Il contratto di compravendita di un immobile con abusi edilizi non è in sè nullo (Sezioni Unite Cassazione)

01 Apr 2019
1 Aprile 2019

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite civili, con la sentenza sentenza 22 marzo 2019 n. 8230, ha deciso che la nullità comminata dall’art. 46 del d.P.R. n. 380 del 2001 e dagli artt. 17 e 40 della L. n. 47 del 1985, riguarda solo il caso in cui nell'atto di trasferimento della proprietà non siano indicati gli estremi del titolo abilitativo dell'immobile e non si estende ai casi nei quali non vi sia corrispondenza tra il titolo abilitativo e l'immobile concretamente realizzato.

Dal punto di vista tecnico, la Corte precisa che gli articoli citati vanno riferiti al comma 3 dell'articolo 1418 del codice civile, il quale stabilisce che, fatto salvo quanto prevedono i primi due commi dell'articolo 1418, il contratto è altresì nullo negli altri casi stabiliti dalla legge: siccome gli articoli in esame prevedono espressamente la nullità solo nel caso in cui non vengano indicati nell'atto gli estremi del titolo abilitativo, ci si deve fermare lì per stabilire la nullità dell'atto.

La Corte esclude che, se gli estremi del titolo siano indicati, ma l'immobile sia difforme, si possa ravvisare una nullità per illiceità dell'oggetto, ai sensi degli articoli 1418, comma 2, e 1346 del codice civile, e riconduce questa fattispecie all'inadempimento.

Post del prof. Bruno Barel - avvocato

SS UU 8230_2019

Non si può rilasciare una sanatoria subordinata all’esecuzione di opere edilizie

01 Apr 2019
1 Aprile 2019

Il TAR Catania ha affermato che non si può rilasciare un titolo in sanatoria (nel caso di specie, la compatibilità paesaggistica e la sanatoria per doppia conformità ex art. 36 T.U. edilizia), subordinando il rilascio all’esecuzione di opere edilizie, nemmeno se tese a ripristinare la legalità.

Il titolo in sanatoria deve essere rilasciato sulla base del solo progetto allegato all’istanza.

Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza

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Superfici e volumi abusivi che impediscono il rilascio della compatibilità paesaggistica

01 Apr 2019
1 Aprile 2019

Il TAR Catania, ai sensi dell’art. 167, co. 4 Codice dei beni culturali e del paesaggio (d.lgs. 42/2004), ha affermato che non si può rilasciare il provvedimento di compatibilità paesaggistica qualora sia stato realizzato un incremento:

  • della superficie, solo se utile;
  • del volume, anche se non utile (cd. volume tecnico).

Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza

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Contributi pubblici e riparto di giurisdizione

30 Mar 2019
30 Marzo 2019

Il T.A.R. ricorda il riparto di giurisdizione in materia di contributi pubblici.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Qual è la natura giuridica del campo sportivo comunale?

29 Mar 2019
29 Marzo 2019

Il campo sportivo comunale appartiene al patrimonio indisponibile e, in quanto tale, può essere tutelato dall’ente.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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S.O.S. tecnico: può essere conformata anche la SCIA alternativa al PdC?

29 Mar 2019
29 Marzo 2019

Pubblichiamo un interessante quesito in materia di S.C.I.A. alternativa al PdC, ex art. 23 del d.P.R. n. 380/2001, relativo ai poteri conformativi del Comune.

Ringraziamo la Dott.ssa Veronica Longo, dipendente del Comune di Treviso, per la segnalazione.

Il quesito riguarda la data di maturazione dell'efficacia di una scia alternativa al Permesso di costruire (ex art. 23 del DPR 380/2001) che sia  stata oggetto di conformazione, e deriva dalle seguenti considerazioni  sulla normativa vigente in materia:
L'art. 23 del DPR 380/2001 disciplina l'istituto della SCIA alternativa al Permesso di costruire in modo "sui generis" rispetto alla disciplina  generale contenuta all'art. 19 della L. 241/1990. Infatti la SCIA generica, così come quella disciplinata all'art. 22 del  DPR 380/2001 (in cui compare espressamente il rinvio alla disciplina contenuta all'art. 19 della L. 241/1990) permette di iniziare i lavori a partire dal  giorno stesso dalla trasmissione all'ente competente Quest'ultimo, a sua volta, ha facoltà di adottare l'ordine di conformazione entro 30 gg, qualora sia possibile conformare l'intervento alla normativa vigente. Il controllo operato dal Comune è di tipo successivo: l'ordine di conformazione non interrompe i lavori (salvo particolari casi), e la SCIA è già efficace.
La SCIA alternativa al permesso invece è ad efficacia differita (come la ex DIA). Questa dipologia di SCIA si perfezione infatti dopo 30 giorni dalla trasmissione, se completa di tutta la documentazione prevista per legge.
Inoltre, nell'art. 23 relativo alla SCIA alternativa al PC, la conformazione non è contemplata. Si dispone solo che qualora entro 30 gg il conume rilevi la mancanza dei requisiti e presupposti per la sua efficacia, possa emettere l'ordine motivato di non eseguire l'intervento. L'unica possibilità per l'interessato di riattivare l'intervento è ripresentare la SCIA completa in ogni sua parte. Il controllo eseguito dal Comune in questo caso è di tipo preventivo, perchè il suo margine di azione avviene prima che maturi l'efficacia della SCIA
Nella prassi operativa di gestione delle SCIA art. 23, gli uffici intersecano le norme contenute nell'art. 23 del DPR 380/2001 con quelle contenute nell'art. 19 della L. n. 241/1990, utilizzando la conformazione anche per questa fattispecie. Nella maggior parte dei casi gli ordini di conformazione riguardano sono una porzione di intervento, oppure consiste nella richiesta di documentazione.
Ora, l'art. 19 della L. 241/1990 dispone che l'ordine di conformazione interrompe il periodo dei 30 gg, che ricominciano a decorrere dal momento della ricezione dei documenti di conformazione. Ciò significa che il comune da quel momento avrà altri 30 giorni per eseguire un nuovo controllo della SCIA.
Mentre però nel caso della SCIA generica, quando l'ordine di conformazione viene emesso la SCIA è già efficace, e l'interruzione è da riferirsi ai termini di un nuovo controllo successivo, nel caso della SCIA alternativa al PC quando l'ordine di conformazione viene emesso, la SCIA non è ancora efficace.
In questo ultimo caso dunque, l'interruzione è da riferirsi ai termini per la maturazione dell'efficacia della SCIA, che ricomincerebbero a decorrere dopo ulteriori 30 gg dalla trasmissione della documentazione di conformazione?
Se l'ordine di conformazione poi riguarda solo una parte del fabbricato, l'ordine interrompe i termini dell'efficacia della SCIA solo per la parte di intervento oggetto di conformazione, lasciando intatti i termini per la maturazione dell'efficacia della SCIA per la parte non oggetto di conformazione?
Se così fosse, la SCIA sarebbe caratterizzata due date di efficacia: la prima data corrisponderebbe alla parte di edificio non investita dalla conformazione, la seconda data corrisponderebbe invece solo alla parte oggetto di conformazione. Delle medesime date bisognerebbe quindi tener conto anche in sede di eventuale accertamento di opere abusive.
 

Voi, cosa ne pensate?

Sull’uso pubblico della strada

29 Mar 2019
29 Marzo 2019

Il T.A.R. ricorda quando sussiste l’uso pubblico della strada privata.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Approvato il nuovo piano casa del Veneto

28 Mar 2019
28 Marzo 2019

Ieri pomeriggio il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato con emendamenti il PDL 402, che contiene il nuovo piano casa del Veneto.

Appena avremo il testo coordinato, lo pubblicheremo.

Parleremo della nuova legge nel convegno del 5 aprile organizzato da Confartigianato.

Comune e questioni privatistiche

28 Mar 2019
28 Marzo 2019

Il T.A.R. ricorda che, da un lato, prima di rilasciare il titolo edilizio il Comune deve verificare la legittimazione del richiedente e, dall'altro lato, l’ente non può sostituirsi al Giudice per risolvere questioni civilistiche di complessa natura.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Responsabilità civile dell’avvocato: cosa succede se il difensore omette di presentare l’istanza di fissazione udienza?

28 Mar 2019
28 Marzo 2019

La Corte di cassazione, seguita dalla giurisprudenza di merito, ha enucleato i due requisiti fondamentali affinché sorga una responsabilità civile in capo all’avvocato per violazione dei doveri inerenti al mandato: 1) mancato corretto adempimento dell’incarico professionale da parte dell’avvocato; 2) dimostrazione che se l’avvocato fosse stato diligente, il cliente avrebbe vinto la causa.

Sulla scorta di questi principi, ci si chiede: è civilmente responsabile l’avvocato che ometta di presentare l’istanza di fissazione udienza?

Le Corti di merito e di legittimità tendono a verificare in primo luogo le probabilità di vittoria del procedimento giudiziario nel quale l’avvocato ha peccato di diligenza: se la soccombenza in giudizio era “più probabile che non”, viene a mancare un requisito essenziale e l’avvocato è esente da responsabilità.

Ciò sul presupposto che la chance di vittoria non è di per sé risarcibile: il danno patito deve consistere in una vittoria mancata.

Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza

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