Annullamento del decreto di esproprio di un fondo medio tempore alienato a terzi: quid iuris?

18 Lug 2025
18 Luglio 2025

Il Consiglio di Stato ha affermato che va accolto il ricorso per l’ottemperanza della sentenza che ordini la restituzione del fondo oggetto di decreto di esproprio annullato in sede giurisdizionale e che sia stato alienato a terzi nelle more del giudizio impugnatorio, qualora l’avente causa sia consapevole che la procedura espropriativa era oggetto di contestazione giudiziale, non ravvisandosi il presupposto della buona fede ex art. 2038 c.c. (Alienazione della cosa ricevuta indebitamente) per fare salvo l’acquisto.

L’art. 2652, n. 6 c.c., nella parte in cui implica l’efficacia processuale della trascrizione delle domande giudiziali non si applica al ricorso proposto per l’annullamento giudiziale del provvedimento di espropriazione, in quanto la disposizione rimanda ai vizi degli atti di autonomia privata e non i tradizionali vizi di legittimità dei provvedimenti, tenuto anche conto dei principi di stretta tipicità legale sotteso al sistema della trascrizione immobiliare e dell’esigenza, ad esso correlata, di certezza dei traffici.

Quando è prevista la trascrizione delle domande, agli effetti dell’art. 111 c.p.c., il processo si considera pendente (ai fini della opponibilità della sentenza agli aventi causa dal convenuto) non con la notificazione della citazione, ma con la trascrizione della domanda; correlativamente il diritto controverso si considera trasferito solo dal momento della trascrizione del titolo di acquisto, non già dal momento della manifestazione del consenso delle parti. Ne consegue che la sentenza pronunciata contro l’alienante è sempre opponibile ai terzi che abbiano trascritto il proprio titolo di acquisto dopo la trascrizione della domanda, mentre è inopponibile a quelli che hanno trascritto prima.

La trascrizione del decreto di esproprio non è funzionale alla produzione degli effetti di cui all’art. 2644 c.c. (Effetti della trascrizione), ma ha solo l’effetto di trasformare i diritti reali o personali di terzi sulla cosa in diritto di credito sull’indennità liquidata all’espropriato e, pertanto, non può fungere da criterio di risoluzione dei conflitti tra più aventi causa dal medesimo dante causa e non può integrare l’eccezione di cui all’art. 111, co. 4 c.p.c.

La ragione giustificatrice di tale attenuata efficacia della trascrizione del decreto di esproprio è ravvisata nella circostanza per cui l’acquisto del diritto in capo all’espropriante è svincolato dalla titolarità del diritto da parte dell’espropriato.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Enti locali e accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati

18 Lug 2025
18 Luglio 2025

Il TAR del Lazio, Sede di Roma ha affermato che il «sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati» (SPRAR), divenuto poi «sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati» (SIPROIMI), si caratterizza per una forma di collaborazione tra lo Stato e gli Enti locali destinatari dei contributi per la gestione del servizio di accoglienza e protezione dei richiedenti asilo e rifugiati e si concretizza in un  modulo convenzionale inquadrabile nella fattispecie di cui all’art. 15 l. 241/1990, in quanto viene in rilievo un accordo tra PP.AA. per disciplinare lo svolgimento in collaborazione di attività di interesse comune, con la conseguente devoluzione di eventuali controversie alla giurisdizione esclusiva del G.A., ai sensi dell’art. 133, co. 1, lett. a, n. 2 c.p.a.

La normativa di settore individua nell’Ente locale il soggetto legittimato a presentare la proposta progettuale, in quanto diretto destinatario del finanziamento, oltre che della prosecuzione dei progetti esistenti; l’ordinamento prevede la partecipazione degli Enti locali per la prestazione di servizi finalizzati all’accoglienza dei richiedenti asilo e dei titolari di protezione internazionale o di permesso umanitario.

Anche dall’esame del d.m. Interno 10 agosto 2016 si evince la assoluta centralità dell’Ente locale, in quanto a lui compete la presentazione della domanda di finanziamento per i suddetti servizi (artt. 4 e 9), nonché quella di prosecuzione (art. 14) e la redazione del relativo piano finanziario (art. 23). Il rendiconto delle spese sostenute è, conseguentemente, un obbligo dello stesso Ente locale – che si avvale a tal fine di un Revisore indipendente – tenuto a presentare tale documento contabile alla Direzione centrale. È poi l’Ente locale il soggetto destinatario di verifiche e ispezioni sui servizi (art. 25), a seguito delle quali viene inviato allo stesso Ente l’eventuale avviso di possibili inosservanze con invito ad ottemperare entro un termine assegnato, pena la decurtazione del punteggio assegnato fino alla revoca –parziale o totale – del contributo (art. 27).

Post di Alberto Antico – avvocato

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Ricorso gerarchico e successivo ricorso giurisdizionale: si possono introdurre motivi nuovi?

18 Lug 2025
18 Luglio 2025

Il TAR Catania ha affermato che in sede di ricorso giurisdizionale contro una decisione adottata a seguito di ricorso gerarchico, sono inammissibili i motivi nuovi che non siano stati proposti nella predetta sede contenziosa amministrativa, a meno che il termine per ricorrere contro l’originario provvedimento impugnato non sia ancora decorso, e ciò al fine di evitare che la mancata impugnativa di un atto asseritamente illegittimo attraverso il rimedio giustiziale e la sua successiva impugnativa (per saltum) con il rimedio giurisdizionale possa costituire la via attraverso la quale eludere l’onere di impugnare tempestivamente l’atto nell’ordinario termine decadenziale.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Domanda risarcitoria connessa ad una domanda di annullamento soggetta al rito abbreviato: quid iuris?

18 Lug 2025
18 Luglio 2025

Il TAR del Lazio, Sede di Roma ha affermato che in caso di gravame con contenuto misto impugnatorio e risarcitorio nelle materie ex art. 119 c.p.a. (nella specie, avverso la decisione del Collegio di garanzia dello sport), trova applicazione il rito speciale con il correlativo dimezzamento dei termini processuali: l’intero giudizio va attratto alla sfera applicativa del rito speciale abbreviato, allorquando la domanda risarcitoria non sia autonoma ma strettamente dipendente dalla domanda di annullamento.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Il volume tecnico

17 Lug 2025
17 Luglio 2025

Il TAR Catania ha affermato che la nozione di volume tecnico si impernia, oltre che sulle ridotte dimensioni del manufatto, anche sull’oggettivo asservimento funzionale del medesimo rispetto all’opera principale, dovendo aversi riguardo non solo all’aspetto quantitativo, ossia alla modesta dimensione dello stesso, ma anche a quello qualitativo e funzionale ossia ad un’opera priva di qualsiasi autonomia funzionale, anche solo potenziale, perché destinata solo a contenere, senza possibilità di alternative, impianti tecnologici serventi di una costruzione principale.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Si può chiedere al TAR di accertare la legittimità delle proprie opere edilizie?

17 Lug 2025
17 Luglio 2025

Il TAR del Lazio, Sede di Roma ha affermato che la pronuncia di mero accertamento autonoma è ammessa, oltre che nelle ipotesi in cui vengano in rilievo diritti soggettivi, anche, in via residuale, nell’ambito della giurisdizione generale di legittimità solo in presenza di una situazione di obiettiva incertezza ingenerata dalla stessa P.A. e laddove non siano praticabili i rimedi di tutela tipizzati.

Non rientra in questa casistica l’accertamento della legittimità di opere edilizie, tanto più se il privato ne ha domandato la sanatoria, con ciò ammettendo la loro (originaria) abusività.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Strutture leggere

17 Lug 2025
17 Luglio 2025

Al fine di denegare la compatibilità paesaggistica di un immobile, il TAR Veneto ha sottolineato che un manufatto di notevole superficie, stabilmente ancorato al suolo mediante piedritti ancorati al suolo su fondazioni, con struttura portante metallica, richiudibile ai lati e ben visibile, esprime superficie utile, e quindi non può accedere al procedimento di cui all’art. 167 Codice dei Beni Culturali.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Accordi provvedimentali

17 Lug 2025
17 Luglio 2025

Il TAR Veneto rileva che gli accordi provvedimentali di cui all’art. 11 l. n. 241/1990 sono disciplinati (anche) dai principii civilistici in materia di obbligazioni e di contratti, rientrano all’interno della giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo e per tale ragione possono essere tutelati nelle forme dei diritti soggettivi.

Post di Alessandra Piola – avvocato

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Dipendente pubblico part-time e partecipazione ai pubblici appalti

17 Lug 2025
17 Luglio 2025

Il Consiglio di Stato ha affermato che la progettazione svolta da un dipendente pubblico, sebbene in regime part-time, non può essere utilizzata dallo stesso (o dall’operatore economico in cui egli sia, a qualsiasi titolo, inserito) per integrare i requisiti tecnico professionali, necessari in base alla lex specialis di una gara pubblica, in quanto si tratta di attività imputabile esclusivamente alla P.A., all’interno della cui complessa organizzazione si inserisce la prestazione intellettuale, priva di profili di autonomia e della caratteristica dell’intuitu personae.

Parimenti, la previsione di incentivi economici per le funzioni tecniche svolte dai dipendenti pubblici è un elemento retributivo del tutto neutro rispetto alla problematica in esame e, pur esprimendo una logica premiale, è inidoneo a superare il dato dell’immedesimazione organica del dipendente pubblico ed a scorporare le sue prestazioni dalla più complessa organizzazione pubblica.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Pubblicata la nuova edizione della Carta di Copertura del Suolo della Regione del Veneto

16 Lug 2025
16 Luglio 2025

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