Decorrenza del termine di impugnazione dei provvedimenti in materia edilizia
Nel caso di specie, i ricorrenti impugnavano una variante ad un Piano di recupero ed un permesso di costruire per la realizzazione di una tensostruttura di m. 40x27 da utilizzare quale palestra di una scuola privata ed impianto polivalente.
Il Comune e la scuola eccepivano la tardività del ricorso, dimostrando la piena conoscenza dell’intervento assentito a mezzo della corrispondenza telematica con uno dei ricorrenti, difensore anche del condominio parimenti ricorrente, da articoli di giornale sull’argomento, dai verbali dell’assemblea condominiale, dagli atti dell’azione civile proposta dal condominio stesso e dalla vicinanza dei ricorrenti ai luoghi di causa.
Il Consiglio di Stato ha accolto l’eccezione.
L’inizio dei lavori segna il dies a quo della tempestiva proposizione del ricorso laddove si contesti l’an della edificazione (cioè laddove si sostenga che nessun manufatto poteva essere edificato sull’area), mentre ove si contesti il quomodo (distanze, consistenza ecc.), il dies a quo va fatto coincidere con il completamento dei lavori ovvero con il grado di sviluppo degli stessi, ove renda palese l’esatta dimensione, consistenza, finalità , dell’erigendo manufatto, ferma restando la possibilità -onere, da parte di chi solleva l’eccezione di tardività , di provare anche in via presuntiva, la concreta anteriore conoscenza del provvedimento lesivo in capo al ricorrente.
Post di Daniele Iselle
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