PAI: sulle zone di attenzione la Regione Veneto si scansa e lascia la grana alle Autorità di Bacino
Anticipiamo la bozza della deliberazione della Giunta Regionale del Veneto, avente per oggetto: "D.Lgs. 152/2006 - Piani Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dei bacini idrografici dei fiumi Piave, Brenta-Bacchiglione e Livenza e del fiume Adige.Associazione della pericolosità idraulica alle zone di attenzione".
Di fronte al caos provocato dal PAI, sembra di capire che la Regione cerchi di scaricare il problema su chi il PAI lo ha scritto (le Autorità di Bacino). In fin dei conti "a ciascun giorno basta la sua pena" (Matteo 6, 34).
La bozza di delibera di Giunta Regionale qui allegata, ripercorre la storia delle zone di attenzione, ovvero quelle porzioni di territorio ove vi sono informazioni di possibili situazioni di dissesto a cui non è ancora stata associata alcuna classe di pericolosità e che sono individuate in cartografia con apposito tematismo.
A pagina 3 della stessa, in merito all’associazione delle pericolosità, si legge che: “L’applicazione delle numerose Zone di attenzione richiede, in particolare per i fenomeni idraulici, una verifica delle attività urbanistiche in atto, con la necessità di associare alle zone stesse l’eventuale pericolosità riconosciuta per i fenomeni a carattere di bacino, da riportare nei PAI. In considerazione dell’urgenza e della complessità dell’attività da svolgere, ai fini di semplificare l’attività di pianificazione da parte delle amministrazioni comunali interessate in particolare per gli interventi in corso, si rende necessario che le Autorità di bacino nazionali citate procedano direttamente, ai sensi dell’art. 6 delle NdA dei PAI, all’associazione della pericolosità idraulica alle zone di attenzione, svolgendo anche le fasi spettanti alla Regione cui ai punti II, III e IV, oltre al punto V della let. B.2, dei commi 3 e 4, dello stesso art. 6, relative all’istruttoria per la definizione della proposta di aggiornamento dei PAI. Con successivo provvedimento si definirà nel dettaglio l’attività necessaria, mediante la predisposizione di un protocollo d’intesa con le citate Autorità di bacino.”
In merito alle zone di attenzione, quindi, la Regione del Veneto si prefigge di “avviare formalmente, per quanto riportato nelle premesse, la procedura di associazione della pericolosità ex art. 6 delle NdA dei PAI su tutte le zone di attenzione nei bacini nazionali del territorio veneto, escluso il bacino del fiume Po, stabilendo che le Autorità di Bacino nazionali dei fiumi dell’Alto Adriatico e del fiume Adige procedano direttamente, ai sensi dell’art. 6 delle NdA dei PAI, all’associazione della pericolosità idraulica alle zone di attenzione, svolgendo anche le fasi spettanti alla Regione cui ai punti II, III e IV, oltre al punto V della let. B.2, dei commi 3 e 4, dello stesso art. 6, relative all’istruttoria per la definizione della proposta di aggiornamento dei PAI.; di stabilire che con successivo provvedimento si definirà nel dettaglio l’attività necessaria, mediante la predisposizione di un protocollo d’intesa con le citate Autorità di bacino”.
dott.sa Giada Scuccato
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