Principi utili in materia di risarcimento del danno da provvedimento illegittimo

08 Lug 2019
8 Luglio 2019

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana ha affermato che:

- Il diritto al risarcimento del danno da provvedimento illegittimo si prescrive in cinque anni dal passaggio in giudicato dalla sentenza di annullamento;

- Una volta accertata l’illegittimità dell’atto, vige una presunzione relativa di colpa in capo all’Amministrazione;

- L’onere della prova grava sul privato, per il principio di vicinanza della prova, senza che sia invocabile il soccorso istruttorio.

Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza

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Il danno non patrimoniale secondo il Giudice amministrativo

08 Lug 2019
8 Luglio 2019

Il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Siciliana, dopo un’accurata ricostruzione dell’evoluzione giurisprudenziale in materia di danno non patrimoniale, ha spiegato che la categoria del danno esistenziale dovrebbe essere più correttamente intesa come danno dinamico-relazionale.

Nel prosieguo, il Consiglio ha spiegato come si dimostra di aver sofferto un danno biologico e un danno da perdita di chance.

Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza

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Termini per la revoca e per l’annullamento in autotutela di un atto amministrativo

06 Lug 2019
6 Luglio 2019

Recentemente il TAR Piemonte ha ribadito quali siano le differenze tra la revoca di un provvedimento amministrativo e il suo annullamento in autotutela, in particolare in merito ai termini applicabili a tali due ipotesi di caducazione dell’atto.

Mentre infatti la revoca non è soggetta a termini prestabiliti dalla legge (si richiede infatti solo il mutamento della situazione di fatto ovvero sopravvenuti motivi di interesse pubblico), l’annullamento in autotutela non è più possibile allo spirare di un “termine ragionevole”, che la legge ha successivamente qualificato in massimo 18 mesi.

E tale predetto termine non può essere ritenuto implicitamente applicabile alla revoca, la quale invece deve ritenersi possibile a prescindere dalla presenza di un termine ragionevole ovvero, anche, dell’affidamento del privato, il quale è titolare unicamente di un interesse di natura patrimoniale nel caso in cui la revoca riguardi un atto amministrativo ad efficacia durevole.

Post di Alessandra Piola – dottoressa in Giurisprudenza

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I deliqui giuridici

05 Lug 2019
5 Luglio 2019

L'avvocato Stefano Bigolaro, che sentitamente ringraziamo, ci invia una nota, che volentieri pubblichiamo, su alcuni pasticci dell'ordinamento giuridico.

Si tratta di disposizioni per lo più falotiche, che, dopo avere creato problemi vari agli operatori, si è poi costretti a abbandonare frettolosamente: purtroppo questa tendenza del legislatore italiano sembra inarrestabile, perchè questi continua a emanare disposizioni viziate da astrattismo, senza una intelligente valutazione del loro impatto normativo e pratico.

Non so se dirlo servirà a qualcosa, ma ci proviamo lo stesso.

Gli esempi della nota, tra i tanti, sono i seguenti:

Uno – di carattere generale e processuale: il rito superspeciale degli appalti - è definitivamente venuta meno (pur protraendosi gli effetti).

Uno – di carattere generale e sostanziale: la soft law (ANAC) – è in via di problematico superamento.

Il terzo - di carattere specifico, ma importante (gli incarichi legali) -  è segnato dagli errori di fondo su quello che davvero prevede l’ordinamento europeo e dalla inapplicabilità pratica del sistema  degli elenchi.

Dario Meneguzzo - avvocato

Tre cose che avrebbero dovuto funzionare

Criteri di esclusione nel vecchio Codice appalti

05 Lug 2019
5 Luglio 2019

Il TAR Palermo ha fornito utili indicazioni a proposito delle cause di esclusione previste dall’art. 38, co. 1, lett. c e lett. f d.lgs. 163/2006, cd. vecchio Codice appalti, che riguardano rispettivamente la condanna per un reato incidente sulla moralità professionale e una negligenza o grave errore nell’esercizio dell’attività professionale.

Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza

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Un caso di atto endoprocedimentale autonomamente impugnabile

04 Lug 2019
4 Luglio 2019

Nel caso di specie, al privato era irrogata la sanzione amministrativa pecuniaria ex art. 31, co. 4-bis T.U. edilizia (d.P.R. 380/2001), per aver occupato il suolo pubblico in misura maggiore rispetto a quanto autorizzato.

Il privato, allora, presentava istanza di plateatico per la parte eccedente: la P.A., però, sospendeva il procedimento fino all’avvenuto pagamento della sanzione pecuniaria.

Il TAR Palermo ha qualificato tale atto di sospensione come endoprocedimentale, ma ha anche deciso che la sua impugnazione è ammissibile e fondata, perché la legge non dice che il rilascio dell’autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico sia subordinato al pagamento della citata sanzione pecuniaria.

Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza

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Legge regione Veneto 24 del 2019

04 Lug 2019
4 Luglio 2019

Sul Bur n. 69 del 02/07/2019 è stata pubblicata la legge della regione Veneto n. 24 del 28 giugno 2019, recante "Legge regionale di adeguamento ordinamentale 2018 in materia di tartuficoltura, usi civici, agricoltura, caccia, commercio e piccole e medie imprese".

Segnaliamo l'articolo 10

"CAPO V
Modifiche della legge regionale 28 dicembre 2012, n. 50 “Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella Regione del Veneto”

Art. 10
Modifiche all’articolo 13 della legge regionale 28 dicembre 2012, n. 50 “Politiche per lo sviluppo del sistema commerciale nella Regione del Veneto”.

  1. Al comma 1 dell’articolo 13 della legge regionale 28 dicembre 2012, n. 50 dopo le parole: “onere aggiuntivo calcolato” sono inserite le seguenti: “sulla superficie lorda di pavimento,”.
  2. Alla fine del comma 2 dell’articolo 13 della legge regionale 28 dicembre 2012, n. 50 sono aggiunte le parole: “La quota regionale è corrisposta direttamente alla Regione.”.                                                                                                                                     

Post di Daniele Iselle - funzionario comunale

dettaglioAtto 

Spetta al G.O. conoscere del silenzio della P.A. sull’istanza di permesso di soggiorno per motivi familiari

04 Lug 2019
4 Luglio 2019

Lo ha affermato il TAR Palermo.

Erroneamente, quindi, i privati hanno ritenuto di poter esercitare l’azione avverso il silenzio della P.A. ex art. 31 c.p.a.: l’art. 30, co. 6 T.U. immigrazione (d.lgs. 286/1998) attrae alla giurisdizione ordinaria ogni controversia inerente il rilascio e il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi familiari.

Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza

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Ma come funziona oggi la riduzione del vincolo cimiteriale disposta in passato?

03 Lug 2019
3 Luglio 2019

L'urbanista dott. Fernando Lucato, che sentitamente ringraziamo, ci invia una nota sul vincolo cimiteriale, che volentieri pubblichiamo, proponendo di tenere distinte le riduzioni del vincolo disposte prima o dopo determinate date, in quanto le disposizioni dell'articolo 338 sono cambiate in modo rilevante nel corso del tempo.

Bisogna allora capire se le riduzioni del vincolo a favore della edificazione privata disposte a partire dal 1957 e fino al 2002 siano ancora efficaci.

Il problema è il seguente:

  1. il testo originale dell'articolo 338 del R.d. 27 luglio 1934, n. 1265, al comma 4 prevedeva quanto segue: "Il prefetto inoltre, sentito il medico provinciale e il podesta', per gravi e giustificati motivi e quando per le condizioni locali non si oppongano ragioni igieniche, puo' autorizzare, di volta in volta, l'ampliamento degli edifici preesistenti nella zona di rispetto dei cimiteri".
  2. Il testo originario aveva 6 commi e consentiva, quindi, solo di ampliare gli edifici preesistenti al 1934 all'interno delle fasce di rispetto cimiteriali.
  3. L'articolo unico della L. 4 dicembre 1956, n. 1482, ha aggiunto un comma all'articolo 338, diventato il nuovo comma 2, il quale si occupa dei cimiteri militari di guerra; l'articolo 338 a quel punto aveva 6 commi (perchè gli originali 5 e 6 sono stati riuniti nel comma 6).
  4. L'articolo 1 della legge 17 ottobre 1957, n. 983 ha modificato il comma 5 dell'articolo 338, stabilendo quanto segue: "Può altresì il Prefetto, su motivata richiesta del Consiglio comunale, deliberata a maggioranza assoluta dei consiglieri in carica, e previo conforme parere del Consiglio provinciale di sanità, quando non vi si oppongano ragioni igieniche e sussistano gravi e giustificati motivi, ridurre l'ampiezza della zona di rispetto di un cimitero, delimitandone il perimetro in relazione alla situazione dei luoghi, purchè nei centri abitati con popolazione superiore ai 20.000 abitanti il raggio della zona non risulti inferiore ai 100 metri ad almeno a 50 metri per gli altri Comuni".  Dopo tale legge  l'articolo 338 ebbe 7 commi (a seguito della separazione del precedente comma 6).
  5. Il testo del 1957 è quello che la maggior parte dei comuni ha applicato per ridurre il vincolo cimiteriale anche a vantaggio della edificazione privata, in quanto quella legge lo consentiva.
  6. L'articolo 28, comma 1, lett. d) della legge 1 agosto 2002, n. 166, ha sostituito vari commi dell'articolo 338, tra cui il 4 e il  5, stabilendo che: "Il consiglio comunale può approvare, previo parere favorevole della competente azienda sanitaria locale, la costruzione di nuovi cimiteri o l'ampliamento di quelli già esistenti ad una distanza inferiore a 200 metri dal centro abitato, purché non oltre il limite di 50 metri, quando ricorrano, anche alternativamente, le seguenti condizioni:
    a) risulti accertato dal medesimo consiglio comunale che, per particolari condizioni locali, non sia possibile provvedere altrimenti;
    b) l'impianto cimiteriale sia separato dal centro urbano da strade pubbliche almeno di livello comunale, sulla base della classificazione prevista ai sensi della legislazione vigente, o da fiumi, laghi o dislivelli naturali rilevanti, ovvero da ponti o da impianti ferroviari.                                                                                                                                                                                                    Per dare esecuzione ad un'opera pubblica o all'attuazione di un intervento urbanistico, purché non vi ostino ragioni igienico-sanitarie, il consiglio comunale può consentire, previo parere favorevole della competente azienda sanitaria locale, la riduzione della zona di rispetto tenendo conto degli elementi ambientali di pregio dell'area, autorizzando l'ampliamento di edifici preesistenti o la costruzione di nuovi edifici. La riduzione di cui al periodo precedente si applica con identica procedura anche per la realizzazione di parchi, giardini e annessi, parcheggi pubblici e privati, attrezzature sportive, locali tecnici e serre".

post di Dario Meneguzzo - avvocato

relazione riduzione vincoli cimiteriali

Gestire il centro equestre comunale integra una locazione o una concessione?

03 Lug 2019
3 Luglio 2019

Il TAR Sardegna ha conosciuto della domanda di risoluzione del contratto con cui il Comune affidava ad un’associazione il centro equestre comunale, appartenente al patrimonio indisponibile.

Di fronte alle difese delle parti, il TAR ha spiegato perché il contratto non potesse essere qualificato come locazione, bensì come concessione di beni, lavori e servizi, con questi ultimi in situazione di prevalenza.

All’esito, il TAR ha dichiarato il proprio difetto di giurisdizione, in favore del Giudice ordinario.

Post di Alberto Antico – dottore in giurisprudenza

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