Il silenzio-assenso si forma anche se la pratica edilizia non è conforme alla legge
Il Consiglio di Stato sembra rovesciare il costante orientamento giurisprudenziale secondo cui, affinché si possa formare il cd. silenzio-assenso sua una pratica edilizia, sarebbe necessario che la stessa sia conforme al paradigma normativo ed urbanistico-edilizio. Il Comune, infatti, laddove ravvisasse la manifesta illegittimità del titolo, potrà sempre intervenire in autotutela, ricorrendone i presupposti. Il privato, d’altro canto, potrà così contare sulla maggiore certezza del diritto e, soprattutto, potrà evitare di essere esposto alle tardive richieste di integrazione documentale.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
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Il privato, d’altro canto, potrà così contare sulla maggiore certezza del diritto??? come si fa a dire che ci sia certezza diritto su una manifesta illegittimità del titolo, anche se il comune non interviene in tempo*
Immagino che la matrice sia riconducibile al fatto che nel tempo si siano sempre di più liberalizzati gli interventi, e questi di pari passo non hanno comportato un controllo radicale, che prima avveniva attraverso la fase del rilascio dei titolo, e che ora sempre più affidato al professionista. In sintesi la liberalizzazione e il mancato controllo delle norme da parte del professionista (perchè si parla di questo se il titolo è illegittimo), ha fatto si che ci siano molti titoli non conformi alla legge- per cui la domanda da porsi è: siamo sicuri che la liberazione dei titoli sia stato un bene, certo dl punto di vista della accelerazione dei procedimenti SI, ma dal punto di vista della legittimità dei titoli meno, se poi il risultato finale è quello di dire che il mancato controllo rende la pratica conforme alla legge??
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