La rilevanza urbanistico-edilizia degli interventi di movimento terra

11 Lug 2023
11 Luglio 2023

La Corte di cassazione penale ha affermato che le opere di scavo, di sbancamento e di livellamento del terreno, finalizzate ad usi diversi da quelli agricoli, in quanto incidono sul tessuto urbanistico del territorio, sono sempre assoggettate a titolo abilitativo edilizio.

Ciò sul rilievo che per “interventi di nuova costruzione” devono intendersi quelli di trasformazione edilizia e urbanistica del territorio, che comportino, cioè, la trasformazione in via permanente del suolo inedificato (art. 3, co. 1, lett. e d.P.R. 380/2001), laddove solo i movimenti di terra strettamente pertinenti all’esercizio dell’attività agricola non sono soggetti ad alcun titolo abilitativo (art. 6, co. 1, lett. d d.P.R. 380/2001).

Post del Dott. Ing. Mauro Federici

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I muri di contenimento

11 Lug 2023
11 Luglio 2023

La Corte di cassazione penale ha affermato che costituisce nuova costruzione la realizzazione di muri di contenimento, trattandosi di manufatti che si elevano al di sopra del suolo e sono destinati a trasformare durevolmente l’area impegnata.

La Corte ha aggiunto che, poiché il regime urbanistico-edilizio delle opere deve essere valutato nella sua interezza ed unicità, non può mai essere qualificato come ristrutturazione edilizia un intervento che comporti la contestuale realizzazione di muri di contenimento.

Post del Dott. Ing. Mauro Federici

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Accesso agli atti: valutazioni psico-attitudinali di terzi

11 Lug 2023
11 Luglio 2023

Il T.A.R. ricorda che l’esclusione dall’accesso alle valutazioni psico-attitudinali di terzi, ex art. 24, c. 1 della l. n. 241/1990 è solo tendenziale, ma deve essere valutata in concreato.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Garanzie partecipative del privato e onere di motivazione della P.A.

11 Lug 2023
11 Luglio 2023

Il TAR Sardegna ha affermato che il dovere della P.A. di esaminare le memorie prodotte dal privato a seguito della comunicazione di avvio del procedimento non comporta la confutazione analitica delle allegazioni presentate dall’interessato, se il provvedimento finale è corredato da una motivazione che rende nella sostanza percepibili le ragioni del mancato adeguamento dell’azione amministrativa a quelle osservazioni.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Potere cautelare del G.A. avverso gli atti meramente applicativi di una legge regionale

11 Lug 2023
11 Luglio 2023

La Corte costituzionale ha respinto i ricorsi per conflitto tra Enti promossi dalla Regione del Veneto contro lo Stato, e per esso il TAR Veneto, il quale emanava due ordinanze cautelari con cui disponeva che «vengano mantenute, nei territori del Comune di Caprino Veronese e del Comune di Rivoli Veronese, le speciali forme di tutela dall’esercizio dell’attività venatoria previste per le Zone Faunistiche Alpine».

Le ordinanze erano pronunciate nel contesto del giudizio di impugnazione dell’approvazione del Piano faunistico-venatorio ad opera dell’art. 1 l.r. Veneto 2/2022, con specifico riferimento alla riduzione della porzione del territorio del Comune di Caprino Veronese rientrante nella zona faunistica delle Alpi (ZFA) di cui all’art. 11 l. 157/1992, nonché alla totale esclusione del Comune di Rivoli Veronese dalla medesima ZFA. Con successivi motivi aggiunti, erano impugnati gli atti amministrativi applicativi della l.r. Veneto 2/2022 i quali – in attuazione della esclusione dei territori di cui supra dal regime giuridico della ZFA – rimodulavano conseguentemente i comprensori alpini in cui quest’ultima è suddivisa ex art. 14, co. 4 l. 157/1992 e gli Ambiti territoriali di caccia (ATC), escludendo tali territori dai primi e includendoli nei secondi. Questi ultimi atti amministrativi erano oggetto di sospensione cautelare da parte del TAR Veneto.

La Regione sosteneva che le ordinanze de quibus, avendo disposto in diretto e radicale contrasto con le previsioni della l.r. Veneto 2/2022, sarebbero state adottate in carenza assoluta di giurisdizione e, al contempo, avrebbero leso l’autonomia legislativa costituzionalmente garantita della Regione, nonché le competenze costituzionali del Consiglio regionale.

La Consulta ha respinto questa tesi.

Nel caso in esame il TAR Veneto, nell’adottare una misura cautelare di natura sospensiva e, dunque, “tipica”, ha solo chiarito quali fossero gli effetti necessariamente conseguenti all’esercizio del potere cautelare di sospensione degli atti applicativi della legge, specificando quale sia la disciplina del prelievo venatorio nei territori interessati, come conseguenza diretta e automatica della disposta sospensione.

La misura trova applicazione solo ed esclusivamente nei territori dei Comuni interessati, senza intaccare il potere di pianificazione faunistica-venatoria spettante alla Regione sull’intero suo territorio.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Opere precedenti all’apposizione del vincolo paesaggistico

10 Lug 2023
10 Luglio 2023

Il TAR Palermo ha affermato che, laddove si accerti che un immobile non ha subito alcuna modificazione dopo l’apposizione del vincolo paesaggistico, l’Autorità preposta alla tutela del vincolo deve limitarsi ad accertare che non c’era bisogno di alcuna autorizzazione paesaggistica, lasciando ad altri – cioè, al Comune – il compito di interrogarsi sulla corrispondenza del fabbricato al suo stato legittimo dal punto di vista urbanistico-edilizio.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Prescrizione dell’indennità pecuniaria per illecito paesaggistico

10 Lug 2023
10 Luglio 2023

Il TAR Palermo ha affermato che l’indennità di cui all’art. 167 d.lgs. 42/2004 è soggetta a prescrizione quinquennale, che inizia a decorrere da quando il credito diventa esigibile, e segnatamente da quando viene rilasciato il provvedimento di sanatoria del Comune o il condono edilizio.

Il TAR ha specificato che il rilascio del nulla osta della Soprintendenza non comporta la decorrenza della prescrizione.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Parere della Soprintendenza e modifiche progettuali

10 Lug 2023
10 Luglio 2023

Nel caso di specie, il privato presentava un progetto per l’ampliamento di un’autorimessa interrata in zona paesaggistica. La Soprintendenza emanava parere negativo.

Il privato presentava allora un secondo progetto, con caratteristiche analoghe a quelle del precedente, ma ancora più impattante e significativo, date le maggiori dimensioni dell’ampliamento previsto, che si sviluppava più in profondità nel sottosuolo e che copriva una maggior area esterna al sedime del fabbricato rispetto al primo progetto.

Il Comune denegava il progetto, senza richiedere un nuovo parere soprintendentizio.

Il TAR Veneto ha riconosciuto la legittimità dell’operato del Comune: a fronte di un progetto caratterizzato dalle medesime criticità, addirittura aggravate sotto il profilo del consumo di suolo e della compromissione dei valori paesaggistici, la richiesta di un ulteriore parere avrebbe costituito un inutile aggravio.

Post di Alberto Antico – avvocato

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E se il vincolo viene apposto successivamente al manufatto?

10 Lug 2023
10 Luglio 2023

Il TAR Veneto evidenzia che l’art. 32 della l. n. 47/1985 (I condono), che prevede il parere positivo dell’Autorità preposta alla tutela del vincolo, deve essere applicato anche nel caso in cui esso venga apposto successivamente all’edificazione del manufatto.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Terzo condono e immobili in area soggetta a vincolo paesaggistico

10 Lug 2023
10 Luglio 2023

Il TAR Veneto ha spiegato quali interventi risultano condonabili in area paesaggistica, ai sensi del d.l. 269/2003, come convertito in l. 326/2003.

Post di Alberto Antico – avvocato

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