La Corte di Giustizia UE sull’art. 80 comma 5 lettera c) del Codice dei contratti pubblici

25 Giu 2019
25 Giugno 2019

L'avvocato Marta Bassanese, che sentitamente ringraziamo, ci invia una nota sulla sentenza della Corte di Giustizia UE 19 giugno 2019, che volentieri pubblichiamo.

Il TAR Campania, con una ordinanza del 22 novembre 2017 ha sottoposto alla Corte di Giustizia UE la seguente questione pregiudiziale: «Se i principi comunitari di tutela del legittimo affidamento e di certezza del diritto, di cui al [Trattato FUE], ed i principi che ne derivano, come la parità di trattamento, la non discriminazione, la proporzionalità e la effettività, di cui alla direttiva [2014/24], nonché la disposizione di cui all’art. 57 comma 4 lettere c) e g) di detta Direttiva, ostino all’applicazione di una normativa nazionale, quale quella italiana derivante dall’art. 80 comma 5 lettera c) del [Codice dei contratti pubblici], secondo la quale la contestazione in giudizio di significative carenze evidenziate nell’esecuzione di un pregresso appalto, che hanno condotto alla risoluzione anticipata di un precedente contratto di appalto, preclude ogni valutazione alla stazione appaltante circa l’affidabilità del concorrente, sino alla definitiva statuizione del giudizio civile, e senza che la ditta abbia dimostrato la adozione delle misure di self cleaning volte a porre rimedio alle violazioni e ad evitare la loro reiterazione».

La Corte ha emanato la sentenza 19 giugno 2019, nella quale ha deciso quanto segue: "L’articolo 57, paragrafo 4, lettere c) e g), della direttiva 2014/24/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sugli appalti pubblici e che abroga la direttiva 2004/18/CE, deve essere interpretato nel senso che osta a una normativa nazionale in forza della quale la contestazione in giudizio della decisione di risolvere un contratto di appalto pubblico, assunta da un’amministrazione aggiudicatrice per via di significative carenze verificatesi nella sua esecuzione, impedisce all’amministrazione aggiudicatrice che indice una nuova gara d’appalto di effettuare una qualsiasi valutazione, nella fase della selezione degli offerenti, sull’affidabilità dell’operatore cui la suddetta risoluzione si riferisce".

commento corte giustizia _19_6_2019

corte giustizia

 

Legge 19 giugno 2019, n. 56 “Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo”

25 Giu 2019
25 Giugno 2019

Sulla G.U. n. 145 del 22 giugno 2019 è stata pubblicata la legge statale 19 giugno 2019, n. 56, recante: "Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell'assenteismo"

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2019/06/22/145/sg/pdf

Post di Daniele Iselle - funzionario comunale

Legge regionale veneta sulla ricettività turistica

25 Giu 2019
25 Giugno 2019

La legge regionale veneta n. 23 del 19 giugno 2019, recante: "Disposizioni in materia di ricettività turistica", disciplina le locazioni turistiche, vale a dire gli alloggi dati in locazione esclusivamente per finalità turistiche, senza prestazione di servizi.

legge regione Veneto 23 del 2019

Post di Daniele Iselle - funzionario comunale

L’abbattimento delle barriere architettoniche: seminario a Spinea 10 luglio 2019

25 Giu 2019
25 Giugno 2019

Il Comune di Spinea, rilevato che  alcune norme sull'abbattimento delle barriere architettoniche  non vengono applicate/verificate  correttamente, con possibili effetti su agibilità, dichiarazioni asseverate, contenzioso e altro, ha organizzato una giornata di studio su questo argomento.

Programma_Spinea_10 luglio 2019

Prescrizione di sanzioni amministrative e interessi per ritardato versamento degli oneri urbanistici

24 Giu 2019
24 Giugno 2019

Il TAR Palermo ha affermato che, qualora il privato ritardi nel versamento degli oneri di urbanizzazione e del costo di costruzione, le sanzioni amministrative e gli interessi che ne derivano si prescrivono entrambi in cinque anni, rispettivamente ai sensi della l. 689/1981 e dell’art. 2948 c.c.

Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza

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Principi utili sull’ordinanza di demolizione

24 Giu 2019
24 Giugno 2019

In materia, il TAR Palermo ha ribadito che:

- La motivazione dell’ordinanza di demolizione può limitarsi a descrivere le difformità tra titolo abilitativo e opere realizzate;

- Grava sul privato l’onere della prova in ordine all’epoca di realizzazione dell’abuso edilizio;

- Ai fini della prova del tempo in cui l’abuso è stato realizzato, non è sufficiente una dichiarazione sostitutiva di atto notorio.

Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza

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Nozione di volume tecnico

24 Giu 2019
24 Giugno 2019

Nel caso di specie, il privato domandava la sanatoria per doppia conformità, asserendo di aver realizzato un mero vano tecnico: in realtà, si trattava di un intero piano sottotetto.

Perciò il TAR Veneto, dopo aver spiegato quando può aversi un volume tecnico, ha negato che l’intervento realizzato fosse una manutenzione, restauro, o risanamento conservativo e lo ha riqualificato come intervento di ristrutturazione.

Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza

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Metodi (più o meno efficaci) per rimediare ad un abuso edilizio

24 Giu 2019
24 Giugno 2019

Nel caso di specie il privato, dopo aver realizzato una volumetria abusiva consistente in un piano sottotetto, ne chiudeva la botola di accesso, per poter sostenere che lo spazio è inaccessibile e non è da computarsi nella superficie dello stabile.

Il TAR Veneto ha censurato questa tesi: innanzi tutto, se la volumetria è realizzata abusivamente, ogni altro lavoro su di essa non potrà che essere a sua volta abusivo.

Non bastasse, su tale volumetria il privato aveva chiesto e ottenuto la cd. fiscalizzazione dell’abuso ex art. 34, co. 2 d.P.R. 380/2001, ma non l’aveva ancora pagata: ciò ha impedito che essa sprigionasse il suo effetto di “correzione” dell’abuso.

Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza

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Sui limiti dell’azione generale di accertamento

22 Giu 2019
22 Giugno 2019

Il T.A.R. ricorda quando si può proporre un’azione di accertamento davanti al G.A.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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La SCIA dolorosa

21 Giu 2019
21 Giugno 2019

Il rapporto tra chi presenta una SCIA edilizia e l’amministrazione è complicato e il terzo che abbia la necessità di contestarla si incammina in una delle vie più complicate e costose che la fantasia del legislatore italiano si sia sognato di immaginare.

E la sentenza della Corte Costituzionale 13 marzo 2019 n. 45 ne dà un inquadramento che crea molte difficoltà al terzo che si rivolga a un giudice contro un intervento oggetto di SCIA.

L’avv. Stefano Bigolaro, che sentitamente ringraziamo, espone nel racconto di una vicenda alcune di queste difficoltà.

La storia – “La SCIA alla prova della quarta dimensione” - è parte di un più esteso articolo apparso su Lexitalia, dove si può reperire: dietro ogni passaggio si apre infatti un problema giuridico.

Ma già solo a leggere la storia, c’è molto su cui riflettere.

A mio parere sarebbe molto opportuno abolire l'attuale farraginoso sistema e consentire al terzo di impugnare direttamente la SCIA davanti al TAR, soprattutto per garantire l'effettività della tutela giurisdizionale, che oggi in concreto non lo è (e chi ci dice che è garantita in astratto non ci consola affatto). 

Se si ritiene che il fatto che la SCIA è una dichiarazione privata e non un atto amministrativo sia un ostacolo a radicare la giurisdizione del giudice amministrativo, si può affidare la questione al giudice ordinario.

Il principio di effettività della tutela giurisdizionale rinviene il proprio fondamento in ambito nazionale negli artt. 24, 103, 113 Cost. e nell’art. 1 C.p.a. nonché in ambito sovranazionale negli artt. 19 TUE, 263 TFUE e 6 CEDU.

Il legislatore, infatti, molto spesso si dimentica l'insegnamento del filosofo e frate francescano inglese Guglielmo di Ockham, vissuto nel XIV secolo, sul modo in cui si devono risolvere i problemi: «Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem» «Non moltiplicare gli elementi più del necessario».

Post di Dario Meneguzzo - avvocato

la SCIA alla prova della quarta dimensione

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