Consumo di suolo e Regolamento edilizio tipo: la Regione Veneto orientata a rinviare di 18 mesi l’entrata a regime

22 Mar 2018
22 Marzo 2018

Nel confronto di giovedì 15 marzo tra l’Assessore regionale al Territorio, Cristiano Corazzari, e la Commissione Territorio del Consiglio regionale, è stato trovato un accordo per un rinvio di 18 mesi, a favore della Regione e dei Comuni, dell’entrata a regime della legge regionale sul consumo di suolo e del Regolamento edilizio tipo (RET).

Questi due provvedimenti segnano un punto di svolta nel campo dell’edilizia. Da un lato, la l.r. Veneto 14/2017 mira all’azzeramento del consumo di suolo entro il 2050, con ciò ponendo alla Regione il delicato compito di ripartire tra i vari Comuni la quantità massima di suolo ancora edificabile nei prossimi 32 anni. Dall’altro, il Regolamento edilizio tipo dispone che i regolamenti edilizi comunali si adeguino alle nuove definizioni uniformi, per porre fine alla polverizzazione della normativa edilizia negli oltre 8.000 Comuni italiani; tuttavia, ciò deve avvenire senza alcuna modifica dei dimensionamenti delle aree edificabili, con il rischio che si trovino 8.000 soluzioni diverse e si vanifichi così lo scopo di armonizzazione.

L’Assessore Corazzari ha promesso che nella “legge di semplificazione”, di prossima emanazione, sarà inserita una norma che permetta ai Comuni di adeguarsi ai due provvedimenti di pari passo: il termine di 18 mesi, previsto per il recepimento della legge sul consumo di suolo, sarà concesso anche per l’adeguamento al RET (non più, quindi, da farsi entro il 21 maggio 2018).

In Commissione Territorio, le opposizioni hanno avanzato forti dubbi sulla politica di gestione del consumo di suolo: le cosiddette “ultime nuove aree edificabili” sono troppo estese, per poter parlare davvero di riduzione del consumo di suolo; la ripartizione di tali aree è sperequata, fino ad avere Comuni con più area edificabile di quella prevista dal loro PAT; si consente l’edificazione nelle aree meno urbanizzate, senza preoccuparsi della rinaturalizzazione e del recupero delle aree dismesse; dal calcolo del “costruito”, sono state escluse le aree destinate alle grandi infrastrutture, agli ospedali, alle scuole, ecc.; i dati forniti dai Comuni, mediante le schede predisposte dalla Regione, sono stati compilati con discrezionalità e senza metodo univoco.

Per rispondere a queste criticità, l’Assessore ha affermato con forza l’impegno della Regione a favore di controlli sui dati forniti dai Comuni e sulle giuste quote di suolo consumabile da assegnare ad ogni Comune, in nome dell’obiettivo di forte contrazione del consumo di suolo.

Post di Alberto Antico - dottore in giurisprudenza

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