Il mancato tempestivo pagamento dell’oblazione del condono edilzio

24 Set 2024
24 Settembre 2024

Il TAR Veneto ha affermato che il mancato pagamento dell’oblazione nei termini comporta per ciò solo l’applicazione delle sanzioni e, quindi, prima di tutto la rimessione in pristino ovvero la demolizione per il caso di opere realizzate senza titolo, senza che sia possibile un adempimento tardivo. Tale impostazione è coerente con la logica delle norme sul condono: una deroga alle norme che disciplinano l’assetto del territorio, motivata dalla necessità di reperire risorse finanziarie attraverso le oblazioni richieste per ottenerla, ha significato solo se, entro un periodo di tempo ben definito, si realizzano tutte le condizioni disposte dalla legge. Consentire in via interpretativa una dilazione al pagamento delle oblazioni stesse comporterebbe, viceversa, una lesione duplice, perché i valori sottesi alla programmazione del territorio sarebbero violati ugualmente, senza al contempo ottenere i ricavi finanziari auspicati.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Patente per le imprese e i lavoratori autonomi operanti nei cantieri temporanei o mobili

24 Set 2024
24 Settembre 2024

Ministero del lavoro e delle politiche sociali

Regolamento relativo all’individuazione delle modalita’ di presentazione della domanda per il conseguimento della patente per le imprese e i lavoratori autonomi operanti nei cantieri temporanei o mobili. (24G00151) 

note: Entrata in vigore del provvedimento: 01/10/2024

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2024/09/20/24G00151/SG

Post di Daniele Iselle

La fiscalizzazione e la bollitura del reo

23 Set 2024
23 Settembre 2024

L'articolo 34 del DPR 380 prevede una fattispecie ragionevole (nota come "fiscalizzazione") con una sanzione che, però, nel corso del tempo si sta evolvendo in modo sempre più eccessivo e sproporzionato.

La fattispecie ragionevole è quella degli interventi e delle opere realizzati in parziale difformità dal permesso di costruire che non possono essere in qualche modo sanati e neanche demoliti senza pregiudizio della parte eseguita in conformità: per essi si prevede che al posto della demolizione si paghi una sanzione pecuniaria.

Del resto si consideri che in tantissimi casi gli attuali proprietari di questi beni non sono gli autori degli abusi, spesso realizzati anche 50 o 70 anni fa, ma magari gli eredi o spesso anche gli acquirenti in buona fede ignari del problema.

La sanzione che si sta evolvendo in modo sempre piĂą irragionevole: nel testo originario si prevedeva di calcolarla in misura pari al doppio del costo di produzione, stabilito in base alla legge 27 luglio 1978, n. 392, della parte dell'opera realizzata in difformitĂ  dal permesso di costruire, se ad uso residenziale, e pari al doppio del valore venale, determinato a cura della agenzia del territorio, per le opere adibite ad usi diversi da quello residenziale.

Una prima spinta a rendere eccessiva la sanzione sulla parte residenziale la diede la giurisprudenza, dicendo una cosa che la legge non prevede affatto, vale che il costo di produzione stabilito in base alla legge 27 luglio 1978, n. 392 dovesse non solo essere raddoppiato, ma anche attualizzato ad oggi: in questo modo la sanzione raggiunse importi davvero molto elevati e inaccessibili per molti cittadini.

La frenesia punitiva ha avuto una accelerazione col decreto-legge n. 69 del 2024, convertito dalla legge n. 105 del 2024, che ha stabilito, nell'articolo 9-bis, comma 1-bis, che il pagamento della sanzione dell'articolo 34 conferisce all'immobile "fiscalizzato" lo stato legittimo: prima di questa previsione l'immobile fiscalizzato rimaneva abusivo, anche se non demolibile.

Adesso la legge prevede che la sanzione debba essere moltiplicata per tre, invece che per due, rendendo così astronomico un importo che spesso già prima era lunare (a causa della attualizzazione).

La logica di questo aggravamento della sanzione consiste nell'idea che, siccome lo Stato e i Comuni sono così "buoni" che ti consentono di sanare un immobile gravemente abusivo (anche se non è colpa dell'interessato), allora questo beneficio deve essere pagato a carissimo prezzo.

Per fortuna che nessuno ha ricordato al legislatore che in passato una pena utilizzata per infierire sul reo era la sua bollitura.

La conseguenza concreta dell'importo eccessivo della sanzione è che spesso i possibili interessati evitano di chiedere la fiscalizzazione e la parte abusiva dell'immobile rimane lì in una sorta di limbo, non demolita, non sanata e non fiscalizzata, in attesa di tempi migliori.

E questa situazione danneggia la commerciabilitĂ  di questi immobili senza portare alcun vantaggio all'ordinato assetto del territorio dal punto di vista edilizio e urbanistico.

Post di Dario Meneguzzo - avvocato

P.s. Se fiscalizzare 40 mq costasse 40.000 euro, l'importo sarebbe elevato, ma affrontabile, Ma se costa 200.000 euro, chi ha interesse a fiscalizzare?

Antenne radio e canoni concessori

23 Set 2024
23 Settembre 2024

Il T.A.R. Veneto spiega perché le antenne radio che occupano il suolo comunale, di regola, non sono soggetto ai canoni concessori: ai sensi dell’art. 93 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche (CCE), come sostituito dall’art. 68 del d. lgs. n. 70 del 2012, infatti, i Comuni non possono imporre, per l’impianto di reti, oneri o canoni non stabiliti per legge.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Antenne telefoniche e Piano delle localizzazioni

23 Set 2024
23 Settembre 2024

Il TAR Sardegna ha annullato un diniego di autorizzazione all’installazione di un impianto radio base sul lastrico solare di un edificio di proprietà privata, motivato esclusivamente sul fatto che il richiedente non ha richiesto previamente l’inserimento dell’impianto nel Piano delle localizzazioni.

L’indicazione dei siti idonei non è tassativa e, laddove il gestore proponga siti diversi, l’ufficio competente deve svolgere un’istruttoria tecnica per verificare che tali siti non siano incompatibili con gli interessi primari che il Piano delle antenne è preposto ex lege a tutelare.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Come funziona il silenzio assenso sull’istanza per l’installazione di una stazione radio base per telefonia mobile

23 Set 2024
23 Settembre 2024

Il Consiglio di Stato chiarisce che il silenzio assenso sull’istanza per l’installazione di una stazione radio base per telefonia mobile non si forma se la domanda non è completa, ma, se la documentazione è completa, si forma anche se è in contrasto con la normativa, se il Comune non provvedere prima.

Post di Dario Meneguzzo - avvocato 

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Diniego di installazione di un’antenna telefonica: vi sono controinteressati al ricorso?

23 Set 2024
23 Settembre 2024

Il TAR Sardegna ha affermato che, qualora l’impresa di telefonia impugni il diniego di autorizzazione all’installazione di un impianto radio base sul lastrico solare di un edificio di proprietà privata, non vi è alcun controinteressato in senso tecnico, considerato che l’accoglimento dell’istanza in alcun modo impedirebbe agli altri operatori del settore di fare analoghe richieste su altri siti (privati o pubblici).

Post di Alberto Antico – avvocato

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Diritto intertemporale in materia di normativa locale sulla localizzazione delle antenne telefoniche

23 Set 2024
23 Settembre 2024

Il TAR Sardegna ha affermato che, qualora un’impresa di telefonia si veda opporre un diniego di autorizzazione all’installazione di un impianto radio base sulla base del regolamento e del Piano delle localizzazioni allora vigente, non ha interesse ad impugnare le successive modifiche di tali normative.

Le previsioni sopravvenute hanno carattere generale ed astratto e, ratione temporis, non trovano concreta applicazione a sfavore delle pratiche presentate in precedenza.

Nel caso di specie, poi, l’unica sopravvenienza sfavorevole per l’impresa (costituita dalla prossimità di una scuola dell’infanzia, quale “sito sensibile”) si rinveniva nella relazione contenente le controdeduzioni alle osservazioni presentate nella fase di consultazione che ha preceduto l’approvazione del nuovo Regolamento: tale relazione, tuttavia, è solo un atto avente natura endoprocedimentale, come tale insuscettibile di arrecare una lesione concreta ed attuale alla posizione dell’impresa.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Concorso pubblico e requisiti di partecipazione

21 Set 2024
21 Settembre 2024

Il T.A.R. ricorda che i requisiti di partecipazione, vuoi nelle procedure concorsuali vuoi nelle gare d’appalto, sono frutto di amplissima discrezionalità amministrativa, purché non sfocino nell’irragionevolezza e/o nell’arbitrarietà.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Sub-appalto ed intermediario

21 Set 2024
21 Settembre 2024

Il T.A.R. Veneto spiega perché il rapporto intercorrente tra intermediario e soggetto esecutore rientri nella nozione di sub-appalto. Nella fattispecie si trattava di attività di recupero e trasporto dei rifiuti svolta da un intermediario senza detenzione di rifiuti, ai sensi dell’art. 183, comma 1, lett. l), del d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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