Risarcimento del danno e colpa del privato

24 Mar 2018
24 Marzo 2018

Il T.A.R. ricorda che il risarcimento del danno non spetta, ex se, se l’annullamento del provvedimento è avvenuto per vizi meramente formali. Per di più, il privato deve aver fatto tutto il possibile per evitare e/o limitare il danno, compresa la presentazione di un’istanza di sospensiva. Infine il Collegio si occupa dei presupposti del c.d. danno da ritardo.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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L’ordine di rimozione dei rifiuti presuppone la colpa del proprietario

23 Mar 2018
23 Marzo 2018

Il T.A,R, ricorda che il proprietario di un’area non può essere destinatario dell’ordine di rimozione dei rifiuti se manca la colpa del soggetto.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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L’autotutela esecutiva non si applica ai beni del patrimonio disponibile

23 Mar 2018
23 Marzo 2018

Il T.A.R. ricorda che per tutelare i beni appartenenti al patrimonio disponibile, il Comune non può ricorrere all’autotutela esecutiva di cui all’art. 823, c. 2 c.c., perché deve utilizzare i metodi “ordinari” previsti dal codice civile.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Il nomen iuris dell’atto amministrativo non vincola il giudice

23 Mar 2018
23 Marzo 2018

Il T.A.R. ricorda che il giudice amministrativo ha il potere di qualificare ed inquadrare nella giusta categoria giuridica il provvedimento amministrativo impropriamente definito dal Comune.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Consumo di suolo e Regolamento edilizio tipo: la Regione Veneto orientata a rinviare di 18 mesi l’entrata a regime

22 Mar 2018
22 Marzo 2018

Nel confronto di giovedì 15 marzo tra l’Assessore regionale al Territorio, Cristiano Corazzari, e la Commissione Territorio del Consiglio regionale, è stato trovato un accordo per un rinvio di 18 mesi, a favore della Regione e dei Comuni, dell’entrata a regime della legge regionale sul consumo di suolo e del Regolamento edilizio tipo (RET).

Questi due provvedimenti segnano un punto di svolta nel campo dell’edilizia. Da un lato, la l.r. Veneto 14/2017 mira all’azzeramento del consumo di suolo entro il 2050, con ciò ponendo alla Regione il delicato compito di ripartire tra i vari Comuni la quantità massima di suolo ancora edificabile nei prossimi 32 anni. Dall’altro, il Regolamento edilizio tipo dispone che i regolamenti edilizi comunali si adeguino alle nuove definizioni uniformi, per porre fine alla polverizzazione della normativa edilizia negli oltre 8.000 Comuni italiani; tuttavia, ciò deve avvenire senza alcuna modifica dei dimensionamenti delle aree edificabili, con il rischio che si trovino 8.000 soluzioni diverse e si vanifichi così lo scopo di armonizzazione.

L’Assessore Corazzari ha promesso che nella “legge di semplificazione”, di prossima emanazione, sarà inserita una norma che permetta ai Comuni di adeguarsi ai due provvedimenti di pari passo: il termine di 18 mesi, previsto per il recepimento della legge sul consumo di suolo, sarà concesso anche per l’adeguamento al RET (non più, quindi, da farsi entro il 21 maggio 2018).

In Commissione Territorio, le opposizioni hanno avanzato forti dubbi sulla politica di gestione del consumo di suolo: le cosiddette “ultime nuove aree edificabili” sono troppo estese, per poter parlare davvero di riduzione del consumo di suolo; la ripartizione di tali aree è sperequata, fino ad avere Comuni con più area edificabile di quella prevista dal loro PAT; si consente l’edificazione nelle aree meno urbanizzate, senza preoccuparsi della rinaturalizzazione e del recupero delle aree dismesse; dal calcolo del “costruito”, sono state escluse le aree destinate alle grandi infrastrutture, agli ospedali, alle scuole, ecc.; i dati forniti dai Comuni, mediante le schede predisposte dalla Regione, sono stati compilati con discrezionalità e senza metodo univoco.

Per rispondere a queste criticità, l’Assessore ha affermato con forza l’impegno della Regione a favore di controlli sui dati forniti dai Comuni e sulle giuste quote di suolo consumabile da assegnare ad ogni Comune, in nome dell’obiettivo di forte contrazione del consumo di suolo.

Post di Alberto Antico - dottore in giurisprudenza

Nel Veneto l’approvazione tacita del PUA non si realizza, se il piano adottato non è pubblicato

22 Mar 2018
22 Marzo 2018

Il titolo del post si riferisce a una sentenza del Consiglio di Stato, che riguarda l'articolo 20 della l.r. del Veneto n. 11 del 2004.

L’art. 20 della legge, rubricato procedimento di formazione, efficacia e varianti del “piano urbanistico attuativo”, stabilisce: 

al primo comma che il “piano urbanistico attuativo (PUA) è adottato dalla Giunta comunale ed approvato dal Consiglio comunale. Qualora il piano sia di iniziativa privata la Giunta comunale, entro il termine di settantacinque giorni dal ricevimento della proposta corredata dagli elaborati previsti, adotta il piano oppure lo restituisce qualora non conforme alle norme e agli strumenti urbanistici vigenti”;

al terzo comma, che “entro cinque giorni dall’adozione il piano è depositato presso la segreteria del Comune per la
durata di dieci giorni; dell’avvenuto deposito è data notizia mediante avviso pubblicato nell’albo pretorio del Comune e mediante affissione di manifesti. Nei successivi venti giorni i proprietari degli immobili possono presentare opposizioni mentre chiunque può presentare osservazioni”;

al quarto comma che “entro settantacinque giorni dal decorso del termine di cui al comma 3, il Consiglio comunale approva il piano decidendo sulle osservazioni e sulle opposizioni presentate”.

Il comma 4 bis, in proposito, sancisce che “i termini previsti dai commi 1, 3 e 4 sono perentori; qualora decorrano inutilmente i termini di cui ai commi 1 e 4 il piano si intende adottato o approvato e le opposizioni o osservazioni eventualmente presentate, respinte”.

Post di Daniele Iselle - funzionario comunale

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Nel Veneto gli accordi recepiti nel PAT, che subordinano l’edificabilità a un piano attuativo, non decadono dopo 5 anni

22 Mar 2018
22 Marzo 2018

La legge regionale veneta n. 11 del 2004 stabilisce a proposito del piano dal piano degli Interventi (PI) (che ha contenuto e funzioni operative) che, in mancanza della prevista approvazione dello strumento urbanistico attuativo entro il termine di cinque anni, la qualificazione edificatoria decada e l’area divenuta inedificabile necessiti di una nuova pianificazione.

Il Consiglio di Stato precisa che tale decadenza non si verifica se una previsione simile sia contenuta nel P.A.T., in forza di un accordo, in quanto il PAT, sulla base della medesima legge regionale, ha durata illimitata.

Post di Daniele Iselle - funzionario comunale

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Sull’immodificabilità del RTI

22 Mar 2018
22 Marzo 2018

Il T.A.R. Milano, comparando il nuovo Codice Appalti con il vecchio, giunge ad affermare che le ipotesi di modificabilità dell’ATI devono essere ammesse solo in casi eccezionali e tassativamente previsti: le aperture che si erano concretizzate nella vigenza del D. Lgs. n. 163/2006, infatti, non sono applicabili analogicamente al D. Lgs. n. 50/2016.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Quando possono essere diniegati gli impianti di energia da fonti rinnovabili

21 Mar 2018
21 Marzo 2018

Il TAr Molise spiega che la sottrazione di intere aree all’installazione di impianti di produzione da energie rinnovabili può avvenire solo per effetto di vincoli di tipo normativo ovvero per effetto di scelte di tipo pianificatorio adottate con lo speciale procedimento descritto nelle Linee Guida.

La sentenza si occupa, in particolare, dei boschi e del vincolo paesaggistico. 

Post di Dario Meneguzzo - avvocato 
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La sanzione pecuniaria di cui all’articolo 34, comma 2, del DPR 380 non si applica se il titolo manca del tutto

21 Mar 2018
21 Marzo 2018

Segnaliamo sulla questione una sentenza del TAR Potenza.

Post di Dario Meneguzzo - avvocato
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