Il PATI può contenere disposizioni operative e di dettaglio (anche senza avere individuato gli ATO?)
La sentenza del TAR Veneto n. 621 del 2013 esamina alcune questioni in materia di PAT e PATI.
La ricorrente è proprietaria di un compendio immobiliare sito nella zona industriale del Comune di Padova, dotato di una superficie complessiva di 2.605 mq sulla quale insiste uno stabilimento industriale.
In particolare, tale area si trova all’interno del perimetro della Zona Industriale e Porto Fluviale di Padova (Z.I.P.), istituita direttamente dal legislatore nazionale con L. n. 158/1958, attualmente disciplinata dalla L. n. 739/1969, e gestita dal Consorzio Zona Industriale e Porto Fluviale di Padova (di cui sono soci il Comune, la Provincia e la Camera di Commercio di Padova).
A livello comunale l’area è disciplinata dall’art. 21 delle N.T.A. del P.R.G., che, oltre a dettare disposizioni per la “zona industriale”, detta anche disposizioni specifiche per le aree incluse nel perimetro della Zona Industriale e Porto Fluviale.
Con la delibera impugnata la Giunta della Provincia di Padova ha approvato, ai sensi degli artt. 15 e 16 della legge regionale n.11/2004, il piano di assetto del territorio intercomunale (P.A.T.I.) della Comunità Metropolitana di Padova.
Con tale strumento, l’area ricompresa all’interno della Z.I.P. è stata prevalentemente assoggettata alla disciplina di cui all’art. 19.2.2 delle Norme tecniche, rubricato “Ambiti di urbanizzazione consolidata con destinazioni prevalentemente produttive – commerciali – direzionali”, sostanzialmente confermativa della regolamentazione esistente.
Invece, l’area della ricorrente è stata assoggettata alla disciplina prevista dall’art. 19.2.5, avente ad oggetto gli “Ambiti di riqualificazione e conversione”, per cui, in vista di una possibile riconversione dell’area volta ad eliminare l’attuale uso industriale, fino all’adozione del piano degli interventi, è stata ivi, sin da subito, impedita la realizzazione di nuove unità immobiliari.
La ricorrente lamentava l’illegittimità della delibera impugnata, tra gli altri motivi, anche perchè avrebbe violato gli artt. 13, lett. k) 16 e 17 della L.R.V. n. 11/2004, perchè il P.A.T.I. non contenere disposizioni operative e di dettaglio (come invece contenute nell’art. 19.2.5, laddove si introducono limiti specifici all’attività edilizia) se non prima di aver individuato gli Ambiti Territoriali Omogenei.
Su questo punto il ricorso non è stato accolto dal TAR.
Scrive, infatti, il TAR: "Infatti, come affermato da questa sezione (sent. n. 2954/2010), relativamente ad un caso analogo, in base all’art. 13 lett. k) della L.R. n. 11/2004, il P.A.T. può inserire anche disposizioni di dettaglio o comunque immediatamente conformative della proprietà, com’è quella impugnata in questa sede. La ricorrente sostiene tuttavia, che nel caso di specie tale possibilità sarebbe preclusa dalla mancata individuazione dei singoli Ambiti Territoriali Omogenei. Il Collegio rileva come tale affermazione non corrisponda al vero, in quanto il P.A.T.I. detta una disciplina differenziata per singoli ambiti, che vengono poi specificamente raffigurati con diverse colorazioni nella carta della trasformabilità".
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