Dove vengono spesi i soldi pubblici in Italia
Dal sito internet dell'economista Eugenio Benetazzo (http://www.eugeniobenetazzo.com/bilancio-dello-stato.htm) traiamo le interessanti note che pubblichiamo:
"In questo momento così delicato della vita del nostro paese, a fronte di un palese immobilismo dell'attuale scena politica, il contribuente medio deve avere una conoscenza il più possibile ampia ed approfondita di quelli che sono i centri di spesa più rilevanti e di come questi ultimi si siano evoluti negli ultimi dieci anni. Votare per questo o quel partito non ha senso se le rispettive offerte di politica economica non mirano a razionalizzare o meglio a tagliare là dove oggettivamente vi sia immane incombenza. Ad esempio dall'analisi del Bilancio dello Stato per Competenza previsto per il 2013 si possono evidenziare un totale di spese correnti per 482 MLD (di cui 89 MLD solo per interessi passivi, stimati in 95 MLD per il 2014 e 99 MLD per il 2015) che salgono ad un totale complessivo di 524 MLD, aggiungendo anche i 42 MLD per spese in investimenti fissi e trasferimenti in conto capitale. Sempre per il 2013 sono previsti 204 MLD di rimborso prestiti per titoli del debito pubblico (contro i 247 MLD del 2012): pertanto il budget finanziario dello Stato per il 2013 sommando le varie poste arriva a oltre 760 MLD.
A questo punto diventa interessante scomporre alcuni capitoli di spesa per aggregati economici di costo: sono stanziati 86 MLD per le retribuzioni del personale dipendente, 230 MLD per trasferimenti alle Amministrazioni Pubbliche, di cui 114 MLD per la previdenza ed assistenza sociale. Significativi diventano anche i costi propri delle varie strutture periferiche: ne citiamo alcune, Giustizia 7 MLD, Difesa 17 MLD, Istruzione scolastica ed universitaria 48 MLD, Organi Costituzionali 2.7 MLD, Tutela dei Beni e delle Attività Culturali 1.4 MLD, Accoglienza all'Immigrazione 1.5 MLD ed infine l'insignificante Turismo con 0.028 MLD (riflettete a fondo soprattutto sull'entità di questi ultimi tre). Capite da voi come le aree e le voci di costo su cui sarebbe possibile tagliare molto e duramente, per ovvie ragioni di capienza, tanto in quantità che in qualità, sono rispettivamente l'assistenza sanitaria, la previdenza sociale, le retribuzioni del personale dipendente e l'istruzione scolastica (ricordo che il MIUR è il sesto datore di lavoro al mondo): tutti settori dello Stato che sono strategici per ottenere consenso elettorale. Chiedetevi ora chi dovrebbe essere in Italia il duro che dà inizio all'epoca dei tagli ed al tempo stesso ad un nuovo decennio di piombo".
Pubblichiamo anche il Bilancio 2013 in breve, redatto dal Ministero dell'Economia e delle Finanze.
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