Tag Archive for: venetoius

DGRV su VIA e AIA

05 Dic 2019
5 Dicembre 2019

Segnaliamo la Deliberazione della Giunta regionale del Veneto n. 1620 del 5 novembre 2019, riguardante la legge regionale del Veneto 18 febbraio 2016, n. 4 "Disposizioni in materia di valutazione di impatto ambientale e di competenze in materia di autorizzazione integrata ambientale". Competenze della Giunta regionale (art. 4, comma 3, lettera h). Criteri e procedure per l'espletamento delle attività di monitoraggio e di controllo di cui all'art. 20. Delibera n. 71/CR del 02/07/2019.

Con tale atto si provvede, ai sensi della L.R. n. 4/2016 ed in conformità con quanto disposto dal D.Lgs. n. 152/06 come da ultimo modificato dal D.Lgs. n. 104/2017, a definire criteri e procedure per la verifica dell’ottemperanza delle condizioni ambientali riportate nei provvedimenti di VIA/verifica di assoggettabilità e per l’esecuzione del monitoraggio ambientale relativo ai progetti sottoposti a VIA in ambito regionale.

DGRV 1620 del 2019

Post di Daniele Iselle - funzionario comunale

Direttive tecniche sul piano di tutela delle acque

05 Dic 2019
5 Dicembre 2019

Segnaliamo la Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 1621 del 2019, riguardante Piano di Tutela delle Acque, art. 15 c.1. Approvazione delle Direttive tecniche per la delimitazione delle aree di salvaguardia delle risorse idriche, in aree territoriali omogenee, per punti di attingimento di acque sotterranee destinate al consumo umano tramite acquedotto.

Al fine di agevolare i Consigli di Bacino nell’individuazione delle aree di salvaguardia delle opere di presa degli acquedotti pubblici di propria competenza, il provvedimento approva specifiche direttive tecniche per la individuazione e delimitazione di tali aree per i punti di prelievo di acque sotterranee, suddivise per aree territoriali omogenee, all’interno delle quali vengono indicate delle metodologie idonee. Vengono inoltre definite le procedure istruttorie con cui approvare le proposte di individuazione delle aree di rispetto delle opere di presa, formulate dai Consigli di Bacino per i territori di competenza.

DGRV 1621 del 2019

Post di Daniele Iselle - funzionario comunale

Il rapporto tra le definizioni del nuovo Regolamento Edilizio Tipo e le misure del Piano Regolatore

04 Dic 2019
4 Dicembre 2019

Il dott. Antonio Buggin, della Unità di Ricerca Energia & Città della Università di Architettura IUAV di Venezia, che sentitamente ringraziamo, ci invia un articolo, che volentieri pubblichiamo, sul rapporto tra le definizioni del nuovo Regolamento Edilizio Tipo e le misure del Piano Regolatore, che riassume una relazione esposta a Treviso il 22 novembre 2019.

A seguito di quell'incontro, in data 26 novembre 2019, è stato pubblicato su Italiaius, a firma di Dario Meneguzzo, un post molto critico sul recepimento delle definizioni uniformi del RET.

L'impressione che stiamo maturando è che la materia non sia assestata e che assisteremo a nuovi sviluppi

Il rapporto tra le definizioni del nuovo Regolamento Edilizio Tipo e le misure del Piano Regolatore

 

Le definizioni uniformi del RET ovvero le buone idee rovinate da una cattiva attuazione

26 Nov 2019
26 Novembre 2019

Il decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n.  380 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia) ed, in particolare, l’articolo 4, comma 1- sexies (introdotto dall’articolo 17 bis decretolegge 133/2014, convertito, con modificazioni, dalla legge 164/2014), stabilisce che: «Il Governo, le regioni e le autonomie locali, in attuazione del principio di leale collaborazione, concludono in sede di Conferenza unificata accordi ai sensi dell’articolo 9 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, o intese ai sensi dell’articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131, per l’adozione di uno schema di regolamento edilizio-tipo, al fine di semplificare e uniformare le norme e gli adempimenti. Ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettere e) e m), della Costituzione, tali accordi costituiscono livello essenziale delle prestazioni, concernenti la tutela della concorrenza e i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Il regolamento edilizio tipo, che indica i requisiti prestazionali degli edifici, con particolare riguardo alla sicurezza e al risparmio energetico, è adottato dai comuni nei termini fissati dai suddetti accordi, comunque entro i termini previsti dall’articolo 2 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni».

L’intesa concernente l’adozione del regolamento edilizio-tipo di cui all’articolo 4, comma 1-sexies, del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n.380  risale al  20 ottobre 2016, siglata in sede di Conferenza unificata, tra il governo, le regioni e le autonomie locali.

Il comma 1 dell’art. 2 dell’Intesa, recante «Modalità e termini di attuazione», concernente l’adozione del regolamento edilizio-tipo, sancisce che le Regioni provvedono al recepimento del Regolamento Edilizio tipo nazionale, prodromico all’adeguamento finale ad opera dei Comuni, che devono recepire i contenuti di tali atti entro 180 giorni dal provvedimento regionale.

Ritengo che in astratto l'idea di fissare definizioni uniformi per tutto il paese sarebbe stata una buona idea, se fosse stata disciplinata in un altro modo.

Infatti è una contraddizione logica evidente stabilire definizioni che poi le regioni e i comuni hanno modificato e stiracchiato di qua e di là: questa esigenza di manipolarle è derivata soprattutto dal fatto che, se fossero state recipite dai comuni le nuove definizioni, sarebbe sorto il problema di come interpretare e applicare anche gli strumenti urbanistici  già vigenti e approvati con un lessico diverso.

L'adeguamento regionale ha inevitabilmente fatto venire meno la uniformità: ma se l'obbiettivo era l'uniformità e essa non si può raggiungere in questo modo, cosa serve fare tutto questo traffico di definizioni? Tanto valeva non fare proprio  niente.

Una soluzione sensata sarebbe stata quella di dire che i comuni utilizzeranno le nuove definizioni quando approveranno o faranno la revisione dei propri strumenti urbanistici.

La Regione Lombardia si è resa conto del problema e ha approvato la D.g.r. 24 ottobre 2018 - n. XI/695  che in parte ha fatto proprio questo, con riferimento al termine entro il quale i comuni devono recepire le definizioni: "4. di stabilire che, decorso il termine di cui al punto precedente, le definizioni uniformi e le disposizioni sovraordinate in materia edilizia trovano diretta applicazione, prevalendo sulle disposizioni comunali con esse incompatibili, e che le definizioni aventi incidenza sulle previsioni dimensionali urbanistiche avranno comunque efficacia a partire dal primo aggiornamento complessivo di tutti gli atti del PGT; sono comunque fatti salvi i procedimenti urbanistici ed edilizi avviati al momento dell’efficacia della presente delibera".

La Regione Veneto, invece, non ha detto niente  su questo punto. Allora ci chiediamo se i comuni veneti potrebbero recepire le definizioni del RET e stabilire che esse non operano immediatamente, ma che verranno utilizzate per redigere i nuovi strumenti urbanistici. Tra l'altro questa soluzione avrebbe anche il vantaggio di essere l'unica che garantisce la perfetta invarianza richiesta dall'intesa.

In linea di massima mi viene da pensare di si,  salvo  per quanto riguarda la misurazione radiale delle distanze (definizione n. 30, allegato B alla DGRV 669 del 15 maggio 2018). In effetti il problema della misurazione delle distanze è accresciuto dal fatto che esse potrebbe rilevare anche nei rapporti tra privati, ai sensi dell'art. 873 del codice civile. Quindi, in ipotesi, se il comune recepisse le definizioni uniformi e stabilisse una loro utilizzazione differita (nei nuovi strumenti urbanistici), ma  nel frattempo rilasciasse titoli edilizi che misurano le distanze non in senso radiale, ma in senso ortogonale (in attesa dei nuovi strumenti urbanistici), il rischio è che sorgano cause tra privati nelle quali il vicino pretenderebbe, invece, una entrata in vigore immediata della definizione sulle distanze.

Secondo me il compromesso potrebbe essere quello che i comuni stabiliscano l'utilizzazione differita delle definizioni, fatta eccezione per quella sulla misurazione radiale delle distanze, da fare entrare in vigore subito (le definizioni la cui efficacia è differita in questa ipotesi sarebbero di più di quelle previste dalla DGR Lombarda).

Può darsi che sia necessario anche precisare da quali parti dell'edificio si misurano le distanze.

Del resto anche in Lombardia la definizione sulla misurazione delle distanze è una di quelle che entra in vigore subito.

Questa soluzione potrebbe essere giustificata non solo per risolvere i dubbi di cui sopra, ma anche alla luce della sentenza del Consiglio di Stato n. 6136 del 2019, che ha stabilito che già adesso la misurazione delle distanze tra pareti finestrate va fatta in modo radiale, a prescindere dalle definizioni uniformi del RET.

A mio parere la misurazione radiale è una scelta imposta da un legislatore che non sa neanche di cosa sta parlando, ma così è e per il momento bisogna adeguarsi, ma sono convinto che prima o poi qualcuno si renderà conto dei pasticci che questa scelta comporta (per esempio, in materia di sanatoria per doppia conformità ex art. 36 del DPR 380/2001).

Ma non sarebbe ancora meglio se Regione Veneto parlasse e dicesse qualcosa?

Dario Meneguzzo - avvocato  

2018_00695_DGR_regolamento edilizio-tipo

Sembra facile recepire il RET (ma sembra solo)

07 Nov 2019
7 Novembre 2019

E' noto che i Comuni devono adeguare i propri regolamenti edilizi e gli strumenti urbanistici al RET (Regolamento Edilizio Tipo).

L'operazione, che, in astratto potrebbe sembrare una buona idea, in concreto rileva tutti i suoi limiti, a causa della ormai tradizionale approssimatività con la quale nel nostro paese si gestiscono le cose.

Pubblichiamo sul tema una nota firmata dall'avv. Dario Meneguzzo e dal geom. Luigi Schiavo, funzionario comunale, che sentitamente ringraziamo per il suo contributo.

Sembra facile recepire il RET

Conferenza di servizi per il rilascio delle autorizzazioni commerciali relative alle grandi strutture di vendita

31 Ott 2019
31 Ottobre 2019

Segnaliamo la deliberazione della Giunta regionale del Veneto n. 1490 del 15 ottobre 2019, contenente la disciplina del procedimento di conferenza di servizi per il rilascio delle autorizzazioni commerciali relative alle grandi strutture di vendita.

DGRV 1490 del 15 ottobre 2019

Post di Daniele Iselle - funzionario comunale

Interpretazione del PRG alla luce del PAT

30 Ott 2019
30 Ottobre 2019

Il TAR Veneto, nel giudicare la legittimità di un diniego di Permesso di Costruire basato sulla contrarietà dell’intervento alle N.T.A. del P.R.G. comunale, ha spiegato in che modo  nel P.A.T. si deve ricercare la ratio e, quindi, la corretta interpretazione del P.R.G. stesso.

Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza

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Variante al PRG in un Comune non dotato di PAT

28 Ott 2019
28 Ottobre 2019

Nel caso di specie, la Provincia di Venezia negava l’approvazione di una variante al PRG adottata da un Comune veneziano sprovvisto di PAT fuori dalle ipotesi tassative di cui all’art. 48 l.r. Veneto 11/2004 ss.mm.ii.

Il TAR Veneto ha spiegato poiché tale diniego è da ritenersi legittimo.

Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza

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Lo stress da D.M. 1444 del 1968

24 Ott 2019
24 Ottobre 2019

Chissà come hanno fatto i romani e i veneziani a costruire le due città più belle del mondo senza il D.M. 1444 del 1968.

Dopo 50 anni dalla emanazione di questo importante decreto (emanato in esecuzione della legge 17 agosto 1942, n. 1150 come modificata dall'art. 17 della legge 6 agosto 1967, n. 765), ancora non sappiamo, tra l'altro, se la distanza tra pareti finestrate vada misurata in modo radiale o frontale e se una luce renda finestrata una parete oppure no.

Sul criterio di misurazione (a mio parere, senza che questo sia una buona idea) si sta andando a parare verso la misurazione radiale: ora, se il D.M. ha finalità soprattutto igienico sanitarie, non è dato di sapere perchè dovrebbero esserci problemi di tipo igienico se due edifici che non si fronteggiano hanno una angolo a una distanza inferiore a 10 metri.

Per quanto riguarda la misurazione delle distanze, però, la definizione n. 30 "Distanze" dell'allegato B della DGR veneta nr. 669 del 15 maggio 2018 (definizioni uniformi in materia di regolamento edilizio tipo) sceglie il criterio radiale, stabilendo che la distanza è la: "Lunghezza del segmento minimo che congiunge l’edificio con il confine di riferimento (di proprietà, stradale, tra edifici o costruzioni, tra i fronti, di zona o di ambito urbanistico, ecc.), in modo che ogni punto della sua sagoma rispetti la distanza prescritta".

Pubblichiamo anche una sentenza del Consiglio di Stato che opta per la misurazione radiale e ritiene che le luci rendano una parete finestrata: ma davvero per una luce non sarebbe sufficiente la distanza di 3 metri tra costruzioni, ex art. 873 del codice civile? E poi, ha davvero senso che, data per esempio una parete lunga 10 metri, una singola luce isolata in un angolo renda finestrata l'intera parete, costringendo il frontista a stare a 10 metri da ogni angolo?

Post di Dario Meneguzzo - avvocato

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SCIA unica per agriturismi e turismo rurale

17 Ott 2019
17 Ottobre 2019

Segnaliamo la deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 1425 del 1 ottobre 2019, recante "Disciplina delle attività turistiche connesse al settore primario. Semplificazione delle disposizioni operative e procedurali per le attività di agriturismo, per la classificazione e per il turismo rurale. Approvazione della modulistica per la SCIA UNICA. Legge regionale 10 agosto 2012 n. 28 e ss.mm.ii."

DGRV 1425 del 2019

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