28 Aprile 2022
Nella famosa opera teatrale Enrico IV (parte II, atto IV, scena II) di Shakespeare viene esposto il programma demagogico e arrogante dell'aspirante re di Inghilterra:
"CADE - Grazie, mia brava gente!
Quando dunque, dicevo, sarò re,
non ci sarà bisogno di denaro:
tutti a mangiare e bere a spese mie,
tutti vestiti della stessa foggia,
perché tutti dovranno esser fratelli
ed onorare me, vostro signore.
DICK - Intanto, come primissima cosa,
ammazzeremo tutti gli avvocati".
L'amico avvocato Stefano Bigolaro, per migliorare il programma del re, dopo averci pensato un po' su, ha scritto il libro che si vede nella foto.
Cosa dice il libro? Che senza gli avvocati sarebbe peggio: per quanto insoddisfacente sia la tutela fornita dal giudice amministrativo, senza un avvocato amministrativista il cittadino non avrebbe alcuna tutela nei confronti dei pubblici poteri.
Infatti, il re, dopo avere incantato le anime dei sudditi, potrebbe fare tutto quello che gli pare, senza nessuno in grado di conoscere i complicati meccanismi per opporsi e contrastare il suo potere.
Quindi vogliate bene al vostro avvocato amministrativista 🙂
In sintesi:
"L’espansione costante della burocrazia, l’intervento delle amministrazioni nella vita delle persone, la moltiplicazione di regole di ogni tipo: viviamo in una società immersa nel diritto amministrativo.
Non è questione da specialisti, riguarda tutti. Come ci si muove in una società del genere?
Perché il sistema funzioni, è necessario potersi confrontare con le amministrazioni prima che decidano: insomma, partecipare.
E poi deve esserci la possibilità di rivolgersi a un giudice: serve a tutelare le proprie ragioni, ma serve soprattutto alla legalità complessiva. Purché sia un giudice indipendente, che capisca quando un potere pubblico è usato male e intervenga per farlo usare meglio.
Niente di semplice. Neanche per gli avvocati, la cui attività cambia per restare adeguata ai tempi".
Post di Dario Meneguzzo

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