L’applicazione della domotica in un’abitazione dotata di pannelli solari

10 Gen 2024
10 Gennaio 2024

Segnaliamo, su gentile concessione dell’autore, un interessante articolo di Daniele Iselle dal titolo: “DOMOTICA FAI DA TE: CON IL PRESENTE ARTICOLO ILLUSTRO UNA NUOVA “PASSIONE”: l’applicazione della domotica in un’abitazione dotata di pannelli solari”.

L’articolo è reperibile al seguente link:

https://diselle.altervista.org/domotica-fai-da-te-con-il-presente-articolo-illustro-una-nuova-passionelapplicazione-della-domotica-in-unabitazione-dotata-di-pannelli-solari/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=gli-ultimi-newsletter-total-articoli-dal-nostro-blog_77&doing_wp_cron=1704702453.0527861118316650390625.

La ripetibilità delle somme pagate per una convenzione urbanistica inattuata

09 Gen 2024
9 Gennaio 2024

Il TAR Veneto ha affermato che, in materia di ripetibilità delle somme di denaro dovute dal privato in relazione ad un intervento di trasformazione edilizio-urbanistica del territorio, non possono essere applicati tout court alle convenzioni urbanistiche o comunque agli accordi i principi consolidatisi in materia di singolo permesso di costruire e correlato contributo di costruzione, per i quali è tradizionalmente ammessa la ripetizione delle somme corrisposte all’atto del rilascio del titolo edilizio nel caso in cui l’intervento programmato non sia realizzato o sia realizzato in modo diverso.

Ciò in quanto gli impegni assunti in sede convenzionale non vanno riguardati isolatamente, perché il parametro di valutazione dell’equilibrio del sinallagma è la complessiva operazione oggetto di accordo. L’interesse dell’operazione contrattuale va infatti valutato con riguardo alla oggettiva funzione economico-sociale della convenzione e non ai singoli impegni assunti dalle parti.

Nel caso di specie, il TAR ha revocato il decreto ingiuntivo che condannava il Comune a restituire ai privati il contributo perequativo versato: esso non era in alcun modo condizionato all’effettiva edificazione delle aree, che è risultata in concreto inibita dapprima dal mancato accordo di tutti i proprietari del PUA, ovvero dalla difficoltà di attuazione del comparto unico, e, successivamente dalla decadenza delle previsioni di espansione soggette a strumenti attuativi non approvati; il contributo trovava giustificazione per il solo cambio di destinazione urbanistica da agricola a residenziale.

Post di Alberto Antico – avvocato

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L’accordo di programma tra PP.AA. di interesse regionale

09 Gen 2024
9 Gennaio 2024

Il TAR Veneto ha offerto una pregevole ricostruzione di questo istituto, a partire dall’art. 32 l.r. Veneto 35/2001 e dall’art. 34 TUEL.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Diritto intertemporale in materia di cave

09 Gen 2024
9 Gennaio 2024

Il TAR Veneto ha offerto un’applicazione dell’art. 24, co. 1 l.r. Veneto 1/2004 (poi abrogato dall’art. 36, co. 4, lett. s l.r. Veneto 13/2018), ai sensi del quale, in deroga a quanto stabilito dalla l.r. Veneto 44/1982 (poi sostituita dalla l.r. Veneto 13/2018), il parere espresso dall’Amministrazione provinciale attraverso la Commissione tecnica provinciale per le attività di cava (CTPAC) nell’ambito dei procedimenti per il rilascio delle autorizzazioni o delle concessioni per le nuove attività di cava e per l’ampliamento delle esistenti è obbligatorio e vincolante.

In vigenza di tale norma, l’eventuale autorizzazione alla coltivazione di una cava emanata in assenza di detto parere è annullabile.

Post di Alberto Antico – avvocato

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La legge veneta sulle cave del 1982

09 Gen 2024
9 Gennaio 2024

Il TAR Veneto ha affermato che, in materia di cave, in vigenza della l.r. Veneto 44/1982 (ora sostituita dalla l.r. Veneto 13/2018, che all’art. 30 fa salva la disciplina precedente per i procedimenti avviati in precedenza), la Giunta regionale era competente al rilascio dell’autorizzazione paesaggistica sul progetto di coltivazione di una cava, nonché al rilascio del titolo unico di cui all’art. 16 della legge del 1982.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Non esiste il timore verso il datore di lavoro nel pubblico impiego, ai fini della prescrizione dei crediti retributivi dei lavoratori

08 Gen 2024
8 Gennaio 2024

Le Sezioni Unite della Corte di cassazione hanno affermato che la prescrizione dei crediti retributivi dei lavoratori nel pubblico impiego contrattualizzato decorre sempre – tanto in caso di rapporto a tempo indeterminato, tanto di rapporto a tempo determinato, così come di successione di rapporti a tempo determinato – in costanza di rapporto (dal momento di loro progressiva insorgenza) o dalla sua cessazione (per quelli originati da essa), attesa l’inconfigurabilità di un metus. Nell’ipotesi di rapporto a tempo determinato, ciò vale anche per la mera aspettativa del lavoratore alla stabilità dell’impiego, in ordine alla continuazione del rapporto suscettibile di tutela.

Nel pubblico impiego, anche se privatizzato, non è configurabile una situazione psicologica di soggezione del cittadino verso un potere dello Stato, quale la P.A., nella fisiologia del sistema.

Quest’ultimo assicurerebbe, infatti, a tutela del lavoratore pubblico, un concreto ed efficiente assetto di stabilità del rapporto, che si articolerebbe in concorrenti profili di garanzia attraverso un articolato ed equilibrato sistema di controlli tra poteri e di bilanciamento di interessi, orientato da quello prioritario generale, fondato sui principi dello Stato costituzionale di diritto.

In altri termini, il sistema assicurerebbe pienamente il lavoratore pubblico negli eventuali comprovati casi di patologia del sistema attraverso la responsabilità diretta dei funzionari e dei dipendenti dello Stato e degli enti pubblici ai sensi dell’art. 28 Cost.

Si ringrazia sentitamente l’avv. Francesco Roncoroni per la segnalazione.

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Lottizzazione scaduta e oneri da versare

08 Gen 2024
8 Gennaio 2024

In giurisprudenza non c’è unanimità di vedute sulla debenza (o meno) del contributo di costruzione (oo.uu.pp.ss. e costo di costruzione) che afferisce ad una lottizzazione scaduta, ma in cui sono già state realizzate, collaudate e cedute al Comune le relative opere, ora interessata da un’istanza di permesso di costruire.

Secondo una parte della giurisprudenza, infatti, il Comune avrebbe diritto a richiedere nuovamente l’intero contributo di costruzione, nonostante la cessione delle opere suddette alla mano pubblica (T.A.R. Veneto, sez. II, 26.11.2019, n. 1281).

Altra parte della giurisprudenza, invece, contesta tale impostazione che dissimulerebbe un ingiusto arricchimento in capo all’ente locale. In tal caso, quindi, sarebbe dovuto solo il costo di costruzione per la nuova costruzione e non gli oneri già versati e/o scomputati con la realizzazione delle relative oo.uu.pp.ss. (T.A.R. Toscana, Firenze, sez. III, 26.03.2020, n. 367).

Personalmente, tale secondo approdo mi sembra più ragionevole e condivisibile.

D’altronde, che il caso prospettato non possa essere appiattito sugli approdi giurisprudenziali relativi al singolo permesso di costruire che, come noto, ammettono la ripetizione integrale del contributo di costruzione già versato in caso di decadenza del titolo (ad eccezione della prescrizione delle relativa pretese creditoria), è avvallato anche dallo stesso T.A.R. lagunare che, nell’affrontare un caso completamente differente, si premura di ricordare come, in presenza di un P.U.A., occorre necessariamente valutare la situazione giuridico-fattuale in modo globale e non atomistico, dato che non rileva più un singolo titolo edilizio, ma una lottizzazione urbanistico-edilizia unitariamente considerata (T.A.R. Veneto, sez. II, 08.07.2023, n. 1021).

Ciò detto, Voi di che opinione siete?

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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La sostituzione dei cavi telefonici è onerosa?

08 Gen 2024
8 Gennaio 2024

Per rispondere a tale quesito, occorre muovere dal quadro di riferimento.

L’art. 92, c. 7 del d.lgs. n. 259/2003 “Codice delle comunicazioni elettroniche” recita: “Il proprietario ha sempre facoltà di fare sul suo fondo qualunque innovazione, ancorché essa importi la rimozione od il diverso collocamento degli impianti, dei fili e dei cavi, né per questi deve alcuna indennità, salvo che sia diversamente stabilito nella autorizzazione o nel provvedimento amministrativo che costituisce la servitù”.

Dalla norma si evince che lo spostamento dell’impianto telefonico e/o del cavo telefonica deve essere eseguito dal Gestore stesso, a suo onere e spesa, senza alcuna richiesta e/o compartecipazione economica al privato, laddove non sussista un titolo che disponga diversamente.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Canoni gas e gare d’ambito

08 Gen 2024
8 Gennaio 2024

La Corte d’Appello di Venezia, confermando quanto già statuito dal Tribunale di Vicenza, ha stabilito che, in attesa delle gare d’ambito per l’individuazione del nuovo gestore del gas, i Comuni possono continuare ad applicare i canoni concessori, compresi i contributi richiesti a favore degli enti locali, previsti dalle convenzionati scadute che, in regime di prorogatio, proseguono a regolare il rapporto contrattuale de quo in attesa della procedura ad evidenza pubblica che individui il nuovo soggetto subentrante.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Il cointeressato non ha il diritto di presentare l’opposizione al ricorso straordinario al Capo dello Stato

05 Gen 2024
5 Gennaio 2024

Nel caso di specie, con un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, i proprietari di un fondo impugnavano gli atti con i quali il Comune disponeva la sospensione dei lavori di demolizione, affidati alla ditta A, e il conseguente ripristino di un fabbricato sito in un terreno agricolo, concesso in affitto alla società B, per lo svolgimento di attività estrattiva debitamente autorizzata.

La ditta A e la società B, cui veniva notificato il ricorso straordinario, presentavano l’opposizione prevista dall’art. 10 d.P.R. 1199/1971.

In sede di trasposizione, il TAR Veneto ha qualificato la posizione delle due imprese come di cointeressate e, per l’effetto, ha sancito che l’ordinamento non attribuisce al cointeressato il potere di presentare l’opposizione ex art. 10 cit.

Per l’effetto, il TAR ha disposto la restituzione del fascicolo al Ministero competente per la prosecuzione del giudizio in sede straordinaria.

Post di Alberto Antico – avvocato

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