9 Novembre 2016
In data 3 novembre 2016 è stata pubblicata su questo sito la notizia dell'intesa sul regolamento edilizio unico.
Ritengo opportuno illustrare una mia proposta sulla questione.
1. Molto bene che ci sia un accordo e che tutte le definizioni vengano unificate: è un obiettivo che inseguiamo da anni e finalmente l'intesa sul regolamento edilizio unico costituisce una concreta proposta operativa.
2. Leggiamo le definizioni. Se le esaminiamo con attenzione, ci accorgeremo subito che - per poter essere applicate - necessitano di una declinazione e articolazione più dettagliata (a titolo meramente esemplificativo: cosa si intende per a superficie utile, come si conteggiano portici, magazzini, tettoie, i volumi fuori terra a partire da quale altezza costituiscono volume/costruzione, come di misura l'altezza di un edificio, cosa si intende per parete finestra, per sagoma, ma molte altre ancora ....), proprio quella articolazione che in effetti negli anni i comuni, singolarmente, hanno introdotto nei propri regolamenti!
Questo però è proprio quello che, nel tempo, ha creato gran confusione perché ogni comune ha definito criteri propri creando così notevoli differenze e difficoltà tra i diversi operatori (professionisti, tecnici, imprese, ecc.) che operano nei diversi comuni
3. E' importante cercare di evitare di incorrere nello stesso errore, evitare cioè che, di nuovo, una volta individuate le famose 42 nuove definizioni condivise tra stato e regioni, poi ogni comune ritorni a declinarle autonomamente per poterle applicare.
Questo è il rischio molto grave, ma anche molto concreto di questo momento. Proposta operativa: è assolutamente necessario che proprio le regioni, in questa fase di recepimento dello schema di regolamento unico, descrivano più nel dettaglio le varie definizioni e già inseriscano quelle specifiche "declinazioni" che consentano la concreta applicazione del regolamento nei vari comuni, con l'obbligo poi per i comuni ad adeguarsi a queste definizioni "arricchite" e completate dalla regione (magari costituendo un gruppo di lavoro con la partecipazione di rappresentanti ordini professionali, alcuni dirigenti di comuni di diversa dimensione, dirigente città metropolitana, ecc.).
I comuni avranno l'obbligo di attenersi a queste definizione così specificate e arricchite dalla regione senza introdurre modifiche o "personalizzazioni" che possano compromettere l'applicazione omogenea e uniforme delle norme nelle diverse realtà locali.
Questa la mia proposta.
Resto a disposizione.
Fiorenza Dal Zotto - Comune di Spinea - responsabile del settore pianificazione e tutela del territorio
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