Così vuole il destino: che nessuna cosa resti sempre in uno stesso luogo (Seneca)
Nel 41 d.C., l'imperatore Claudio, successore di Caligola, condanna il filosofo Lucio Anneo Seneca all'esilio in Corsica con l'accusa di adulterio con la giovane Giulia Livilla, sorella di Caligola.
Resta quindi in Corsica fino all'anno 49, quando Agrippina minore riesce ad ottenere il suo ritorno dall'esilio, scegliendolo come tutore del figlio Nerone.
Durante l'esilio, scrive un testo per la madre Elvia, intitolato "Ad Helviam matrem de consolatione", nel cui capitolo VII parla dei migranti: per sentire discorsi seri sul tema dobbiamo leggere un'opera di 2000 anni fa.
post di Dario Meneguzzo - avvocato
Seneca, traduzione Ad Helviam matrem de consolatione, cap. VII
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