Ha ancora senso la distinzione tra punti vendita esclusivi e non esclusivi per i giornali?
La possibilità di aprire punti vendita esclusivi e non esclusivi per la distribuzione-vendita di periodici e/o quotidiani risulta essere oggetto di continue riforme e mutamenti legislativi (comunitari, statali e regionali), in un ottica di progressiva liberalizzazione delle attività commerciale iniziata con la direttiva 2006/123/CE (c.d. direttiva Bolkestein) e da ultimo attuati con gli artt. 34-35 del decreto Salva-Italia nonché con l'art. 1 del Decreto Liberalizzazioni.
Da una ricerca effettuata sul web sembrerebbe emergere, anche allo stato attuale della normativa, il venir meno della rilevanza della distinzione tra punti vendita esclusivi e non esclusivi.
Allego copia del materiale più interessante reperito:
- delibera della Giunta della Regione Veneto n. 1409 del 16 maggio 2003 la quale dà attuazione al d.lgs. 24 aprile 2001 n. 170 che prevede delle limitazioni per l'apertura di punti vendita non esclusivi;
- delibera della Giunta della Regione Veneto n. 1010 del 05 giugno 2012 la quale dà attuazione al d.l. 6 dicembre 2011 n. 201 (c.d. decreto Salva-Italia) e al d.l. 24 gennaio 2012 n. 1 (c.d. Decreto Liberalizzazioni) che, al contrario, liberalizzano il settore commerciale;
- articoli che ritengono venuta meno la distinzione tra punti vendita esclusivi e non esclusivi, stante la possibilità per gli edicolanti di vendere qualsiasi prodotto;
- attività di segnalazione e consultiva dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato - bollettino n. 42 del 7 novembre 2011 - in tema liberalizzazione dell'attività di distribuzione e vendita di quotidiani e periodici;
- TAR Veneto, 07 febbraio 2012, n. 184.
dott. Matteo Acquasaliente
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