Il piano acustico non può collocare in II classe una centrale idroelettrica
Il proprietario di una centrale idroelettrica ha impugnato il Piano comunale di classificazione acustica, chiedendone l’annullamento nella parte in cui non accoglie le proprie osservazioni e attribuisce ai relativi impianti idroelettrici la II^ classe acustica, anziché la V^ o addirittura la VI^ classe e il TAR Trieste ha accolto il ricorso.
Tale classificazione e i connessi limiti di rumore sono, infatti, incompatibili con il tipo di attività produttiva svolta.
La II^ classe acustica comporta, ai sensi del D.P.C.M. 14.11.1997 (emanato in attuazione della Legge quadro sull’inquinamento acustico, n. 447/1995), quali limiti di emissione sonora 50 dBA nel periodo diurno e 40 dBA nel periodo notturno, quali limiti di immissione sonora 55 dBA nel periodo diurno e 45 dBA nel periodo notturno, e quali valori di qualità 52 dBA nel periodo diurno e 42 dBA nel periodo notturno. Detta classe, sempre a mente del precitato D.P.C.M., è destinata alla aree a prevalente uso residenziale, in particolare alle «aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali».
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