Author Archive for: SanVittore

Omessa comunicazione di avvio del procedimento

01 Giu 2023
1 Giugno 2023

Il TAR Veneto ha affermato che, ove il ricorrente si limiti a dedurre la mancata comunicazione di avvio per contestare la legittimità del provvedimento adottato dalla P.A., senza nemmeno allegare le circostanze che intendeva sottoporre alla P.A. stessa, detto motivo è inammissibile.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Osservazioni e contestazioni

01 Giu 2023
1 Giugno 2023

Il TAR Veneto sottolinea ancora una volta che, in sede di controdeduzioni alle osservazioni procedimentali del privato, la P.A. non è obbligata a confutarle analiticamente una per una.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Silenzio della P.A. in materia di paesaggio e ambiente

31 Mag 2023
31 Maggio 2023

Il Consiglio di Stato, con lapidaria motivazione, ha affermato che in materia ambientale e paesaggistica non si può procedere per silenzio-assenso, bensì per provvedimenti espliciti (art. 20, co. 4 l. 241/1990). In particolare, nessun titolo edilizio può formarsi per silentium, ove sull’area interessata vertano vincoli paesaggistici.

Di conseguenza, nel caso di specie, il privato non aveva diritto al risarcimento dell’asserito danno patito a seguito dell’annullamento in autotutela del permesso di costruire che egli riteneva essersi formato per silentium: in realtà, non si era formato alcun PdC, stante la presenza in loco di un vincolo paesaggistico.

Post di Daniele Iselle

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Norme sulle distanze: d.m. 1444/1968 e previsioni comunali contrastanti

31 Mag 2023
31 Maggio 2023

Il Consiglio di Stato ha affermato che l’art. 9 d.m. 1444/1968 è una norma imperativa – e, quindi, inderogabile – volta a predeterminare in via generale le distanze tra le costruzioni, in considerazione delle esigenze collettive connesse ai bisogni di igiene e di sicurezza, che integra il regime delle distanze nelle costruzioni con efficacia precettiva.

Per l’effetto, le previsioni urbanistiche comunali contrastanti con tale norma sono illegittime e, perciò solo, sono disapplicate dal G.A. che conosca dell’impugnazione del titolo edilizio emesso sulla loro base, il quale, in omaggio al criterio di gerarchia delle fonti, applica la norma di livello superiore.

La distanza minima è imposta per qualsiasi forma di nuova costruzione da effettuarsi in tutto il territorio comunale, soggiacente, come tale, sia al regime di nuova costruzione (strictu senso, nuovi edifici; ampliamenti, sopraelevazioni, addizioni volumetriche, superficie), sia al regime ricostruttivo (lato sensu, demolizione e ricostruzione, integrale o parziale di edifici, traslazione volumi e area di sedime; modifiche di sagoma, anche a parità di volume, modifiche planivolumetriche).

Le uniche eccezioni sono: a) gli interventi di risanamento conservativo; b) le ristrutturazioni di edifici situati in Zona A, dove le distanze tra edifici non possono essere inferiori a quelle intercorrenti tra i volumi edificati preesistenti, computati senza tener conto di costruzioni aggiuntive di epoca recente e prive di valore storico, artistico o ambientale; c) i gruppi di edifici che formano oggetto di piani particolareggiati o lottizzazioni convenzionate con specifiche previsioni planovolumetriche; d) la particolare deroga prevista per finalità di risparmio energetico (cappotto termico).

A fronte di questo, l’art. 2-bis d.P.R. 380/2001 consente, nel quadro dei principi che informano la potestà legislativa concorrente delle Regioni in materia di governo del territorio, la possibilità di prevedere con normazione a livello territoriale, a determinate condizioni, disposizioni derogatorie al d.m. 1444/1968.

Nel caso di specie, il Consiglio ha disapplicato le norme del P.R.G. di un Comune pugliese, nella parte in cui derogavano alle distanze minime di cui all’art. 9 d.m. 1444/1968 in assenza di una legislazione regionale che legittimasse i Comuni a prevedere siffatte deroghe.

Post di Daniele Iselle

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Un gentiluomo … è tale stando in terra come stando in cima agli alberi … se si comporta rettamente (Italo Calvino, “Il barone rampante”)

31 Mag 2023
31 Maggio 2023

Nel caso di specie, il privato realizzava una casetta in legno sull’estremità più alta di un tronco di palma alla quale era stata tagliata la chioma in seguito alla morte della pianta perché colpita da un parassita, il punteruolo rosso. La casetta si sviluppava su due livelli: al piano inferiore vi era un terrazzino ad un’altezza di ca. 2 m dal suolo; al piano superiore, raggiungibile con apposita scala a pioli, si trovava un vano chiuso avente una superficie di ca. 4 mq, dotato di tre finestre, tavolo, sedie e impianto elettrico. L’opera era realizzata senza l’ausilio di nessun tipo di fondazione, se non quella dell’ancoraggio al suolo del tronco della palma ed era utilizzata anche dai bambini del circondario per giocare.

Il Comune ingiungeva la demolizione dell’opera perché: a) doveva qualificarsi come nuova costruzione realizzata senza titolo; b) era realizzata in fascia esondabile A (zona rossa) del Piano di bacino ivi vigente, ove sono vietate le nuove costruzioni; c) era situata in area di protezione paesaggistica del P.R.G., ove non sono ammesse costruzioni analoghe a quella in questione.

Il TAR Liguria ha riconosciuto la legittimità dell’ordinanza di demolizione, data la fondatezza di tutti i tre i motivi posti a base del provvedimento.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Il Comune deve risarcire i danni per il baccano notturno e adottare misure per contenerlo

31 Mag 2023
31 Maggio 2023

 La Cassazione spiega che il Comune è responsabile delle immissioni rumorose notturne prodotte dagli avventori dei locali, dopo la chiusura degli stessi, ed è soggetto all'obbligo di risarcire i danni subiti dai privati e di adottare misure volte a riportare le immissioni entro valori tollerabili

Post di Diego Giraldo – avvocato

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Sul valore delle F.A.Q.

31 Mag 2023
31 Maggio 2023

Il T.A.R. ricorda il valore delle F.A.Q. che, pur non essendo una fonte vincolante della gara, forniscono una sorta di interpretazione autentica delle sue clausole.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Soccorso procedimentale e istruttorio

31 Mag 2023
31 Maggio 2023

Il T.A.R. si sofferma sulle differenze e le analogie sussistenti tra l’istituto del soccorso procedimentale e quello del soccorso istruttorio in tema di appalti pubblici.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Silenzio della Soprintendenza nei procedimenti paesaggistici

31 Mag 2023
31 Maggio 2023

Vi è grande dibattito in giurisprudenza sul significato da attribuire al silenzio della Soprintendenza nei procedimenti di autorizzazione paesaggistica (art. 146 d.lgs. 42/2004), oppure di compatibilità paesaggistica (art. 167, co. 5 d.lgs. 42/2004).

Le tesi possibili sono tre, una volta scaduto il termine di legge:

  1. a) consumazione del potere per l’organo statale di rendere un qualunque parere (di carattere vincolante o meno);
  2. b) permanenza in capo alla Soprintendenza del potere di emanare un parere di carattere vincolante, nonostante la decorrenza del relativo termine perentorio;
  3. c) residua possibilità per l’organo statale di rendere comunque un parere che, però, perderebbe il carattere di vincolatività e dovrebbe essere autonomamente valutato dalla P.A. deputata all’adozione dell’atto autorizzatorio finale.

Il TAR Sardegna ha aderito a quest’ultima interpretazione.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Sull’obbligo del Comune di concludere il procedimento

30 Mag 2023
30 Maggio 2023

Il T.A.R. Milano ricorda la normativa della l. n. 241/1990, come interpretata dalla giurisprudenza amministrativa, circa l’obbligo di conclusione del procedimento amministrativo.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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