Trento chiarisce che le controversie relative alle residenze pubbliche incardinano la giurisdizione ordinaria o quella amministrativa a seconda che il fatto riguardi la fase antecedente o successiva al provvedimento di assegnazione dell’alloggio.
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Ringraziamo il geom. Marco Merlo del comune di Malo per la segnalazione
Segnaliamo sulla questione una sentenza del TAR Veneto.
Il Comune aveva venduto un'area a un soggetto che si era obbligato a insediarvi una attività industriale.
L'obbligo è rimasto inadempiuto e l'area è stata ceduta a terzi senza il consenso del comune.
Il TAR ha ritenuto sussistente la propria giurisdizione, ad esclusione della domanda relativa alla inefficacia del contratto di cessione al terzo, ha respinto la domanda di risoluzione del contratto tra il comune e il primo acquirente, precisando che, in forza del l’art. 1458 del codice civile, la risoluzione non pregiudica i diritti acquistati dai terzi. Infine ha condannato il primo acquirente al risarcimento dei danni.
Il TAR ha anche ritenuto non opponibile al primo acquirente la previsione di risoluzione del contratto per inadempimento prevista nel regolamento comunale, in quanto non è stata recepita nel contratto.
Post di Dario Meneguzzo - avvocato Read more →
Anche il rigoroso T.A.R. Bolzano apre alla tutela dell’affidamento: in presenza di abusi edilizi risalenti nel tempo e noti alla P.A., l’ente deve motivare puntualmente le prevalenti ragioni di pubblico interesse - diverse dal mero ripristino della legalità – che giustificano la rimessa in pristino dello stato originario.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato Read more →
Il Tar Puglia – Bari si è occupato della revoca dell'aggiudicazione definitiva di un appalto.
Il TAR ha evidenziato che nella aggiudicazione in materia di gare pubbliche non è possibile invocare il principio dell’affidamento in quanto, se è vero che è la norma che pone in capo all’Amministrazione (e non del privato) l’onere di dimostrare, in caso di mancata comunicazione dell’avvio, che l’esito del procedimento non poteva essere diverso, tuttavia, onde evitare di gravare la p.a. di una probatio diabolica (quale sarebbe quella consistente nel dimostrare che ogni eventuale contributo partecipativo del privato non avrebbe mutato l’esito del procedimento), risulta preferibile interpretare la norma in esame nel senso che il privato non possa limitarsi a dolersi della mancata comunicazione di avvio, ma debba anche quantomeno indicare o allegare quali sono gli elementi conoscitivi che avrebbe introdotto nel procedimento ove avesse ricevuto la comunicazione. Solo dopo che il ricorrente ha adempiuto questo onere di allegazione (che la norma implicitamente pone a suo carico), la p.a. sarà gravata dal ben più consistente onere di dimostrare che, anche ove quegli elementi fossero stati valutati, il contenuto dispositivo del provvedimento non sarebbe mutato. Ne consegue che ove il privato si limiti a contestare la mancata comunicazione di avvio, senza nemmeno allegare le circostanze che intendeva sottoporre all’Amministrazione, il motivo con cui si lamenta la mancata comunicazione deve ritenersi inammissibile.
Post di Gianmartino Fontana - avvocato Read more →
Il rimborso delle spese sostenute ai fini dell’esecuzione in via d’urgenza di un pubblico servizio in regime di concessione sono riconducibile al concetto di “corrispettivo”, ancorché latamente inteso, come tale escluso dalla giurisdizione esclusiva del Giudice Amministrativo.
E’ quanto si rileva in una recente sentenza del T.A.R. Sardegna che ha negato la giurisdizione del Giudice Amministrativo a favore del G.O.
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