Quando si impugnano le clausole “ambigue” del bando di un concorso pubblico?
Nel caso di specie, un dipendente comunale vinceva un concorso regionale per l’affidamento di un incarico di collaborazione per il supporto ai procedimenti amministrativi connessi all’attuazione del PNRR.
La Regione annullava poi in autotutela il decreto di conferimento dell’incarico, per non essere il tecnico iscritto all’albo degli architetti, secondo una certa interpretazione di una clausola ambigua di un decreto ministeriale.
Di fronte all’impugnazione del tecnico, la Regione si difendeva dicendo che il decreto ministeriale avrebbe dovuto essere immediatamente impugnato.
Il TAR Veneto ha respinto l’eccezione.
Il carattere dubbio, equivoco o ambiguo di una clausola di un bando di concorso, nel senso di non rendere immediatamente percepibile l’effetto preclusivo della partecipazione per chi sia privo di un determinato requisito soggettivo richiesto dal bando, ne esclude l’immediata lesività e ne consente l’impugnazione unitamente all’atto di esclusione, applicativo della clausola stessa suscettibile di diverse interpretazioni.
Post di Alberto Antico – avvocato
Questo contenuto è accessibile solo agli abbonati. Se sei abbonato, procedi con il login. Se vuoi abbonarti, clicca su "Come registrarsi" sulla colonna azzurra a destra
Leave a Reply
Want to join the discussion?Feel free to contribute!