Lo spunto del sabato: siamo tutti coinvolti
Da Don Andrea Gallo “Sopra ogni cosa. Il Vangelo laico secondo Fabrizio De Andrè nel testamento di un profeta”:
“Tutti siamo coinvolti. E tutti possiamo fare qualcosa, pur nel nostro piccolo, per cambiare questo nostro sistema che il più delle volte ci fa schifo. Come? Riconquistando i territori, le città, le campagne, la solidarietà, gli affetti, il dialogo, i linguaggi, curando la qualità delle relazioni tra le persone. Non possiamo solo e sempre parlare di Pil, disoccupazione e Imu. Bisogna che ci diamo dentro con tutto il nostro sentimento sempre non violento.
La democrazia non sta in piedi senza veri partiti e leader affidabili. Non sta in piedi nemmeno se manca una società civile attenta, sveglia e consapevole. A chi spetta il compito di cambiare corsia con una marcia in più? Spetta alle cittadine e ai cittadini responsabili di una città che deve sempre augescens, perennemente in crescita, a piccoli passi, nonostante la campagna inesorabile dei “tagli”. Quello che sta accadendo sotto i nostri occhi ogni giorno è un genocidio economico, culturale, barbarico. A noi spetta il compito di contrastare il vergognoso declino e, con forza, ristabilire la dignità della politica.
In questo momento occorre recuperare immensamente credibilità, competenza, serietà e soprattutto trasparenza. C’è tanta gente della politica che è “fuori rotta”. Chiediamoci: “non sarà la società interna che sbaglia paurosamente?”. Ci sono episodi di corruzione che vanno colpiti e sanati per restituire al più presto la normalità dell’intero sistema. C’è una politica economica di stampo neoliberista che se ne frega se la gente non arriva alla fine del mese. C’è un sistema fiscale che fa acqua da tutte le parti e che premia solo i furbi, chi ruba di natura, addebitando la sua gestione fallimentare ai poveri “cristi” che magari hanno sbagliato un calcolo dal commercialista. C’è un welfare state annichilito e spaventato da tagli ingiusti ed antieconomici. C’è una legge elettorale, che, giustamente, è stata definita da parte degli stessi estensori, una “porcata”.
C’è tanto che non va in questa Italia di oggi dove abbiamo messo da parte anche i sentimenti che avevano fondato la nostra storia migliore: la tolleranza, la solidarietà, la sobrietà. Però, guai dai facili piagnistei, dalle autoassoluzioni. Con il mio amico Faber, mi verrebbe da dire: “Avete votato ancora / la sicurezza, la disciplina, / convinti di allontanare / la paura di cambiare / verremo ancora alle vostre porte / e grideremo ancora più forte / per quanto voi vi crediate assolti / siete per sempre coinvolti”. Però non credo alla separazione tra società civile buona, contrapposta ad una società politica marcia. Siamo, da molti anni, tutti responsabili ed inadempienti.
In questo senso la seconda Repubblica non è mai nata”.
Dario Meneguzzo
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