Esempi di mutamenti intra-categoria che potrebbero richiedere titolo edilizio:
Mutamenti da una tipologia di commercio a un’altra (come il passaggio da commercio all’ingrosso a commercio al dettaglio) che potrebbero alterare la destinazione d’uso pratica di un’area (anche se rimani dentro la categoria “commerciale”), soprattutto in termini di afflusso di persone, parcheggi, viabilitĂ e servizi. In questo caso, la legge regionale e le norme locali potrebbero richiedere una comunicazione di avvio attivitĂ o una SCIA.
Mutamenti da un’attivitĂ industriale a una artigianale: anche se si rimane nella stessa categoria funzionale (attivitĂ produttive), l’intensitĂ e il tipo di impatto (soprattutto ambientale) potrebbero richiedere un esame preliminare o una comunicazione formale al comune.
L’aspetto centrale qui è che la legge regionale consente liberamente i mutamenti intra-categoria, cioè il cambio d’uso che avviene all’interno della stessa categoria funzionale. Questo significa che, se un immobile è giĂ classificato in una certa categoria d’uso (ad esempio, “produttivo”), sarĂ possibile modificarne la destinazione d’uso da un tipo di attivitĂ produttiva a un altro (ad esempio, da industriale a artigianale) senza necessitĂ di un’autorizzazione complessa, fintanto che il cambiamento rimane all’interno della stessa categoria.
Mutamenti intra-categoria (come da industriale a artigianale) possono influenzare gli oneri di urbanizzazione, con una variazione delle tariffe applicabili a seconda della destinazione d’uso.
Se un immobile commerciale cambia destinazione da commercio al dettaglio a somministrazione di alimenti e bevande, si resta sempre nella categoria “commerciale”, e quindi non sarebbe necessario alcun permesso speciale.
In veritĂ il commerciale all’ingrosso da quello al dettaglio, per un esistente in zona produttiva, è molto differente sia in termini di fattibilitĂ sia in termini di standard urbanistici.
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Perché non tutte le modifiche intra-categoria sono libere?
La legge regionale stabilisce che i mutamenti intra-categoria (come da residenziale a residenziale, commerciale a commerciale, industriale a industriale) non necessitano di un titolo edilizio se non sono accompagnati da opere edilizie, a meno che non vi siano limitazioni nello strumento urbanistico comunale. Tuttavia, ci sono delle restrizioni e condizioni che possono entrare in gioco, specialmente quando:
Esempi di mutamenti intra-categoria che potrebbero richiedere titolo edilizio:
Mutamenti da una tipologia di commercio a un’altra (come il passaggio da commercio all’ingrosso a commercio al dettaglio) che potrebbero alterare la destinazione d’uso pratica di un’area (anche se rimani dentro la categoria “commerciale”), soprattutto in termini di afflusso di persone, parcheggi, viabilitĂ e servizi. In questo caso, la legge regionale e le norme locali potrebbero richiedere una comunicazione di avvio attivitĂ o una SCIA.
Mutamenti da un’attivitĂ industriale a una artigianale: anche se si rimane nella stessa categoria funzionale (attivitĂ produttive), l’intensitĂ e il tipo di impatto (soprattutto ambientale) potrebbero richiedere un esame preliminare o una comunicazione formale al comune.
Liberalizzazione piĂą ampia per intra-categoria senza opere: nessun titolo edilizio necessario, nemmeno SCIA.
*Turistico-ricettiva – Da B&B a affittacamere o albergo
L’aspetto centrale qui è che la legge regionale consente liberamente i mutamenti intra-categoria, cioè il cambio d’uso che avviene all’interno della stessa categoria funzionale. Questo significa che, se un immobile è giĂ classificato in una certa categoria d’uso (ad esempio, “produttivo”), sarĂ possibile modificarne la destinazione d’uso da un tipo di attivitĂ produttiva a un altro (ad esempio, da industriale a artigianale) senza necessitĂ di un’autorizzazione complessa, fintanto che il cambiamento rimane all’interno della stessa categoria.
Mutamenti intra-categoria (come da industriale a artigianale) possono influenzare gli oneri di urbanizzazione, con una variazione delle tariffe applicabili a seconda della destinazione d’uso.
Se un immobile commerciale cambia destinazione da commercio al dettaglio a somministrazione di alimenti e bevande, si resta sempre nella categoria “commerciale”, e quindi non sarebbe necessario alcun permesso speciale.
In veritĂ il commerciale all’ingrosso da quello al dettaglio, per un esistente in zona produttiva, è molto differente sia in termini di fattibilitĂ sia in termini di standard urbanistici.
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