No alla compatibilità paesaggistica per i volumi interrati
Il T.A.R. Brescia ha negato la compatibilità paesaggistica ad un intervento edilizio abusivo comportante un incremento del tetto di soli 38 cm, ma compensato dall’incassamento nel terreno di una parte maggiore dell’immobile.
Il Collegio giunge a tale conclusone ricordando l’applicazione giurisprudenziale dell’art. 167 del d. lgs. n. 42/2004 che, come noto, esclude dalla compatibilità paesaggistica ogni opera determinante un volume e/o una superfice utile percepibile dall’esterno.
Tale approdo viene poi esteso anche ai volumi interrati in tutto e/o in parte.
In realtà, altra parte della giurisprudenza nega tale assunto se l’opera de qua è completamente interrata e, quindi, non è percepibile dall’esterno.
Tale orientamento, a giudizio di chi scrive, appare maggiormente ragionevole, essendo necessario valutare se l’opera, globalmente considerata, abbia inciso in senso peggiorativo sul paesaggio circostante.
Analogo discorso, sempre a parere dello scrivente, dovrebbe essere svolto con riferimento alle altre difformità minimali del fabbricato (i.e. colmo leggermente più alto e/o diversa dislocazione delle forometrie).
Pertanto, citando il famoso cantautore Francesco De Gregori, è proprio il caso di dire: “Cercavi giustizia, ma trovasti la legge”.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
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