Uso pubblico di una strada

12 Giu 2025
12 Giugno 2025

Il TAR Veneto, per affermare l’uso pubblico di una strada, si è basato su una serie di elementi, quali il fatto che la stessa colleghi tra loro due vie pubbliche, l’utilizzo da parte della collettività locale, l’assenza di recinzioni, la sua manutenzione ad opera del Comune.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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La Soprintendenza può dichiarare bene culturale una raccolta di disegni?

12 Giu 2025
12 Giugno 2025

Il Consiglio di Stato ha affermato che per archivio deve intendersi un insieme di documenti conservati in modo ordinato e sotto una gestione unitaria, in modo che ciascun documento possa essere rintracciato seguendo determinati criteri logici, nonché raccolti e ordinati in complesso da un unico soggetto che ne è venuto in possesso per ragioni connesse all’attività, pubblica o privata, da esso svolta, atteso che l’archivio risponde all’esigenza di documentare tale attività. Non è perciò necessario, per aversi un archivio, un “nesso orizzontale” tra i documenti, nesso che invece caratterizza le raccolte o collezioni.
Ancorché l’art. 10, co. 3 d.lgs. 42/2004 si riferisca specificamente a raccolte di libri (lett. c) e a collezioni di oggetti (lett. e), la Soprintendenza ben può sottoporre a vincolo una raccolta di documenti (nel caso di specie, disegni): infatti, se le raccolte e le collezioni fossero soggette a tutela solo se riferite a libri o oggetti, resterebbero irragionevolmente privi di tutela documenti che, letti nel loro insieme, acquistano un particolare significato culturale e che, pertanto, è opportuno mantenere uniti.

Post di Alberto Antico – avvocato

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La richiesta di cambio del cognome

12 Giu 2025
12 Giugno 2025

Il Consiglio di Stato ha affermato che, ai sensi dell’art. 89 d.P.R. 396/2000, la valutazione del Prefetto circa l’istanza di cambio del cognome si configura come un potere di natura discrezionale, che si esercita bilanciando l’interesse dell’istante, da circostanziare nell’istanza, con l’interesse pubblico alla stabilità degli elementi identificativi della persona, collegato ai profili pubblicistici del cognome stesso come mezzo di identificazione dell’individuo nella comunità sociale.

Sebbene  la posizione giuridica del soggetto richiedente il cambio di cognome abbia natura di interesse legittimo e la P.A. disponga del potere discrezionale in merito all’accoglimento o no dell’istanza, a fronte di deduzioni precise dell’istante che rivendichi la tutela della propria identità personale, anche mediante l’attribuzione del nome che lo contraddistingue e identifica nella comunità, la P.A. stessa deve opporre specifiche ragioni di interesse pubblico, ostative all’accoglimento dell’istanza. Il diritto al nome è infatti tutelato dall’art. 2 Cost., in quanto afferente al diritto all’identità personale, oltre che dall’art. 7 della Carta di Nizza, entrata a pieno titolo nel diritto primario dell’UE, in forza della nuova formulazione dell’art. 6 del TUE.

È illegittimo il diniego opposto dalla Prefettura all’istanza presentata da una neocittadina italiana di origine romena che ha richiesto il cambio del cognome da nubile in favore di quello del marito - in conformità alle tradizioni e alla legislazione del proprio paese di origine - senza adeguato contemperamento degli opposti interessi e congrua motivazione circa il preponderante interesse pubblicistico al mantenimento (rectius, riesumazione) del cognome paterno; l’imposizione del cognome paterno, a fronte della ventennale spendita del cognome del coniuge e della sua identificazione personale con lo stesso, arreca infatti un vulnus al diritto all’identità personale, quale diritto della personalità intimamente inerente all’individuo.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Rischio frane e tutela

12 Giu 2025
12 Giugno 2025

Se un progetto non rientra nelle aree di fragilità a rischio frane, non può l’Amministrazione denegarlo per contrasto con le norme di tutela di quelle aree: lo ha ricordato di recente il TAR Veneto.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Fondo di solidarietà comunale per l’anno 2025

11 Giu 2025
11 Giugno 2025

Con il d.P.C.M. 16 aprile 2025 (pubblicato in G.U., Serie generale n. 132 del 10.06.2025), sono stati approvati i criteri di formazione e di riparto delle risorse del Fondo di solidarietà comunale per l’anno 2025.

Il decreto è consultabile al seguente link:

https://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario?atto.dataPubblicazioneGazzetta=2025-06-10&atto.codiceRedazionale=25A03289&elenco30giorni=false.

Post di Alberto Antico – avvocato

La dichiarazione di interesse culturale

11 Giu 2025
11 Giugno 2025

Il Consiglio di Stato ha affermato che, in pendenza del procedimento avviato ad istanza di parte per il rilascio di un attestato di libera di circolazione di beni mobili ai sensi dell’art. 68 d.lgs. 42/2004, ben può la P.A. avviare d’ufficio il procedimento di cui all’art. 128, co. 3 d.lgs. cit. per estendere anche a tali beni ritenuti pertinenziali, oltre che all’immobile al quale essi afferiscono, la dichiarazione di interesse culturale particolarmente importante, con conseguente improcedibilità dell’istanza del privato.

Il termine di 120 giorni previsto dal d.P.C.M. 18 novembre 2010, n. 231 (regolamento di attuazione dell’art. 2 l. 241/1990) in relazione al procedimento di dichiarazione di interesse culturale di cui agli artt. 13 e 14 d.lgs. 42/2004 è di natura ordinatoria, con la conseguenza che, alla sua violazione, non consegue l’illegittimità dell’atto tardivo. Lo stesso dicasi per il termine di 40 giorni fissato dall’art. 68, co. 3 d.lgs. cit. per la conclusione del procedimento avviato con l’istanza di rilascio dell’attestato di libera circolazione.

L’art. 128, co. 3 d.lgs. cit. consente di estendere la tutela a beni originariamente non oggetto della stessa. Difatti, l’espressione “verificare la perdurante sussistenza dei presupposti per l’assoggettamento dei beni medesimi alle disposizioni di tutela” può essere intesa in senso plurimo, come conferma della tutela già esistente, revoca della tutela precedentemente accordata ovvero estensione della tutela oltre quella già precedentemente disposta.

La differenza tra la fattispecie ex art. 10, co. 3, lett. d d.lgs. 42/2004 e quella di cui alla successiva lett. e consiste nel fatto che, nel primo caso, per il quale il legislatore richiede un interesse “particolarmente importante”, vengono in rilievo specifici beni mobili o immobili; nel secondo, si tratta di collezioni o serie di oggetti, quindi un insieme di opere considerate come unicum inscindibile, per le quali il legislatore ha ragionevolmente preteso, a differenza del vincolo sul singolo bene, un “eccezionale interesse”.

Il giudizio per l’imposizione di una dichiarazione di interesse culturale storico-artistico particolarmente importante (cd. vincolo diretto), ai sensi degli artt. 10, co. 3, lett. a; 13 e 14 d.lgs. 42/2004, è connotato da un’ampia discrezionalità tecnico-valutativa poiché implica l’applicazione di cognizioni tecnico-scientifiche specialistiche proprie di settori scientifici disciplinari (della storia, dell’arte e dell’architettura) caratterizzati da ampi margini di opinabilità ed è sindacabile dal G.A. esclusivamente sotto i profili della ragionevolezza, proporzionalità, adeguatezza, logicità, coerenza e completezza della valutazione, considerati anche per l’aspetto concernente la correttezza del criterio tecnico e del procedimento applicativo prescelto.

Post di Alberto Antico – avvocato

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La dichiarazione di interesse culturale “storico-relazionale”

11 Giu 2025
11 Giugno 2025

Il Consiglio di Stato ha affermato che è illegittimo il decreto di apposizione del vincolo storico-artistico ex art. 10, co. 3, lett. d d.lgs. 42/2004, quando la relazione della Soprintendenza posta a sua fondamento si rilevi contraddittoria e carente nella motivazione per genericità delle considerazioni espresse dalla P.A. a sostegno della dichiarazione di interesse culturale “storico-relazionale”, dovendo la stessa recare riferimenti a eventi storici specifici e alla rilevanza del bene quale testimonianza dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose. Sussiste inoltre un onere di motivazione rafforzato allorquando le ragioni espresse a sostegno dell’apposizione del vincolo contrastino con altre valutazioni espresse in precedenza dalla Soprintendenza.

Post di Alberto Antico – avvocato

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La trasparenza nelle borse di ricerca: natura giuridica e obblighi pubblicitari alla luce del Parere ANAC n. 1603/2025

11 Giu 2025
11 Giugno 2025

Il dottor Riccardo Renzi, che sentitamente ringraziamo, ci invia la nota, che volentieri pubblichiamo, su "La trasparenza nelle borse di ricerca: natura giuridica e obblighi pubblicitari alla luce del Parere ANAC n. 1603/2025".

La trasparenza nelle procedure di conferimento delle borse di ricerca

La sottoscrizione mancante e il principio di proporzionalità nei concorsi pubblici

11 Giu 2025
11 Giugno 2025

Il dottor Riccardo Renzi, che sentitamente ringraziamo, ci invia la nota, che volentieri pubblichiamo, su "La sottoscrizione mancante e il principio di proporzionalità nei concorsi pubblici".

Riccardo_Renzi__Italia_Ius_Sottoscrizione mancante nella domanda di concorso e soccorso istruttorio

Rapporti tra urbanistica-edilizia e paesaggio

11 Giu 2025
11 Giugno 2025

Il TAR Veneto ha evidenziato la sostanziale inutilità della valutazione della legittimità di un diniego di autorizzazione paesaggistica, una volta accertata la legittimità del diniego edilizio (per contrasto con la norma di piano); e infatti, il privato non ricaverebbe alcun vantaggio dalla relativa pronuncia, stante comunque l’impossibilità di realizzare il proprio intervento.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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