Prima si ottiene il condono, poi ivi si inizia un’attività d’impresa…
Nel caso di specie, il ricorrente impugnava un diniego di condono, lamentando il comportamento contraddittorio del Comune che, nelle more della pratica, aveva autorizzato l’esercizio di un’attività d’impresa all’interno dell’immobile oggetto di mutamento d’uso e avrebbe sempre incassato la TARI e l’IRAP sul reddito prodotto. Il ricorrente aveva investito nell’attività, ritenendo impossibile che l’istanza di condono potesse essere rigettata, essendo nota la situazione di fatto dei luoghi al Comune, che aveva protratto l’attività istruttoria per sei anni, con numerosi incontri tra i tecnici.
Il TAR Veneto ha discordato.
La premessa per il regolare svolgimento dell’attività imprenditoriale in parola è la disponibilità di un immobile realizzato nel rispetto della disciplina urbanistico-edilizia.
Post di Alberto Antico – avvocato
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