Il vincolo storico-artistico ha natura reale
Il T.A.R. chiarisce la natura giuridica del vincolo storico-artistico previsto dalla Legge n. 1089 del 1939 e, ora, dal D.lgs. n. 42 del 22.1.2004.
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Il T.A.R. chiarisce la natura giuridica del vincolo storico-artistico previsto dalla Legge n. 1089 del 1939 e, ora, dal D.lgs. n. 42 del 22.1.2004.
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Il T.A.R. afferma che l’annullamento giurisdizionale di una nomina pubblica non fa venir meno gli atti adottati che mantengono la loro efficacia verso i terzi, perché estranei al rapporto Organo-Pubblica Amministrazione.
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Una recente sentenza del Tar Lazio ha evidenziato che l’ordinanza sindacale che impone il divieto, per i proprietari e detentori di cani, di accedere in tutte le aree verdi pubbliche è illegittima in quanto la stessa, a giudizio del Collegio, è apparsa essere stata posta in violazione dei principi di adeguatezza e di proporzionalità dell’azione amministrativa, atteso che lo scopo di mantenere il decoro e l’igiene pubblica, nonché la sicurezza dei cittadini, è già adeguatamente soddisfatto attraverso l’imposizione, di cui alla disciplina statale, agli accompagnatori o custodi di cani di rimuovere le eventuali deiezioni con appositi strumenti e di condurli al guinzaglio.
Post di Gianmartino Fontana - avvocato Read more →
Segnaliamo una sentenza del TAR Bari che chiarisce il concetto di controinteressato in materia di accesso agli atti (non chi sia nominato nell'atto, ma solo chi ha diritto alla riservatezza).
Post di Dario Meneguzzo - avvocato Read more →
Per i lettori di Italiaius
Ho tentato di riassumere in una tabella i procedimenti edilizi che più frequentemente vengono presentati al comune catalogando i riferimenti normativi e gli adempimenti previsti, cercando di mettere ordine soprattutto alle nuove classificazioni dettate dalle più recenti modifiche al TUE.
Emerge il rilevante spostamento di interventi a favore dei procedimenti "minori", per cui, ad esempio, la "vecchia" ristrutturazione edilizia "leggera" è divenuta manutenzione straordinaria da presentare con CILA e così via.
Credo che queste nuove disposizioni del legislatore dovrebbero essere attentamente valutate in quanto comportano due effetti "collaterali" da non sottovalutare:
1) quello dichiarato dal Governo di potare ad una riduzione della burocrazia semplificando i procedimenti;
2) quello di "impoverire" le casse dei comuni perché declassificando gli interventi si sottraggono al calcolo del contributo attività edilizie che in passato erano onerose (es. vedi proprio il caso della ristrutturazione edilizia "leggera" ora classificato come manutenzione straordinaria);
3) con l'inclusione nella manutenzione straordinaria degli interventi di frazionamento/accorpamento di unità immobiliari, pare inevitabile che si debba classificare come manutenzione straordinaria anche l'intervento di modifica della forometria funzionale alla nuova organizzazione degli spazi e dei locali per i quali devono essere garantiti i coefficienti di illuminazione/aerazione degli ambienti e di conseguenza le "modifiche prospettiche" ancorchè accompagnate da modifiche della distribuzione interna (elemento che in passato era sempre considerato qualificante la ristrutturazione).
La tabella è molto schematica e non comprende tutti gli interventi, ma solo quelli più comuni che costituiscono la maggior parte del nostro lavoro quotidiano ed è pensata proprio per agevolare l'attività di tutti i giorni, per tutti gli altri casi ho lasciato ampio spazio al ricorso alla consulenza legale.
Spero che il lavoro possa essere di aiuto a colleghi e professionisti e, del caso, anche implementato.
dott. urb. Giorgio Gugole - Resp. Settore IV del Comune di Trissino (VI)
Segnaliamo sulla questione una sentenza del TAR Piemonte.
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Il TAR Campania ha fornito alcuni chiarimenti in materia di autotutela della P.A. in un procedimento edilizio.
Post di Gianmartino Fontana - Avvocato Read more →
Il T.A.R. ricorda il forte potere discrezionale di cui gode la Commissione esaminatrice nell’ambito dei concorsi pubblici.
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Il T.A.R. spiega quando è legittimo impugnare un’aggiudicazione definitiva anche decorsi trenta giorni dall’avvenuta conoscenza. Trattasi delle ipotesi in cui la stazione appaltante non consente all’offerente di avere contezza, nei termini, di tutta la documentazione necessarie per vagliare se proporre o meno un ricorso giurisdizionale.
Nella stessa sentenza il Collegio statuisce che l’omessa impugnazione dell’aggiudicazione definitiva, dopo aver impugnato il bando o la propria esclusione, determina al’improcedibilità del ricorso per sopravvenuta carenza di interesse.
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Il T.A.R. Milano affronta numerose ed interessanti questioni attinenti alla VAS soffermandosi sulla normativa (statale e regionale) che regolamenta questa Valutazione.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
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