La nozione di recupero, dal punto di vista edilizio e paesaggistico
Il TAR Catania ha affermato che la nozione di recupero edilizio (assonante ma non coincidente con la nozione di recupero urbanistico) non è rinvenibile nel d.P.R. 380/2001, ma viene richiamata solo come un obiettivo da incentivare, legittimando deroghe alla normativa edilizia (cfr. artt. 2-bis, co. 1-quater; 14, co. 1-bis; 16, co. 10; 17, co. 4-bis; 23-quater, co. 1; 24, co. 5-ter e 122, co. 2 d.P.R. cit.) funzionali al riutilizzo e del patrimonio edilizio già esistente.
Sotto il profilo prettamente definitorio e classificatorio degli interventi edilizi, il recupero edilizio può sicuramente ascriversi agli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia di cui all’art. 3, co. 1, lett. a-d d.P.R. cit., ma tale finalità può anche implicare limitati interventi annoverabili nel concetto di nuova costruzione di cui alla successiva lett. e, laddove la trasformazione edilizia e urbanistica del territorio si renda ai predetti fini necessaria e ciò con particolare riferimento alle tipologie di intervento di cui alle lett. e.1-e.7.
A fini paesaggistici, la nozione di recupero – sebbene non prevista dal d.lgs. 42/2004 che si limita a richiamarla per delineare la finalità del restauro (art. 29, co. 4 d.lgs. cit.) - è volta a limitare e contenere non il carico urbanistico (ossia gli abitanti insediabili in un territorio influenti sulla domanda di strutture e opere collettive), ma il carico paesaggistico dell’intervento edilizio, che può anche non esaurirsi nella sua mera percepibilità esterna, diretta e immediata, ma può tenere conto dei potenziali effetti sulla stabilità e sulla conformazione del profilo esterno dell’area interessata. Pertanto, la realizzazione di volumi interrati non percepibili esternamente può assumere rilevanza paesaggistica, non di per sé, ma in quanto potenzialmente incidente sullo specifico valore paesaggistico tutelato, avendo riguardo, ad esempio, al regolare sviluppo della vegetazione alla conservazione e protezione del manto arboreo e al potenziale effetto alterante dello stato dei luoghi.
La nozione di ampliamento sotto il profilo paesaggistico si declina in modo qualitativamente diverso rispetto a quello edilizio, poiché ciò che rileva non è l’aumento del carico urbanistico, ma l’alterazione dei valori paesaggistici oggetto di tutela che si presumono sicuramente compromessi ove l’ampliamento sia visibilmente percepibile poiché implicante la modifica della sagoma dell’edificio (che non comprende la porzione dell’edifico entroterra) o con la realizzazione un nuovo volume emergente dal suolo.
Post di Alberto Antico – avvocato
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Non so se si parla della stessa sentenza:
Recupero edilizio e paesaggistico: interviene il TAR Sicilia
Sono domande molto interessanti a cui ha provato a rispondere il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia con la sentenza 10 febbraio 2025, n. 531, che ha affrontato in maniera approfondita la distinzione tra recupero edilizio e recupero urbanistico, chiarendo il loro impatto sulla disciplina paesaggistica. Il giudice amministrativo ha esaminato il rapporto tra il concetto di “recupero” e le prescrizioni di tutela paesaggistica, evidenziando la necessità di una valutazione autonoma dell’intervento rispetto agli strumenti di pianificazione.
La questione nasce dal diniego, da parte della Soprintendenza per i beni culturali e ambientali, dell’autorizzazione paesaggistica richiesta per la realizzazione di due garage interrati in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico. L’ente ha motivato il rigetto ritenendo l’intervento incompatibile con il Piano Territoriale Paesaggistico (PTP), che consente esclusivamente interventi di recupero edilizio senza ampliamenti o variazioni tipologiche.
Da notare che la Regione Sicilia ha il PTP –
-art. 27 del PTP che, nel caso di specie, prevede che siano compatibili gli interventi di recupero edilizio senza ampliamento e senza variazione tipologica, mentre vieta espressamente quelli che comportano modifiche tipologiche o incremento volumetrico;
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