Un’istanza di sanatoria… che merita risposta
Nel caso di specie, un privato presentava una SCIA per la realizzazione di una piscina interrata.
Il Comune, dopo i 30 giorni, dichiarava inefficace la SCIA, in quanto l’intervento richiedeva un permesso di costruire.
Poiché però interferiva una legislazione siciliana che non rendeva chiaro se la realizzazione di piscine interrate richiedesse un PdC o una SCIA, tanto che il Comune aveva preso decisioni ondivaghe in passato, il privato avanzava plurime istanze di chiarimenti agli Uffici comunali, senza mai ottenere risposta.
Alla fine, il Comune spiccava l’ordinanza di demolizione della piscina.
Il privato presentava un’istanza di sanatoria ex art. 36 d.P.R. 380/2001, sulla quale si formava il silenzio-diniego.
Il TAR Palermo ha annullato tale silenzio-diniego, non tanto per aver accertato la doppia conformità dell’intervento (pur attestata dal tecnico di fiducia del ricorrente), bensì perché, alla luce della complessiva vicenda, in nome del principio di buona fede che informa i rapporti tra privati e P.A. (cfr. art. 1, co. 2-bis l. 241/1990), il ricorrente meritava un provvedimento espresso.
Post di Alberto Antico – avvocato
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