Il dirigente dell’Istituto scolastico che costituisce classi con un numero di alunni inferiore a quello legale è responsabile di un danno erariale?

23 Gen 2024
23 Gennaio 2024

La prima Sezione giurisdizionale centrale d’appello della Corte dei conti, confermando l’assoluzione pronunciata dalla Sezione giurisdizionale regionale per la Campania, ha ritenuto necessaria la sussistenza dell’elemento soggettivo della colpa grave per la configurazione della responsabilità erariale in capo al dirigente di un Istituto scolastico che aveva costituito classi con un numero di alunni inferiore a quello legale.

In particolare, la Procura regionale contestava l’irregolarità nella formazione e nel funzionamento di alcune classi ritenute fortemente sottodimensionate, senza che ne ricorressero i presupposti normativi, con una diretta ricaduta sulla dotazione del personale docente occorrente per i periodi considerati e sui relativi maggiori costi.

I Giudici contabili d’appello hanno innanzitutto evidenziato che il procedimento di costituzione delle classi, di natura previsionale, non è basato solo su dati numerici fissi, ma anche su serie storiche, elaborate in termini orientativi, nonché, per espressa previsione normativa, su “…ogni altro elemento obiettivamente rilevabile derivante da nuovi insediamenti urbani, tendenze demografiche, livelli di scolarizzazione, istituzione di nuove scuole e nuovi indirizzi di specializzazione” (art. 16 del d.P.R. 81 del 2009, in cui sono fissati i parametri ed i criteri per la definizione degli organici scolastici).

Tanto premesso, si è rilevato che non può desumersi un rapporto di derivazione immediata tra l’assunta inosservanza delle disposizioni che regolano la formazione delle classi e la qualificazione in termini di colpa, per giunta grave, del comportamento attuato dal Dirigente, soprattutto se si considera che la disciplina, senza dubbio complessa, si fonda anche su criteri che necessitano di valutazioni e di adattamenti da parte di una molteplicità di Uffici e di Organi, alla stregua del contesto territoriale e temporale di riferimento.

Da ultimo, i magistrati contabili hanno ritenuto irrilevante l’adozione di una sanzione disciplinare nei confronti del Dirigente (peraltro oggetto di successivo annullamento in sede civile) in quanto il procedimento disciplinare è del tutto autonomo rispetto al giudizio di responsabilità erariale.

Post di Francesco Giuseppe Roncoroni - avvocato 

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Si possono vietare le antenne in determinate zone del territorio comunale

23 Gen 2024
23 Gennaio 2024

Il T.A.R. Veneto ricorda che il Comune, nell’esercizio della sua ampia discrezionalità amministrativa, può vietare l’installazione di nuove antenne in determinate zone del proprio territorio.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Accesso agli atti del subappaltatore di un pubblico appalto

23 Gen 2024
23 Gennaio 2024

Nel caso di specie, un subappaltatore di un pubblico appalto avanzava un’istanza di accesso agli atti volta ad acquisire l’intera documentazione contabile riferita all’appalto di 19 milioni di euro nel cui ambito il suo subappalto valeva poco più di 600.000 euro e dove l’unica fattura il cui pagamento era sospeso a seguito della risoluzione contrattuale tra appaltatore e subappaltatore era pari a circa 18.000 euro.

Il TAR Veneto, dopo aver ripercorso le caratteristiche dell’accesso agli atti documentale e dell’accesso civico, ha ritenuto legittimo il diniego opposto dalla Stazione appaltante, in quanto l’istanza era manifestamente onerosa e solo dichiaratamente indirizzata a realizzare un controllo sull’attività amministrativa, essendo palesi, in quanto esplicitate seppure in modo generico e non preciso, le finalità difensive sottese all’esercizio di entrambe le forme di accesso.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Il primo codice appalti e gli (innominati) “lavori integrativi”

23 Gen 2024
23 Gennaio 2024

Nel caso di specie, la Regione del Veneto riduceva un finanziamento concesso per la realizzazione di una pista ciclabile – con un appalto soggetto al d.lgs. 163/2006, cd. primo codice appalti – sul rilievo che l’appaltatore, a fronte delle richieste di chiarimenti rivoltegli dalla stessa Regione, non aveva dimostrato la natura complementare di tali lavori.

L’impresa ribatteva che non si tratterebbe di lavori complementari, bensì di lavori integrativi.

Il TAR Veneto ha risposto che il primo codice appalti non contemplava alcuna fattispecie di “lavori integrativi”.

Il ricorrente avrebbe dovuto dimostrare la sussistenza dei presupposti richiesti dalla legge per eseguire o lavori complementari (necessità impreviste e sopravvenute: art. 57, co. 5 d.lgs. 163/2006) o per svolgere lavori in variante (cause impreviste o imprevedibili: art. 132, co. 1 lett. b d.lgs. cit. e art. 161 d.P.R. 207/2010).

Post di Alberto Antico – avvocato

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Sulla riduzione del vincolo cimiteriale

22 Gen 2024
22 Gennaio 2024

Il T.A.R. Veneto ha affermato che la fascia dei 200,00 metri di rispetto del vincolo cimiteriale, ex art. 338 del R.D. n. 1265/1934, è derogabile e, quindi, riducibile fino a 50,00 metri se l’Autorità Sanitaria Locale competente esprime il proprio parere favorevole a riguardo.

Nel caso di specie, il Comune aveva ridotto il vincolo cimiteriale con la variante al PRG del 1978 e, nel 2006, aveva inserito l’area in esame all’interno di un P.U.A. Muovendo da queste premesse, il T.A.R. ha fatto salvo tale riduzione, affermando che la stessa non era impedita dalla modifica normativa intervenuta con la l. n. 166/2002 che, come noto, consente al Consiglio comunale di apportare una siffatta limitazione del vincolo “per dare esecuzione ad un'opera pubblica o all'attuazione di un intervento urbanistico”, compresa l’approvazione di Un P.U.A.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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Distanze per le attività con materiali esplodenti

22 Gen 2024
22 Gennaio 2024

Il TAR Veneto ha ricordato le distanze fissate dal r.d. 635/1940 (Regolamento di esecuzione del TULPS), in materia di licenza per lo svolgimento dell’attività di deposito di materiali esplodenti.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Un esempio di strada vicinale ad uso privato e distanze

22 Gen 2024
22 Gennaio 2024

Il TAR Veneto ha qualificato come strada vicinale ad uso privato, non soggetta alle fasce di rispetto del Codice della strada, una strada che si trova interamente su terreni privati, finisce poco oltre la proprietà del privato ed è quindi priva di sbocco, rappresentata nella planimetria catastale con doppio tratteggio, con il quale sono indicate le strade private, e non soggetta ad uso pubblico, bensì posta a mero servizio delle proprietà che sulla stessa si affacciano.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Niente condono se sono violate le distanze

22 Gen 2024
22 Gennaio 2024

Il TAR Veneto ha affermato che gli abusi in materia di distanze dai confini e dagli edifici limitrofi non sono condonabili, anche, e soprattutto, perché la disciplina urbanistica locale in materia di distanze non è derogabile, essendo diretta non già alla tutela di interessi privati, bensì alla tutela di interessi generali e pubblici in materia urbanistica.

La questione è quella del condono nel caso di vincoli di inedificabilità.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Giurisdizione del TSAP in materia di distanza di una recinzione da un canale di bonifica

22 Gen 2024
22 Gennaio 2024

Il TAR Veneto ha affermato che spetta al TSAP conoscere dell’impugnazione della prescrizione, contenuta in un’autorizzazione idraulica per l’installazione di una recinzione, con cui è stata imposta la distanza minima di sei metri dal canale pubblico di bonifica, motivata in ragione dell’incidenza del manufatto sulla manutenzione, gestione ed esercizio del suddetto canale.

Post di Alberto Antico – avvocato

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Il rinvio dell’udienza pubblica è eccezionale

20 Gen 2024
20 Gennaio 2024

Il T.A.R. ricorda che rinvio dell’udienza può essere concesso dal Collegio solo per “gravi ragioni”.

Post di Matteo Acquasaliente - avvocato

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