Noleggio con conducente (NCC): il delicato riparto di competenze tra Stato e Regioni

21 Nov 2025
21 Novembre 2025

La Corte costituzionale, in parziale accoglimento del ricorso promosso dalla Regione Calabria, ha affermato che non spettava allo Stato e, per esso, al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in proprio e di concerto con il Ministero dell’interno, adottare

atti che impongano obblighi e divieti agli esercenti del servizio di noleggio con conducente (NCC), che siano tali da perseguire con mezzi sproporzionati il fine concorrenziale di garantire che i soli taxi possano rivolgersi a una utenza indifferenziata. Valicando i limiti della competenza statale nella materia tutela della concorrenza e regolando l’esercizio del servizio NCC, lo Stato ha invaso la materia di competenza regionale del trasporto pubblico locale.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Contrario al diritto dell’UE il rinnovo automatico di 12 anni disposto dal d.l. 34/2020 nella concessione di aree pubbliche per il commercio ambulante

21 Nov 2025
21 Novembre 2025

Il Consiglio di Stato ha affermato che, a tutela della concorrenza e della libertà di stabilimento, anche ai fini della concessione di aree pubbliche per il commercio ambulante, deve farsi applicazione del diritto dell’UE secondo cui per le attività economiche che utilizzano la disponibilità esclusiva di un bene pubblico caratterizzato dalla “scarsità” della relativa risorsa, il rilascio del titolo autorizzativo deve avvenire nel rispetto di rigose condizioni, ovvero previo espletamento di una procedura di selezione tra i candidati potenziali, che presenti adeguate garanzie di imparzialità e di trasparenza (art. 12, par. 1 della direttiva 2006/123/CE), “per una durata limitata adeguata”, e senza previsione di procedure di rinnovo automatico, né di altri vantaggi per il prestatore uscente.

L’art. 181, co. 4-bis d.l. 34/2020, come convertito dalla l. 77/2020, deve essere disapplicato poiché, nel prevedere un rinnovo automatico di 12 anni delle concessioni in essere, si pone in contrasto con il diritto dell’UE e, in particolare, con il citato art. 12 della cd. direttiva servizi, in quanto, in violazione del principio della concorrenza, preclude l’accesso al mercato, tramite procedure imparziali di selezione, a nuovi potenziali operatori, garantendo invece una posizione di “privilegio” agli operatori già beneficiari di un rapporto concessorio.

Post di Alberto Antico – avvocato

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L’appalto a corpo e l’appalto a misura

21 Nov 2025
21 Novembre 2025

Il TAR Catania ha affermato che nell’appalto cd. a corpo, il prezzo è determinato in una somma fissa ed invariabile, che risulta dal ribasso offerto dall’operatore sull’importo a base d’asta e che non può subire modifiche in relazione alla quantità o alla qualità delle prestazioni effettivamente eseguite. Diversamente, per l’appalto cd. a misura, il corrispettivo è stabilito fissando il prezzo per ogni unità dell’opera finita e per ogni tipologia di prestazione occorrente per la sua realizzazione, con la conseguenza che il prezzo convenuto può variare secondo la quantità effettiva dei lavori o servizi eseguiti.

Nell’appalto a corpo il rischio di un incremento delle prestazioni necessarie è posto a carico dell’appaltatore, rientrando nella normale alea contrattuale; nell’appalto a misura il detto rischio ricade sull’Ente appaltante, perché il costo complessivo viene determinato a consuntivo.

In caso di omessa indicazione, nella lex specialis, del sistema di determinazione del prezzo dell’appalto (a corpo o a misura), questo deve essere desunto dalla concreta disamina delle disposizioni contenute nel disciplinare di gara e nel capitolato speciale d’appalto, non potendosi a priori escludere che l’appalto sia a corpo in ragione del carattere residuale attribuito dal legislatore a tale sistema.

Le disposizioni della lex specialis che consentono al committente, in presenza di particolari circostanze, di richiedere servizi aggiuntivi o straordinari, non incidono sulla qualificazione di un appalto a corpo, laddove si tratti di previsioni volte a fronteggiare eventuali situazioni impreviste, imprevedibili o d’emergenza, ricadenti al di fuori dell’alea normale. In tali casi, solo le eccedenze devono essere remunerate a misura.

Nell’appalto a corpo, in cui la somma complessiva offerta copre l’esecuzione di tutte le prestazioni contrattuali, il computo metrico estimativo ha un valore meramente indicativo delle voci di costo che hanno concorso a formare il detto importo finale e risulta irrilevante al fine di determinare il contenuto dell’offerta economica. Pertanto, deve considerarsi nulla la previsione del disciplinare di gara secondo cui l’offerta economica deve contenere, a pena di esclusione, la stima dei costi delle migliorie proposte con valorizzazione dei prezzi unitari, in quanto introduce un’ipotesi di esclusione diversa da quelle tassativamente previste dalla legge.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Il principio di equivalenza nei pubblici appalti

21 Nov 2025
21 Novembre 2025

Il TAR Salerno ha affermato che l’importanza del risultato nella disciplina dell’attività della P.A. non va riguardata ponendo tale valore in chiave antagonista di frizione rispetto al principio di legalità, atteso che il significato attribuito alla nozione di risultato dal d.lgs. 36/2023 non ha riguardo unicamente alla rapidità e all’economicità, ma anche alla qualità della prestazione. L’applicazione del principio del risultato conduce a ritenere che la migliore offerta sia quella che presenta le migliori condizioni economiche, ma solo a parità di requisiti qualitativi richiesti.

Il principio di equivalenza attribuisce alla Stazione appaltante la possibilità di ammettere alla comparazione prodotti aventi specifiche tecniche equivalenti a quelle richieste, ai fini della selezione della migliore offerta e presuppone la corrispondenza delle prestazioni del prodotto offerto, ancorché difforme dalle specifiche tecniche indicate dalla Stazione stessa, quale conformità sostanziale con le dette specifiche tecniche, nella misura in cui queste vengano nella sostanza soddisfatte.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Parere paesaggistico e copianificazione territoriale

20 Nov 2025
20 Novembre 2025

Il Consiglio di Stato ha affermato che ai sensi dell’art. 146, co. 5 d.lgs. 42/2024, la verifica ministeriale sullo strumento urbanistico locale, adeguato alle prescrizioni d’uso contenute negli atti di pianificazione paesaggistica, costituisce una fase aggiuntiva alla fase di predisposizione e adozione dell’adeguamento degli strumenti urbanistici, essenziale per la degradazione della portata del parere della Soprintendenza, da vincolante, in obbligatorio non vincolante. Ciò vale anche nel caso in cui il Ministero abbia partecipato alle conferenze di servizi di copianificazione.

Non è affetto da deficit istruttorio e motivazionale il parere negativo della Soprintendenza, reso in sede di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, relativamente ad una struttura in fascia costiera, motivato anche in ragione del rilievo che la struttura progettata (un bar ristorante con parcheggio), sebbene amovibile, di fatto non si presta a essere rimossa a seguito del periodo estivo, ospitando un’attività commerciale suscettibile di fruizione tutto l’anno, per cui determina una trasformazione definitiva del paesaggio, anche alla luce del consequenziale influsso antropico.

Ai fini dello scrutinio della legittimità del parere soprintendentizio non rilevano le autorizzazioni paesaggistiche rilasciate in relazione ad altre strutture, anche finitime, in considerazione del margine di apprezzamento rimesso all’Autorità e alla specificità dei casi concreti, per cui il giudizio di compatibilità paesaggistica normalmente non è comparabile con altri giudizi già operati; l’eccesso di potere per disparità di trattamento è configurabile solo sul presupposto dell’identità assoluta della situazione presa a confronto, il cui onere probatorio ricade sul ricorrente.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Sul pregiudizio paesaggistico

20 Nov 2025
20 Novembre 2025

Il TAR Veneto ricorda che il pregiudizio paesaggistico non si riduce ad una valutazione meramente estetica, dovendosi verificare l’impatto ambientale e a livello di creazione o meno di nuovi volumi (nel caso di specie, è stata ritenuta non compatibile a livello paesaggistico una piscina ancorata ad una piattaforma di cemento sporgente dal suolo).

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Il diniego di compatibilità paesaggistica nel caso di volumi o superfici è un atto vincolato?

20 Nov 2025
20 Novembre 2025

Il TAR Veneto ha risposto di sì.

E infatti, l’avvenuto accertamento dell’esistenza di volumi e superfici in zona vincolata impediscono il rilascio della compatibilità paesaggistica, essendo irrilevante l’eventuale contributo del privato (non interpellato mediante comunicazione ex art. 10-bis). In sede di giudizio, peraltro, il ricorrente non aveva contestato l’esistenza in sé dei nuovi volumi non previamente autorizzati, ma solamente sollevato censure formali.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Parco dei Colli Euganei e industrie giĂ  ivi stanziate

20 Nov 2025
20 Novembre 2025

Il TAR Veneto ha rammentato qual è la disciplina vigente nel Parco Regionale dei Colli Euganei, in particolare per quegli impianti industriali già esistenti e funzionanti all’interno dello stesso al momento della sua istituzione.

Seppure infatti sia previsto nel Piano Ambientale che devono essere definiti i tempi e i modi di prosecuzione dell’attività produttiva e della sua eventuale dismissione, ciò non comporta automaticamente la possibilità di bloccarla in modo unilaterale, dovendo prima – più ragionevolmente – disciplinarne lo svolgimento nella modalità più coerente possibile con l’interesse ambientale.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Prevalenza del vincolo

20 Nov 2025
20 Novembre 2025

Il TAR Veneto ha ricordato che il vincolo esistente su un immobile prevale rispetto a qualsivoglia provvedimento autorizzativo rilasciato sul fabbricato, in quanto il bene giuridico tutelato è superiore rispetto allo ius aedificandi del privato.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Assicurare la fiducia: la Corte dei conti ridefinisce la responsabilitĂ  del progettista pubblico nel nuovo Codice dei contratti

19 Nov 2025
19 Novembre 2025

Con la deliberazione n. 19 del 17 ottobre 2025, le Sezioni Riunite in sede di Autonomie della Corte dei conti offrono una svolta interpretativa di rilievo nel diritto amministrativo contemporaneo, chiarendo l’ambito di applicazione dell’obbligo di copertura assicurativa per i progettisti e i verificatori interni alla Pubblica Amministrazione.

Il Dottor Riccardo Renzi ha predisposto una nota sul tema.

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