Quando è possibile mantenere un abuso in zona di vincolo paesaggistico?

15 Feb 2017
15 Febbraio 2017

 

Il T.A.R. Brescia afferma che, per le opere realizzate in zona di vincolo paesaggistico prima della riforma dell’art. 167 del D. Lgs. n. 42/2004 introdotta dall’art. 27 del D. Lgs. n. 157/2006, la P.A. può scegliere se ordinare la rimessione in pristino o disporre il pagamento della sanzione.

post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Nella sentenza del t.a.r. Brescia n. 148/2017 si legge: “1.1 la giurisprudenza di questa sezione ha più volte affermato (cfr. sentenze 5/10/2015 n. 1246; 21/8/2014 n. 913 e i precedenti ivi richiamati) che, alle opere abusive realizzate prima della modifica dell’art. 167 del d. lgs. 42/2004 introdotta dall'art. 27 comma 1 del d. lgs. 24/3/2006 n. 157, rimane applicabile il regime previgente, che consentiva all’amministrazione di scegliere tra la rimessione in pristino e il risarcimento del danno ambientale. questo t.a.r., giudicando su fattispecie analoghe, ha ripetutamente sostenuto (cfr. per tutte t.a.r. lombardia brescia, sez. ii – 8/7/2013 n. 650) che <<le norme sulla sanabilità degli abusi paesistici hanno natura sostanziale, in quanto attengono al patrimonio giuridico incorporato nel fondo al momento della trasformazione non assentita, e quindi, per il principio di certezza del diritto, rimangono applicabili anche nel successivo e più severo regime (v. tar brescia sez. i 17 gennaio 2011 n. 73; tar brescia sez. i 9 giugno 2009 n. 1198; tar brescia 20 agosto 2008 n. 862; tar brescia 13 febbraio 2008 n. 70). … in questo quadro, la presenza di un divieto di autorizzazione paesistica postuma nell’originario art. 146 comma 10-c del dlgs. 42/2004 (divieto poi costantemente ribadito, con altra collocazione topografica, nelle varie modifiche sopravvenute) risulta relativizzata. si tratta infatti di un’affermazione di principio che non contraddice la presenza nell’art. 167 del medesimo testo normativo di una procedura di sanatoria, quest’ultima subordinata a puntuali accertamenti sulla compatibilità dell’opera abusiva con i valori paesistici o ambientali tutelati. … l’accertamento della compatibilità paesistica non costituisce un’opzione subordinata rispetto alla rimessione in pristino. se l’opera abusiva non ha prodotto un’intollerabile lesione dei valori paesistici o ambientali oggetto di tutela, l’abuso deve essere derubricato come formale e deve poter accedere alla sanatoria. questo tipo di valutazioni ammette la formulazione di limiti e condizioni: il privato può quindi beneficiare della sanatoria pagando la somma stabilita dall’amministrazione ed eseguendo i prescritti interventi di mitigazione o riduzione dell’opera abusiva>>”.

sentenza TAR Brescia 148 del 2017

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