Quando bisogna impugnare il PDC e anche il piano attuativo
Nel caso di specie, un privato impugnava il Permesso di Costruire rilasciato al vicino, nel contesto di un PUA, sostenendo che l’opera progettata avrebbe violato le superiori previsioni del PRG, sia in termini di intrinseca contraddittorietà per aver approvato e reso attuabile urbanisticamente il progetto presentato in una zona asseritamente destinata a “verde” e “parcheggi”, sia con riferimento all’affermata violazione della legge sul cd. Piano casa quanto alla cubatura ritenuta realizzabile.
Il Consiglio di Stato ha affermato che, visto il tenore delle doglianze, il ricorrente avrebbe dovuto impugnare il PUA, in quanto provvedimento di pianificazione che autorizzava, in maniera specifica e dettagliata, la realizzazione dell’opera in questione. Il PdC si era limitato a dargli concreta esecuzione.
Post di Dario Meneguzzo – avvocato
Questo contenuto è accessibile solo agli abbonati. Se sei abbonato, procedi con il login. Se vuoi abbonarti, clicca su "Come registrarsi" sulla colonna azzurra a destra
Degno di nota anche come il Consiglio di Stato abbia condannato gli originari ricorrenti, in solido tra loro, alla rifusione, in favore del Comune e dei controinteressati dell’originario riscorso, delle spese di ambedue i gradi di giudizio, spese che sono state liquidate in euro 10.000,00 (diecimila/00), oltre agli accessori di legge (I.V.A., C.P.A. e rimborso spese generali al 15%) per ciascuna parte ( tre ).
E che tale significativa somma consegue all’applicazione dei parametri di cui al regolamento n. 55 del 2014 e dei criteri di cui all’art. 26 comma 1 c.p.a., primo fra tutti quello relativo alla eccessiva lunghezza degli scritti difensivi degli originari ricorrenti.
Leave a Reply
Want to join the discussion?Feel free to contribute!