Beni culturali e overtourism
L’iperturismo (od overtourism) consiste nel sovraffollamento turistico, concentrato in alcuni periodi dell’anno in città e siti famosi, che provoca o può provocare danni ai monumenti e all’ambiente, oltreché disagi per i residenti.
Il Consiglio di Stato ha affermato che, nell’ipotesi in cui si debbano realizzare opere relative alla riqualificazione e valorizzazione dei beni culturali, anche ai fini della loro fruizione collettiva, il principio di ragionevolezza – che del resto, sovraintende l’esercizio della discrezionalità amministrativa – richiede che nell’individuazione delle soluzioni progettuali si tenga conto dell’impatto dell’accesso dei turisti sulle esigenze di riservatezza e di quiete delle proprietà confinanti, onde bilanciare tutti gli interessi, tenendo conto dell’attuale contesto economico e socio-culturale, globale e locale, sempre più colpito da fenomeni di overtourism, e dei disagi che il massiccio afflusso turistico arreca ai residenti.
Nel caso di specie, il Comune avrebbe dovuto porsi la questione dell’impatto della rinnovata fruibilità dei camminamenti sulla cinta muraria di Pisa, ponendo una particolare attenzione alla capacità (non astratta, ma) effettiva delle misure adottate di evitare il sovraffollamento del camminamento murario, nonché di nascondere – nei limiti di quanto fosse confacente all’attrattività del sito turistico e all’estetica dei luoghi – la visuale sulle proprietà private sottostanti, conseguendo così il risultato di proteggere la quiete e la riservatezza degli interessati. Invero, le inferriate metalliche apposte sul camminamento murario interessavano un ridotto segmento dell’ampio confine del fondo del ricorrente e non erano in grado di schermarlo dallo sguardo dei visitatori.
Di fronte al fenomeno, ormai endemico e fisiologico, dell’overtourism emerge la necessità per la P.A. di un bilanciamento degli interessi di tipo nuovo, venendo in maggiore rilievo, rispetto al passato, i seguenti profili: a) la conservazione del bene-risorsa turistica; b) la tutela dei cittadini e delle imprese residenti nelle aree oggetto di attrazione turistica; c) il macro-impatto sul territorio (ad esempio, l’emergenza abitativa conseguente alla prevalente destinazione degli immobili ad affitti a breve termine per i turisti, con sacrificio della precedente offerta abitativa verso cittadini e studenti).
Post di Alberto Antico – avvocato
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