19 Luglio 2017
La Corte Costituzionale si è pronunziata sulla possibilità di sanare gli abusi compiuti dopo l'entrata in vigore del piano casa e che sarebbero conformi allo stesso.
La sentenza riguarda una norma del “piano casa” della Campania, più precisamente l’art. 12, comma 4 bis della legge regionale n. 19 del 2009, che così dispone “4-bis. Le disposizioni di cui all’art. 36 del d.P.R. n. 380/2001 si applicano anche agli interventi previsti dalla presente legge e realizzati dopo la sua entrata in vigore, privi di titolo abilitativo o in difformità da esso, ma che risultano conformi alla stessa legge sia al momento della realizzazione degli stessi interventi, sia al momento della presentazione della domanda”.
La disposizione scrutinata prevede espressamente la possibilità di sanare gli abusi edilizi col “piano casa”, purchè si tratti di interventi realizzati dopo la sua entrata in vigore.
La Corte ha dichiarato parzialmente illegittima la norma, ma non perché ammette la sanatoria col “piano casa”, bensì perché la consente senza precisare “che deve comunque farsi rifermento alla disciplina «vigente» alla data di realizzazione dell’intervento”, potendo quindi indurre “l’interprete a ritenere che siano sanabili opere conformi alla disciplina regionale nella sua attuale formulazione, frutto di successivi interventi di modifica, e non a quella vigente all’epoca della loro esecuzione”.
La Corte dichiara dunque illegittima la norma solo in parte qua, precisamente “nella parte in cui fa riferimento «alla stessa legge» anziché «alla disciplina edilizia ed urbanistica vigente»”.
Secondo la Corte – almeno per come la leggo e interpreto io - è dunque legittima una norma che consenta di sanare eventuali abusi col “piano casa”, purchè si tratti di interventi realizzati dopo l’entrata in vigore della legge sul “piano casa” e all’ulteriore condizione – quando la legge sul “piano casa” sia stata oggetto, come quella veneta, di reiterate modifiche – che l’intervento risulti conforme sia alla legge nella formulazione vigente al tempo della presentazione dell’istanza sia alla legge nella formulazione vigente al momento di commissione dell’abuso.
Mi pare, insomma, che con questa sentenza la Corte apra la strada alla sanatoria col “piano casa”, una volta che risulti soddisfatto il requisito della doppia conformità.
Post di Alberto Dal Bello - avvocato
sentenza Corte Costituzionale 107 del 2017
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