Il giudicato civile vincola la Pubblica Amministrazione
Il Consiglio di Stato, riformando due sentenze del T.A.R. Veneto, ha statuito che il giudicato civile vincola tout court anche le Pubbliche Amministrazioni che, pur non essendo state parti processuali in quel giudizio, hanno comunque l’obbligo di adeguarvisi.
Nel caso di specie, il Giudice civile aveva ordinato la demolizione di una parte di fabbricato costruito a distanza illegale, ma il Comune e la Soprintendenza - nel corso del procedimento esecutivo promosso dai vicini-confinanti a causa del mancato spontaneo adempimento all’ordine demolitorio del Giudice ordinario - hanno negato il proprio atto di assenso, sostenendo, rispettivamente, che le norme urbanistico-edilizie non consentono la demolizione e che il troncone rimanente dell’immobile avrebbe deturpato il paesaggio circostante.
Il Collegio ha annullato tali provvedimenti chiarendo, innanzitutto, che in presenza del giudicato civile non è affatto necessario munirsi di un titolo abilitante, dato che la sentenza civile legittima ex se il G.E. o il CTU dallo stesso nominato ad eseguire la demolizione; se lo stesso viene comunque chiesto dal Giudice dell’esecuzione o dal CTU, la P.A. ha l’obbligo di rilasciarlo, trattandosi di un atto dovuto e vincolato.
Gli enti pubblici, infatti, devono soggiacere al giudicato civile, ex art. art. 4, II co. della l. 2248/1865 all. E), e non possono inserire clausole che rendono, de facto, impossibile rispettare la pronuncia del Giudice ordinario. Essi, in sostanza, possono prevedere esclusivamente le modalitĂ esecutive e materiali della demolizione, nel rispetto del giudicato civile.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
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