Lo spunto del sabato: vivere in Italia equivale a sprecare il proprio tempo?

04 Ott 2014
4 Ottobre 2014

Dal De brevitate vitae (Sulla brevità della vita) di Lucio Anneo Seneca:

"I.1 Maior pars mortalium Pauline de naturae malignitate conqueritur quod in exiguum aevi gignimur quod haec tam velociter tam rapide dati nobis temporis spatia decurrant adeo ut exceptis admodum pacis ceteros in ipso vitae apparatu vita destituat. Nec huic publico ut opinantur malo turba tantum et imprudens vulgus ingemuit; clarorum quoque virorum hic affectus querellas evocavit. Inde illa maximi medicorum exclamatio est: "vitam brevem esse longam artem".

2 Inde Aristotelis cum rerum natura exigentis minime conveniens sapienti viro lis: "aetatis illam animalibus tantum indulsisse ut quina aut dena saecula educerent homini in tam multa ac magna genito tanto citeriorem terminum stare."

3 Non exiguum temporis habemus sed multum perdidimus. Satis longa vita et in maximarum rerum consummationem large data est si tota bene collocaretur; sed ubi per luxum ac neglegentiam diffluit ubi nulli bonae rei impenditur ultima demum necessitate cogente quam ire non intelleximus transisse sentimus.

4 Ita est: non accipimus brevem vitam sed fecimus nec inopes eius sed prodigi sumus. Sicut amplae et regiae opes ubi ad malum dominum pervenerunt momento dissipantur at quamvis modicae si bono custodi traditae sunt usu crescunt: ita aetas nostra bene disponenti multum patet".

Traduzione:

"1. La maggior parte dei mortali, o Paolino, si lamenta della cattiveria della natura, vale a dire perchè siamo messi al mondo per un periodo di tempo breve, perché questi periodi di tempo a noi concessi trascorrono così velocemente, così in fretta che, tranne pochissimi, la vita abbandona gli altri mentre si stanno ancora preparando a vivere. E di tale calamità, così viene considerata, comune a tutti, si lamentò non solo la massa e il popolino sprovveduto; questo stato d’animo suscitò le lamentele anche di personaggi famosi. Da qui deriva la famosa esclamazione del più illustre dei medici, che la vita è breve, l’arte lunga.
2. Di qui la contesa, poco decorosa per un saggio, dell’esigente Aristotele con la natura delle cose, perché essa è stata tanto benevola nei confronti degli animali, che possono vivere cinque o dieci generazioni, ed invece ha concesso un tempo tanto più breve all’uomo, destinato a compiere tante e così grandi cose.
3. Noi ci è stato concesso  poco tempo, ma ne sprechiamo molto. La vita è lunga abbastanza e ci è stata data con larghezza per la realizzazione delle più grandi imprese, se fosse impiegata tutta in modo ottiimale; ma quando essa trascorre nello spreco e nell’indifferenza, quando non viene spesa per nessun buono scopo, solo quando giunge il giorno inevitabile, ci accorgiamo che è passata e finita quella vita di cui non ci siamo accorti mentre scorreva.
4. È così: non riceviamo una vita breve, ma la rendiamo tale noi, e non siamo poveri di essa, ma spreconi. Come sontuose e regali ricchezze, quando siano giunte ad un cattivo padrone, vengono dissipate in un attimo, ma, benché modeste, se vengono affidate ad un buon custode, si incrementano con l’investimento, così la nostra vita molto si estende per chi sa bene gestirla".
 
Sarò accusato di qualunquismo, se scrivo che  mi viene da pensare che vivere in Italia non sia più un modo intelligente per impiegare il tempo che la vita ci ha assegnato in sorte? 
Il paese è oppresso da una classe politica composta da persone che, per loro struttura interiore, sono palesemente incapaci di pensare in termini di bene comune e da una setta di "padroni della legalità", che non sono per niente diversi e migliori dei politici, setta che esercita la propria ideologica missione salvifica schiacciando i capri espiatori di turno con metodi violenti, disumani e distruttivi, dimostrando nel contempo un completo disinteresse per la necessità improrogabile per il popolo di avere fiducia, lavoro, benessere, servizi, cultura  e sviluppo (sul proprio benessere, invece, sono inflessibili, anche se costa molto ai cittadini italiani).  
 
Dario Meneguzzo - uno che non sa spiegare come e perchè siamo finiti così e come uscirne

 

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