Contratti pubblici e fase esecutiva
Il T.A.R. ricorda che le controversie attinenti alla fase esecutiva della procedura ad evidenza pubblica è attratta dalla Giurisdizione ordinaria.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Il T.A.R. ricorda che le controversie attinenti alla fase esecutiva della procedura ad evidenza pubblica è attratta dalla Giurisdizione ordinaria.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
La Sezione Regionale di Controllo per l’Emilia-Romagna della Corte dei Conti opera una ricognizione delle tipologie di affidamento di incarichi da parte della p.a. a legali esterni, offrendo una serie di principi e regole di buona amministrazione che, secondo la Corte, le pp.aa. sarebbero tenute a seguire.
In verità, questi principi enunciati dalla Corte appaiono di dubbio fondamento giuridico, visto che ANAC e Consiglio di Stato non sono ancora riusciti a concordare una soluzione per questa questione.
Post del dott. Alberto Antico
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea afferma che si può esperire a posteriori la mancata verifica di assoggettabilità alla VIA (ed, in caso, la VIA) di un progetto di potenziamento di un impianto per la produzione di energia elettrica già realizzato, a condizione che (1) le norme nazionali che consentono tale regolarizzazione non offrano agli interessati l’occasione di eludere o disapplicare il diritto UE e (2) che la valutazione effettuata a titolo di regolarizzazione tenga conto non solo dell’impatto ambientale futuro, ma anche di quello già causato a partire dalla realizzazione dell’impianto.
Tale verifica, se compiuta sulla base di norme nazionali comunitariamente conformi, potrà anche ritenere non necessario l’ottenimento della VIA.
La CGUE conferma così le conclusioni cui era pervenuta in un precedente del luglio 2017, ove alcuni impianti elettrici erano stati sottoposti alla verifica di assoggettabilità alla VIA ed alla VIA stessa solo dopo la realizzazione, e non all’atto dell’istanza di autorizzazione, per lo stesso motivo di cui al caso odierno: la legislazione della Regione Marche, che escludeva tali provvedimenti per impianti o interventi che non superassero una determinata soglia potenziale termica, è stata dichiarata incostituzionale per contrasto con la direttiva 2011/92/UE.
Post di Daniele Iselle - funzionario comunale
Il T.A.R. Veneto conferma che per inibire la SCIA non è necessario né la comunicazione di avvio del procedimento né la comunicazione dei motivi ostativi.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Il T.A.R. Veneto esamina in un’articolata sentenza i principi concernenti la segretezza delle offerte e l’apertura dei plichi.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Il T.A.R. Veneto si occupa del project financing e dell’impossibilità di applicare la revoca prevista dell’art. 21 quinques della L. n. 241/1990.
Post di Matteo Acquasaliente - avvocato
Sulla G.U. n. 57 del 9 marzo 2018 è stato pubblicato il decreto 16 gennaio 2018, n. 14 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, contenente il Regolamento recante procedure e schemi-tipo per la redazione e la pubblicazione del programma triennale dei lavori pubblici, del programma biennale per l'acquisizione di forniture e servizi e dei relativi elenchi annuali e aggiornamenti annuali.
Post di Daniele Iselle - funzionario comunale
Segnaliamo una sentenza del TAR Milano in materia di muri di sostegno dei terrapieni e distanze legali.
Post di Marco Merlo - funzionario comunale
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Decidendo un ricorso in materia di autorizzazione unica per fonti rinnovabili, il TAR Molise afferma che la complessità dell’istruttoria preordinata alla valutazione di impatto ambientale rende l’anticipazione della VIA rispetto alla conferenza di servizi una soluzione pressoché obbligata, senza che ciò determini una violazione dell’obbligo fissato dall’art. 14ter, co. 4 della L. 241/90 di concentrazione dei pareri in sede di conferenza di servizi.
Post di Dario Meneguzzo - avvocato
Il TAR Molise ricorda che il favor riconosciuto dalla normativa europea e nazionale alla diffusione delle fonti di energia rinnovabile è stato avvalato anche dalla Corte Costituzionale, cosicchè esso costituisce un limite ai poteri delle regioni in materia.
In particolare, il TAR precisa che il principio dello sviluppo sostenibile non può essere invocato per negare un impianto per energie rinnovabili, perchè è incompatibile col suddetto favor.
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