Il silenzio-inadempimento della P.A.

07 Mag 2024
7 Maggio 2024

Il TAR Sardegna ha affermato che, perché possa sussistere il silenzio-inadempimento della P.A. non è sufficiente che questa, compulsata da un privato che presenta una istanza, non concluda il procedimento amministrativo entro il termine astrattamente previsto per il procedimento del genere evocato con l’istanza, ma è anche necessario che essa contravvenga ad un preciso obbligo di provvedere sulla istanza del privato. Tale obbligo sussiste non solo nei casi previsti dalla legge, ma anche nelle ipotesi che discendono da principi generali, ovvero dalla peculiarità della fattispecie, e, ai sensi dell’art. 2 l. 241/1990, allorché ragioni di giustizia e di equità ovvero rapporti esistenti tra PP.AA. ed amministrati impongano l’adozione di un provvedimento e, quindi, tutte quelle volte in cui, in relazione al dovere di correttezza e di buona amministrazione della parte pubblica, sorga per il privato una legittima aspettativa a conoscere il contenuto e le ragioni delle determinazioni (qualunque esse siano) della P.A., soprattutto al fine di consentire all’interessato di adire la giurisdizione per la tutela delle proprie ragioni.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Si può avanzare una domanda cautelare nel rito avverso il silenzio-inadempimento della P.A.?

07 Mag 2024
7 Maggio 2024

Il TAR Sardegna ha affermato che la specialità del rito del silenzio (di cui agli artt. 31, 117 e 87, co. 2 e 3 c.p.a.) non osta alla configurabilità in detto rito di una fase cautelare che deve ritenersi immanente all’azione ex artt. 31 e 117 c.p.a. per la salvaguardia delle esigenze di effettività della tutela giurisdizionale.

Nel caso di specie, si trattava dell’inerzia nei confronti di un procedimento di repressione dell’inquinamento acustico.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Istanza di autotutela e silenzio della P.A.

07 Mag 2024
7 Maggio 2024

Il TAR Veneto ha affermato che, per poter configurarsi il silenzio-inadempimento, non è sufficiente che la P.A., compulsata da un privato che presenta un’istanza, non concluda il procedimento amministrativo entro il termine astrattamente previsto per il procedimento del genere evocato con l’istanza, ma è altresì necessario che essa contravvenga ad un preciso obbligo di provvedere sull’istanza del privato.

In caso di presentazione di istanze di autotutela, la P.A. non ha l’obbligo di pronunciarsi in maniera esplicita in quanto la relativa determinazione costituisce una manifestazione tipica della discrezionalità amministrativa, di cui è titolare in via esclusiva la P.A. per la tutela dell’interesse pubblico.

Nel caso di specie, peraltro, il potere di annullamento d’ufficio era sollecitato dai privati decorsi oltre tre anni dal rilascio dell’avversato permesso di costruire.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Annullamento in autotutela

07 Mag 2024
7 Maggio 2024

Il T.A.R. ricorda i presupposti che devono sorreggere l’annullamento d’ufficio di un titolo edilizio.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Il termine di conclusione del procedimento amministrativo, salva espressa previsione contraria, non è perentorio

07 Mag 2024
7 Maggio 2024

Il TAR Veneto ha affermato che non vi è alcuna legge generale che colleghi una decadenza al mancato rispetto del termine di conclusione di un procedimento amministrativo, che quindi non può essere qualificato come perentorio ma come ordinatorio, sicché il suo superamento non determina la consumazione del potere amministrativo né l’illegittimità del provvedimento adottato, ma consente all’interessato di attivare i rimedi giurisdizionali avverso l’inerzia.

L’art. 2-bis l. 241/1990 correla all’inosservanza del termine finale conseguenze significative sul piano della responsabilità della P.A., ma non include, tra le conseguenze giuridiche del ritardo, profili afferenti la stessa legittimità dell’atto tardivamente adottato.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Cosa significa valutazione unitaria degli abusi edilizi

06 Mag 2024
6 Maggio 2024

Nel caso di specie, il Comune contestava al privato di aver trasformato illegittimamente un fabbricato rurale in un vero e proprio campo di equitazione con le relative strutture pertinenziali.

Il privato chiedeva che almeno le aree ludiche senza finalitĂ  di lucro da lui realizzate in loco fossero considerate attivitĂ  edilizia libera.

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha ricordato che in materia di illeciti edilizi, la verifica dell’incidenza urbanistico-edilizia dell’intervento realizzato abusivamente deve essere condotta prendendo in considerazione le opere nella loro globalità, che non possono essere considerate in modo atomistico, non essendo ammessa la possibilità di frazionare i singoli interventi edilizi difformi al fine di dedurre la loro autonoma rilevanza.

Post di Alberto Antico – avvocato

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L’abuso edilizio – e la sua eventuale sanatoria ex art. 36 T.U. edilizia – devono essere oggetto di una valutazione unitaria

06 Mag 2024
6 Maggio 2024

Il TAR Catania ha affermato che, qualora le opere abusive siano tra loro connesse, dando luogo ad un intervento unitario, deve procedersi all’integrale ripristino dello stato dei luoghi, mediante la demolizione e rimozione di tutte le opere accertate come abusive dal Comune. L’eventuale istanza di accertamento di conformità – qualora possibile – dev’essere riferita al complessivo intervento abuso unitariamente considerato e ciò in quanto l’art. 36 d.P.R. 380/2001 regola la sanatoria avuto riguardo all’intervento abusivo e non alla singola opera abusiva e la sanatoria non può non avere ad oggetto il complesso delle opere in cui lo stesso si sostanzia.

Post di Alberto Antico – avvocato

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L’illecito edilizio è permanente

06 Mag 2024
6 Maggio 2024

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha ricordato che il provvedimento con cui viene ingiunta, sia pure tardivamente, la demolizione di un immobile abusivo e giammai assistito da alcun titolo, per la sua natura vincolata e rigidamente ancorata al ricorrere dei relativi presupposti in fatto e in diritto, non richiede motivazione in ordine alle ragioni di pubblico interesse (diverse da quelle inerenti al ripristino della legittimità violata) che impongono la rimozione dell’abuso, neppure nell’ipotesi in cui l’ingiunzione di demolizione intervenga a distanza di tempo dalla realizzazione dell’abuso, il titolare attuale non sia responsabile dell’abuso e il trasferimento non denoti intenti elusivi dell’onere di ripristino.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Opere abusive soggette a SCIA

06 Mag 2024
6 Maggio 2024

Il TAR Veneto ha affermato che anche le opere soggette al regime della DIA/SCIA sono soggette a rimozione qualora non conformi agli strumenti urbanistici. Infatti, in presenza di abusivismo edilizio, ai sensi degli artt. 22 e 37, co. 1 d.P.R. 380/2001, l’applicabilità della sanzione pecuniaria è limitata ai soli interventi astrattamente realizzabili previa denuncia d’inizio attività che siano, altresì, conformi agli strumenti urbanistici vigenti; invece, laddove manchino i presupposti per l’intervento, come nel caso in cui l’opera sia stata posta in essere in violazione del regolamento edilizio, il Comune può irrogare l’ordinanza di demolizione.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Se l’ordinanza che accerta alcune difformità delle opere realizzate dal permesso di costruire ne accerta anche la sanabilità…

06 Mag 2024
6 Maggio 2024

Nel caso di specie, il Comune emanava un’ordinanza con cui irrogava ad un privato la sanzione di euro 516,00 per le opere realizzate in difformità dal permesso di costruire: in quell’atto, il Comune evidenziava la sanabilità delle opere difformi realizzate, affermando come le stesse fossero soltanto parziali e inidonee ad inficiare l’autorizzazione originaria, non avendo alterato i volumi, le sagome, le superfici e la destinazione d’uso.

A seguire, il privato chiedeva e otteneva una sanatoria ex art. 36 T.U. edilizia, che veniva impugnato dal vicino

Il TAR Veneto ha dichiarato il ricorso inammissibile, per non aver il vicino impugnato anche l’ordinanza già lesiva nei suoi confronti, in quanto enunciava la sanabilità delle opere.

Post di Alberto Antico – avvocato

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