Il Comune deve motivare l’annullamento d’ufficio; da quando decorre il termine di 18 mesi?
Il Consiglio di Stato, nell’Ad. Pl. n. 8/2017 ha confermato che sussiste, in capo al Comune, l’obbligo di motivare puntualmente le ragioni di pubblico interesse sottese all’annullamento d’ufficio, salvo che ci siano state false e/o inesatte dichiarazioni del privato che hano comportato l’adozione – a suo favore – di un provvedimento illegittimo e/o che ci siano prevalenti ed assorbenti ragioni di pubblico interesse che giustificano l’annullamento (i.e. vincoli di inedificabilità assoluti, etc.).
La sentenza, inoltre, sembra affermare che il c.d. termine ragionevole per annullare d’ufficio un provvedimento amministrativo illegittimo, in presenza di dichiarazioni mendaci, decorre da quanto la Pubblica Amministrazione ha piena contezza di ciò.
Detto in altre parole, i diciotto mesi sono ancorati ad un termine inziale c.d. “mobile”, ovvero da quando il Comune ha tutti gli elementi per comprendere appieno la falsità delle dichiarazioni.
Si tratta di un chiarimento molto importante perché, finora, molti Giudici avevano interpretato in senso letterale e restrittivo questo termine, senza fare alcun distinguo.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
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