Lettera sull’urbanistica veneta attuale per spiegarla ai miei figli
L'avv. Bigolaro, che sentitamente ringraziamo, ci invia una lettera, che contiene una riflessione sul territorio, inviata ai suoi figli ( e con noi condivisa).
A parte l'incipit esistenzialista, per il resto non possiamo che essere d'accordo con lui.
Dario Meneguzzo
Ma veramente dobbiamo credere che la città sia fatta principalmente di edifici? E’ evidente che qualcuno ha voluto ridurre l’urbanistica alla sommatoria di operazioni immobiliari meglio se negoziate di volta in volta. Gli esiti costellano tristemente il nostro paesaggio veneto.
Interessante e un po’ malinconico. Un interrogativo: mi chiedo chi mai sarà interessato a migliorare la città chiedendo crediti edilizi per eliminare le brutture se posso già costruire, contestualmente all’amplaimento ordinario del prg/prc il 60% del volume esistente? Considerato che è sempre più semplice – e quindi spesso più frequente – scegliere la soluzione più facile, è una previsione troppo pessimistica immaginare che farò il nuovo e la bruttura resterà lì? Mi auguro proprio di sbagliare. Altrimenti dovremo pensare ad altri meccanismi che ci indirizzino/costringano a un virtuoso intervento sulla città da riqualificare!
E fino ad ora non abbiamo mai parlato delle opere pubbliche, che sono in deroga al consumo di suolo [dalle rotonde, agli svincoli, ai nuovi tracciati stradali, ecc.). Quanto suolo consumano le opere pubbliche? Spezzano territori, creano barriere irreversibili, causano inquinamento acustico e atimosferico. Lancio una proposta: perchè, anche nel caso delle opere pubbliche non pensare alla ristrutturazione e rigenerazione anzichè alla nuova costruzione. Perchè non sostituire il progetto della nuova Romea commerciale con la ristrutturazione e rigenerazione del tracciato esistente?
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